Ora che non è più al Mise,
l'onorevole Di Maio non dovrà più occuparsi delle crisi industriali
che si è ritrovato sul tavolo nei suoi 14 mesi del governo Conte 1:
Alitalia, Whirlpool, l'Ilva a Taranto la
Pernigotti ..
Per onestà va detto che molte sono
crisi che ha ereditato (e che ha poi lasciato in eredità al ministro
Patuanelli).
La storia dell'Ilva, per esempio, parte
da lontano, dalla privatizzazione dell'ex Ilva comprata (con un buon
affare) dai Riva, famiglia industriale lombarda: mentre l'acciaio
usciva dalle acciaierie dello stabilimento generando ingenti profitti
ai Riva (finiti anche all'estero) la città si avvelenava, le persone
si ammalavano.
Per anni i cittadini di Taranto sono
stati posti di fronte al ricatto o il lavoro (qui sono impiegati
10000 persone): per anni i governi hanno firmato decreti salva Ilva
che di fatto consentivano ai Riva di continuare ad inquinare, in
barba alle regole.
Perché pare che in Italia non si possa
produrre, senza uccidere, senza avvelenare terreni, falde, aria.
Quella di Taranto è l'acciaieria più
grande d'Europa, occupa 230 km quadrati e dentro ci sono decine di km
di strade e ferrovie.
I Riva hanno venduto l'impianto ad
Arcelor Mittal, la multinazionale indiana, e Riccardo Iacona è
andato ad intervistare i nuovi proprietari per chiedere loro conto
sulla nuova gestione.
A che punto è il piano ambientale
promesso dalla multinazionale indiana? Può la nuova acciaieria
convivere con la città di Taranto (molti dei cittadini avevano
chiesto la chiusura degli impianti, posizione inizialmente sostenuta
dal M5S).
I camini dell'acciaieria si vedono da
ogni quartiere della città pugliese, come anche il grande cantiere
per la copertura dei parchi minerari, realizzato da Arcelor Mittal:
questo è l'unico impianto italiano a ciclo integrale, si produce
cioè il prezioso l'acciaio a partire dalle materie prime, dai
minerali che arrivano al porto, ferro e carbone e calcare.
E' proprio dalla lavorazione delle
materie prime che si arriva alla ghisa fusa che viene poi trasformata
in acciaio e che poi nei laminatoi prende forma per essere venduta
sul mercato.
Negli anni il parco minerario non è
mai stato coperto, generando polveri sottili che sono finite per
decenni, al primo vento, sulla città.
Nella lista degli inquinanti ci sono
anche gli idrocarburi policiclici aromatici, la diossina, il piombo,
tutte sostanze cancerogene.
Le perizie chimiche fatte e depositate
presso la procura della Repubblica di Taranto, per il processo che
vede imputati gli ex proprietari dell'Ilva, i Riva, certificano
l'ingente inquinamento prodotto dallo stabilimento fino al 2011 e le
conseguenze sulle malattie e sui morti.
Per capire cosa sta succedendo ora, le
telecamere di Presa diretta sono entrare nello stabilimento; nel
corso della puntata parlerà per la prima volta in televisione con
un’intervista in esclusiva per PresaDiretta, il Vice Presidente e
Amministratore Delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl
Spiegherà a Iacona e a noi spettatori
quali sono i piani dell’azienda per il futuro dell’impianto.
Nel piano ambientale per l'ilva è
stato messo 1 miliardo e 200 milioni: 300 ml vengono dal tesoretto
nascosto dei Riva, il resto sono soldi di Arcelor Mittal: alla
domanda su come siamo messi, su questo piano, il vicepresidente ha
risposto che, dal loro punto di vista sono a posto.
I lavori stanno andando avanti, per la
copertura, come previsto dal contratto firmato col governo: ma questo
è solo la parte visibile dell'iceberg, ma c'è anche una parte non
visibile.
Arcelor Mittal sta lavorando su tutti
gli aspetti che hanno impatto sull'ambiente – ha spiegato Matthieu
Jehl - sulla copertura e sulle polveri diffuse, ma lavoriamo anche
su sui camini per trovare una soluzione per le emissioni che escono
nell'aria, sul suolo e nell'acqua.
“L'idea con questo piano, che è
il più ambizioso che avevo mai fatto, come Arcelor Mittal, è
arrivare ad un impatto ambientale che sarà il migliore in tutta
Europa”.
Oltre
che dell'Ilva si parlerà della Whirlpool
che ha deciso di chiudere la produzione di lavatrici nello
stabilimento di Napoli, mettendo sul tavolo la proposta di una
riconversione degli impianti che verrebbero ceduti ad una società
svizzera che si occupa di refrigerazione.
C'è
poi la vicenda del marchio Pernigotti
era finito in mano ad una azienda turca intenzionata a chiudere la
produzione in Italia a Novi ligure.
Il secondo servizio della puntata,
l'ultima per la stagione 2019, è dedicato all'AIDS: ce ne siamo
dimenticati di questa malattia ma secondo l'Istituto Superiore della
Sanità ogni anno si registrano 3600 nuove diagnosi di HIV e stiamo
parlando solo delle persone che hanno scoperto di essere
sieropositive, perché sono andate all'ospedale a fare il test.
“Il nostro problema dal punto di
vista epidemiologico sono le persone che non sanno di essere
sieropositive e se ne accorgono troppo tardi” - racconta alla
giornalista Sabrina Carreras Andrea Gori, direttore del centro
malattie infettive del Policlinico di Milano.
Questo è il nostro problema:
raggiungere le persone che nemmeno sospettano di essere sieropositivi
anche se hanno avuto rapporti sessuali a rischio.
E' fondamentale allora l'informazione
oltre che la prevenzione: Presadiretta ha lanciato l'hashtag (su
facebook
e twitter)
#HIVSPEZZIAMOLACATENA, per lanciare una campagna social per stoppare
la catena di trasmissione della malattia.
La scheda del servizio:
Vertenza
Italia
PresaDiretta attraversa la stagione delle vertenze industriali che agitano il mondo del lavoro. Sullo sfondo della manovra economica, lo stato di avanzamento della bonifica dell’impianto dell’ex Ilva di Taranto tra la necessità di tutelare la salute e quella di salvare i posti di lavoro. I tavoli di crisi come quello della Whirpool e l’esempio del Portogallo che ha superato la crisi dicendo no all’austerity. E infine un capitolo speciale della rubrica “Futuro Presente” con un’importante inchiesta sull’Hiv. Pensavamo fosse una malattia degli anni ’80 e invece in Italia ci sono 10 nuove diagnosi al giorno. Come combatterla?
Nessun commento:
Posta un commento