La missione Dalla Russia per amore del marzo 2020: come mai Putin chiamò il presidente Conte per offrire aiuto e uomini? Cosa centra questa telefonata col vaccino Sputnik?
Poi una storia di spionaggio che ci riporta ai tempi della guerra fredda e, nell'anteprima, l'attacco informatico che ha colpito diverse strutture sanitarie in Italia.
IL VIRUS DEL RISCATTO di Lucina Paternesi e Goffredo De Pascale
Il 3 dicembre 2021 i sistemi informatici dell'azienda sanitaria 6 in Veneto furono colpiti da un attacco hacker, bloccando i pc nei quattro ospedali, mandando in tilt le prenotazioni, le vaccinazioni, le visite.
Un attacco di cui nessuno vuole parlare perché ha messo a nudo una nostra fragilità che è stata raccontata a Report da un'infermiera ha scelto di raccontare questa storia ma solo in anonimo.
Gli hacker si sono infilati nei PC degli ospedali che si sono infettati da un virus informatico di tipo ransomware: gli hacker hanno minacciato di pubblicare i dati sensibili dei pazienti, se non si fosse pagato un riscatto.
Report ha preso visione di una chat che racconta di contatti da dentro l'ASL verso gli hacker, per decriptare i dati: si chiedevano 3 ml di euro per riavere i dati, ma dalla direzione dell'ULS smentiscono qualsiasi trattativa, mai autorizzata ufficialmente.
Per fermare le minacce serve avere un backup dei dati, ma non basta: dopo quello di dicembre ci sono stati altri attacchi ma la regione Veneto non ha mai pagato.
Finiscono online i dati di 9000 file, certificati medici, esiti di tamponi, numeri di telefoni dei pazienti oncologici: dati che potrebbero essere usati per impossessarsi di altre identità.
Il garante della privacy ha aperto una
istruttoria per verificare se è stato fatto tutto il possibile per
evitare il data breach: ci sono responsabilità da parte
dell'azienda? C'erano computer vecchi, racconta la fonte di report:
l'azienda zero in Veneto aveva il compito di aggiornare il parco
informatico delle varie Usl venete, ma negli ospedali mancavano le
basi minime per la sicurezza informatica ed è mancato il sostegno
informatico da parte delle strutture regionali.
Nei due mesi
successivi l'USL 6 ha speso quasi due milioni di euro, per recuperare
i dati e aggiornare i sistemi.
La regione Veneto avrebbe dovuto
controllare meglio la sicurezza informatica delle sue USL e, alla
fine anche sanzionare sé stessa in caso di problemi: ora questo
ruolo toccherà all'agenzia alla cypersecurity.
Analoghi attacchi sono avvenuti in Lombardia, in Campania e nel Lazio: attorno ai dati sanitari ci sono forti interessi.
DALLA RUSSIA CON AMORE di Danilo Procaccianti
Torniamo al marzo 2020, ai giorni in
cui la val Seriana era al centro della pandemia, si stava preparando
la zona rossa, i sindaci erano pronti a chiudere i comuni. Ma poi non
avvenne nulla, né a Bergamo né negli altri comuni della zona.
Da
lì a pochi giorni, anziché i militari italiani arrivarono i
militari russi, per una missione di supporto, decisa dal presidente
Putin e offerta al governo Conte: fu una missione completamente
disinteressata oppure questa aveva altri scopi?
Il 22
marzo 2020 atterrano all'aeroporto Pratica di Mare 13 cargo russi da
cui scendono uomini in tuta mimetica: uno schieramento che preoccupò
l'allora capo di Stato Maggiore Vecciarelli.
I russi
portarono 30 ventilatori difettosi, 500 mila mascherine e solo 27
medici: la missione alla fine costerà all'Italia 3 ml di euro,
perché abbiamo pagato ai russi anche il carburante per gli aerei.
I
camion russi si diressero poi verso Bergamo, all'epicentro mondiale
della pandemia: ma a Bergamo nessuno era avvisato dei russi, nemmeno
il sindaco Gori.
La missione si perfezionò con una telefonata
tra Putin e Conte: era un momento di grande difficoltà per
l'Italia – racconta l'ex presidente – che però non era a
conoscenza degli aspetti attuativi della missione, “mi colpì che
al centro dell'azione c'era la sanificazione..”
La
sanificazione poteva essere fatta anche dai nostri militari e, come
spiega il generale Vecciarelli, non ce n'era nemmeno bisogno: su
questa missione oggi in tanti esprimono dubbi, da Gori a diversi
esponenti politici, per l'atteggiamento dei russi.
Il professor
Pellicciari ha aiutato Report a capire meglio la natura
missione: in tutte le missioni miliari è sempre presente un
esponente dei servizi, l'addetto militare Nemudrov, che era in
contatto con l'esponente leghista Savoini, poi espulso dall'Italia a
seguito della vicenda Biot.
Quella di Mosca era una missione di
spionaggio, per arrivare alle basi di Ghedi a Brescia e di Amendola
in Puglia? Volevano sanificare gli uffici pubblici, perché?
I
militari, come Vecciarelli, hanno poi bloccato l'azione dei russi,
che si muovevano in base di “accordi superiori”: accordi di cui
Conte non era a conoscenza, così racconta oggi a Report.
Dalla Russia sono arrivati con amore e
soprattutto con 104 militari: un'azione sanitaria di poco valore
aggiunto (anziché gli uffici, sono stati bonificate le RSA), vedendo
i numeri e quanto fatto (nemmeno Conte è stato in grado di valutare
l'impatto).
Report ha scoperto che ha favorire l'azione
dei russi in Italia è stata l'internazionale sovranista:per
capire il vero ruolo della missione basta vedere chi fossero i
partecipanti. In Italia è arrivato il generale Kikov, esperto
in guerra batteriologica, il generale Bogomolov, che ha
combattuto in Cecenia, numero due di un istituto discusso, come anche
il colonnello Yumanov: gli ultimi due hanno lavorato in
laboratori da cui sarebbe uscito il veleno con cui è stato
avvelenato Navalny.
Abbiamo sottovalutato i rischi della
missione? Il Copasir sta facendo altri approfondimenti, perché suona
strano che l'elite russa dell'intelligence batteriologica volesse
andare nelle RSA.
Nel team di aiuto dalla Russia era presente anche il nome di Natalia Pshenichnaya, vicedirettrice dell'Istituto centrale di ricerche epidemiologiche: mesi dopo pubblicherà un paper sulla situazione italiana con giudizi spietati sulle iniziative messe in atto dal nostro governo, “l’assistenza sanitaria del paese non era preparata .. le misure di controllo dell’infezione non sono state attuate e hanno portato alla diffusione del contagio tra gli operatori sanitari ”
La vicedirettrice da anche un valore politico alle sue ricerche: nel settembre 2020 scrive un testo in cui dice che il coronavirus ha determinato nuovi parametri per costruire l’ordine mondiale.
È come se mostrasse il vero volto dell’operazione “Dalla Russia con amore”, è come se l’Italia venisse usata come cavallo di Troia per sbirciare dal buco della serratura per capire cosa stava veramente accadendo nei paesi occidentali, ma doveva anche servire alla Russia per arrivare prima nella corsa ai vaccini, una corsa in cui tutte le potenze mondiali si stavano confrontando.
Chi fosse arrivato per primo ad un vaccino avrebbe avuto un vantaggio strategico, specie se questo vaccino lo controllava – spiega ancora Igor Pellicciari, direttamente dalla produzione: “arrivare ad un vaccino per primi, in un contesto in cui lo controlla un’azienda farmaceutica che deve fare marginalità per sua stessa missione è diverso rispetto al potere geopolitico di un vaccino di Stato, uno Stato decide a chi darlo, per guadagnarci geopoliticamente.”
L’importanza
del vaccino russo come strumento geopolitico sembrerebbe confermata
dai documenti segreti del Dossier
Center di Londra: si
legge di un piano del braccio destro di Putin Kostantin Malofeev,
dove nel marzo 2021 si prevedeva la creazione di una rete occulta
nota come Altintern,
alla quale dovevano aderire politici stranieri e dove il vaccino
Sputnik doveva essere la strada per ripristinare i rapporti con i
partiti euroscettici col fine di contrastare la politica
sanzionatoria di Bruxelles.
Altintern era lo
strumento per formare questa rete e al suo interno troviamo i partiti
di Salvini, della Le Pen e l'AFD austriaco.
Esiste una lettera inviata al deputato della Duma russa Roman Babayan, vicino a Vladimir Putin, dal collega tedesco Ulrich Oeme, all’epoca membro del Bundestag per la formazione di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd), che sosteneva di averne parlato con il leghista Paolo Grimoldi, parlamentare della Lega di Salvini. Era il 20 marzo 2020 e il 21 Putin chiama il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Paolo Grimoldi si vantò poi sui social dell'arrivo della missione russa, con l'arrivo dei militari di Putin: oggi Grimoldi racconta che ha agito solo in nome dell'interesse del suo paese, l'Italia si spera.
Cos'è questa rete occulta Altinern? Si tratta di una rete, ispirata e finanziata dall'oligarca Malofeev, a cui avrebbero aderito i partiti sovranisti in Europa, che aveva come fine la veicolazione del vaccino russo per portare avanti l'egemonia russa.
Per fabbricare il vaccino serviva il
virus, che in Italia è stato accertato per la prima volta a fine
gennaio, col caso dei due cinesi portati all'istituto
Spallanzani.
Allo Spallanzani aveva il virus, ma per
arrivare al vaccino serviva metterlo in cultura: il giornalista di
Domani Casadio ha scritto su Domani su questa storia, i russi erano
andati a Bergamo al fine di mettere le mani sul vaccino “vivo”,
prendendolo dai malati.
C'è la concreta possibilità che
alcuni campioni del virus i medici russi se li siano presi dagli
italiani, usando dei tamponi che avevano e che davano risultati in
poche ore (e poi analizzati nei loro laboratori mobili, su cui gli
italiani erano tenuti lontani).
In quel marzo 2020 in
Russia avevano difficoltà a mettere le mani su vaccini in cultura:
poi ad agosto 2020 arriva il vaccino Sputnik. In una intervista
dell'aprile 2021, il direttore dell'istituto Gamaleya (dove è
stato fabbricato il vaccino russo) ammette a Report di aver ricevuto
il virus da un turista arrivato a Mosca dall'Italia e che era
risultato positivo. Suona molto strano, visto che si parla di un caso
del febbraio 2020: era un vero paziente russo in arrivo dall'Italia,
oppure si tratta dei campioni presi dalla missione in Italia?
Il
primo vaccino al mondo, lo Sputnik, è frutto della missione
militare-sanitaria in Italia?
La velocità con cui i russi hanno
prodotto il loro vaccino ha sorpreso tutti gli enti di controllo
nella comunità scientifica, che non hanno avuto accesso ai dati
grezzi della sperimentazione russa.
Nell'articolo uscito su
Lancet si parlava di una sperimentazione di 38 casi e in un
successivo articolo del 2021 si parla di scarsi effetti collaterali,
mai comunicati.
Torniamo all’istituto Spallanzani: nella
primavera del 2021 il DG Vaia pubblica un articolo favorevole al
vaccino russo: successivamente l'assessore alla sanità nel Lazio e
lo stesso Vaia firmano un accordo con l'istituto Gamaleya, senza
passare per il ministero della salute, per arrivare ad un protocollo
comune e condividere i dati sulla sperimentazione sul virus.
Il
20 gennaio 2022 gli scienziati dello Spallanzani e del Gamaleya
pubblicano un loro report sugli effetti dello Sputnik, confrontando i
dati con persone vaccinate con Pfizer ma sei mesi prima (e che dunque
avevano valori di anticorpi più bassi).
C'è anche un
altro punto poco chiaro di questa vicenda: Vaia chiese allo
Spallanzani di controllare delle fiale di Sputnik provenienti da San
Marino, per verificare la capacità replicativa del virus dentro il
campione.
I campioni del virus sono arrivati ai russi
dallo Spallanzani grazie ad un contratto firmato nel marzo 2020,
dall'allora DG dell'istituto Ippolito: l'accordo con
l'istituto russo Vector controllato dal governo russo, prevedeva
delle royalties nel caso si fosse arrivato ad un vaccino, ma
all'istituto non è arrivato nulla.
Il cimitero delle spie - SPY
GAME Di Daniele Autieri
A seguito dell’arresto dell’ufficiale vengono espulsi due funzionari dell’ambasciata russa, l’addetto militare Nemudrov (che aveva avuto un ruolo anche nella missione a Bergamo) e il colonnello Dimitri Ostroukhov, un altro diplomatico proveniente dal GRU, il servizio segreto militare. Secondo i nostri servizi di intelligence erano entrambi impegnati a cercare prove di intesa tra la Nato e il presidente ucraino Zelenski.
Nemudrov guidava la task force a Bergamo, aveva rapporti con esponenti politici in italia, era in contatto con Savoini (uomo di Salvini coinvolto nell'inchiesta sul caso Metropol): l'espulsione di due spie, nei panni di diplomatici, è stata fatta come azione concordata con altri paesi europei, ha poi spiegato in conferenza stampa Draghi.
In totale sono stati in 30 i diplomatici espulsi: erano in cerca di attività della Nato nell'est Europa e in Ucraina, questa è stato l'anticipazione della guerra in Ucraina scoppiata poi a febbraio 2022.
Le carte dentro la scheda SD sono
documenti che non sono stati consultati né dal giudice né dai
difensori di Biot: significa che c'è un segreto di Stato su questi
atti? Ma la presidenza del Consiglio non è stata interpellata su
questo caso.
Esistono delle immagini di Biot mentre fotografa
dei documenti nel suo ufficio. Ma anche qui non esiste un
provvedimento dell'autorità giudiziaria: era un'indagine dei nostri
servizi – lascia intendere il servizio di Report, era l'AISE che
avrebbe fatto le registrazioni, erano dietro gli addetti militari
russi per coprire una “dispersione delle informazioni”.
L'inchiesta di Report termina al cimitero di Brazzano, al confine con la Slovenia: qui sono seppelliti 111 soldati russi morti nel corso della prima guerra modiale.
Questo luogo è stato visitato proprio dai due diplomatici Nemudrov e Ostroukhov, che erano interessati ai caduti russi e al lavoro dello storico di Cormons Panzera.
I servizi di intelligence hanno convocato Panzera per capire meglio il suo ruolo nella vicenda Biot e con i due diplomatici russi.
Panzera ha raccolto una confidenza interessante: il caso Biot è scoppiato su input politico, casi come questi nel passato si sarebbero risolti senza troppo clamore, in silenzio. Si è voluto invece creare il caso per rassicurare l'alleato americano.
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