15 ottobre 2019

50 anni da Piazza Fontana - il mostro sbattuto in prima pagina

Non abbiamo inventato niente: le fake news, l'inquinamento dell'informazione, i mostri da sbattere in prima pagina (da Carola Rackete a Greta, agli immigrati che ci stanno invadendo).
Il saggio di Enrico Deaglio su Piazza Fontana racconta anche questo: come un pezzo dello Stato italiano (l'ufficio affari riservati del Viminale, un pezzo di magistratura, buona parte del mondo giornalistico compiacente col potere) inventò la falsa pista degli anarchici e in particolare vestì da pupo quel ballerino anarchico milanese, Pietro Valpreda.
La bestia umana.

Certo, una volta era più semplice: c'erano solo pochi telegiornali nel 1969 ed erano tutti lottizzati dai partiti e in particolar modo dalla Democrazia Cristiana (il partito di Moro ma anche di Taviani, Cossiga, Andreotti, Rumor).
Niente blog, niente social, il giornalismo indipendente nacque proprio in quei giorni, in risposta alla pista rossa, all'anarchico Pinelli che, scoperto, si era buttato dalla finestra dell'ufficio di Calabresi in un balzo repentino (dentro una stanza di 3 metri per 4, con dentro 6 persone).
Noi oggi parliamo tutti i giorni di fake news, del potere manipolatorio dei social media, di "macchine del fango": il "trattamento Valpreda" di mezzo secolo fa resta un modello inarrivabile.Per dare un'idea dei toni, ecco un famoso "ritratto del mostro" pubblicato dal Corriere d'Informazione, edizione pomeridiana dell'organo ufficiale della borghesia italiana, il Corriere della Sera, all'epoca diretto dal leader del partito repubblicano, professore Giovanni Spadolini.Titolo: La furia della bestia umana 
Svolgimento"la bestia umana che ha fatto i 14 morti di piazza Fontana e, forse, anche il morto, il suicida, di via Fatebenefratelli, è stata presa, è inchiodata … non la dimenticheremo mai, la bestia che ci ha fatto piangere … ora si comincia a respirare … Il massacratore si chiama Pietro Valpreda, ha 37 anni, mai combinato niente in vita sua, rottura con la famiglia; soltanto una vecchia zia, che stira camicie e spazzola cappotti, gli dà una mano; viene dal giro forsennato del be-pop, del rock; un giro dove gli uomini sono quello che sono e le ragazze pure. S’è dimenato sulle piste delle balere fuori porta e sotto le strade del centro, faceva il boy, uno di quei tipi con le sopracciglia limate e ritoccate a matita grassa che fanno ala, in pantaloni attillatissimi, alla soubrette… un mestiere corto, infelice, di pochi soldi… Di più questo refoulé si ammala. Il sangue non gli circola più normale nelle arterie delle gambe… un passo dietro l’altro, Pietro Valpreda si avvia a diventare la bestia … Chissà come si incolla, come coagula questa sciagurata umanità: parlano, parlano, fanno finta di leggere o d’aver letto, si ritrovano oziosi nei caffè, giocano a scopa, si ubriacano, ogni due o tre settimane presentano ai compagni una "moglie" nuova, scendono in piazza obbedendo a un misterioso ordine di rendez-vous, qualche volta, anzi spesso, hanno guai con la polizia … Così nasce un Pietro Valpreda. Da questo entroterra arriva il massacro".
La bomba - Enrico Deaglio Feltrinelli
I politici di oggi, i loro portavoce, i loro responsabili per i social, non hanno inventato nulla.
E non pensate che sia qualcosa che non ci riguarda più, che non ha attinenze col passato, la storia del mostro.
Perché è successo nuovamente con la strage di via D'Amelio, con la falsa pista Scarantino confezionata ad arte da una squadra di superpoliziotti (la squadra del vicequestore La Barbera) che aveva lavorato stretto con pezzi del Sisde (il Sisde di Contrada) e con quella magistratura che, in tre gradi di giudizio aveva creduto a Scarantino (un piccolo spacciatore).

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