Allora questo studenti che manifestano cosa sono?
Sono l'onda che dovrebbe portare il rinnovamento nelle scuole?
Un movimento di protesta? Un movimento politico, ispirato dall'opposizione o dai sindacati o persino dai baroni che non vogliono perdere il posto e i privilegi (e continueranno a non perderli)?
Questo il dilemma che assillava il giovane di Forza Italia, Francesco Pasquali, per cui è inconcepibile che un ragazzo ragioni con la sua testa, con le sue idee, senza che ci sia un capo a dirgli le cose.
Per sminuire il movimento di protesta che ha invaso l'Italia le solite motivazioni: prima la si butta in politica (mentre i ragazzi protestavano per i tagli sia del governo Prodi che di quelli della Gelmini); poi si dice che sono pochi, che la solita maggioranza silenziosa è d'accordo (e allora perchè non aspettare che la bolla si sgonfi da sola); poi si dice che i baroni erano in piazza con gli studenti, che non è vero che ci saranno tagli, che aumentarenno le tasse ....
In studio l'economista Tito Boeri e Ignazio Marino del Pd, un giovane (fuori corso) di Forza Italia e un altro universitario Giovanni Donzelli del centrodestra (loro sì, politicizzati) a rappresentare il fronte favorevole al decreto Gelmini; altri studenti in studio e in collegamento da Pisa (della Normale del CNR) a protestare contro i tagli nel decreto, contro il blocco del turnover, contro il blocco delle assunzioni dei precari, contro il taglio ai fondi di ricerca.
Tito Boeri ha parlato della situazione dei precari: la legge Biagi ha creato sì tanti posti di lavoro (4,5 milioni in Italia), ma sono lavoro che non hanno prodotto maggiore ricchezza al paese.
In 10 anni è diminuito del 10% il salario di ingresso nel lavoro; uscire dal precariato diventa difficile (solo 1 su 10 esce dai contratti a tempo determinato); si è creato un divario rispetto al lavoratore medio.Il precariato ha creato povertà, in un paese che si avvia verso la recessione senza nessuna forma di protezione sociale che garantisca i nuovi poveri.
Precari che la rivista Nature chiama "I nuovi capitani di ventura".
Oggi la povertà afferra anche persone che lavorano: si stima che circa il 20% delle famiglie viva sotto la soglia di povertà e che queste ricevano solo il 12% della spesa sociale.
In questo clima si decide di tagliare: ogni 5 ricercatori che escono ne entra uno.
A Pisa il 63% dei ricercatori è precario; al CNR il 59% è precario. Chi garantirà la ricerca, la continuità dei corsi?
In merito ai tagli, che ancora qualcuno si ostina a non vedere, si parla di 63,6 milioni nel 2009.
190 milioni nel 2010.
360 milioni nel 2011.
407 milioni nel 2012.
455 milioni nel 2013.
E sono tagli non selettivi, che si abbattono sugli atenei senza tener conto del merito e del valore.
Altro che baroni: si accusano i ragazzi che protestano "dove eravate quando venivano fatte le nomine dei baroni?" .Ma cosa c'entrano loro? Che colpa hanno loro di sprechi e baronie, come quelle raccontate da Stefano Bianchi in una precedente puntata di Annozero, a Bari.
Nessuna: le colpe cadono su chi ha governato, centrodestra e centrosinistra; sulle imprese che hanno scoraggiato e svilito la ricerca, puntando su una produzione a basso contenuto di capitale umano.
Riduzione dei costi di produzione, contratti leggeri, delocalizzazione, prodotti a basso valore.
All'estero, in un momento di crisi, Sarkozy aumenta i fondi per l'università del 50%.In Svezia si parla di 5 miliardi.
Noi in Italia tagliamo: con la scusa di ridurre le inefficienze, gli sprechi ...Tutto falso.
Non c'è riga in merito alla meritocrazia (scusate il gioco di parole), nel decrerto Gelmini.
Il ministro con le palle, come viene chiamato dal gruppo di supportes su Facebook: da quandola politica si fa su Facebook?
C'è una cosa che non sopporto: l'arroganza di chi non accetta critiche, sbraita, accusa.
Atteggiamento ben rappresentato dalla caricatura, poco distante dalla realtà, del Berlusconi Cesare della Guzzanti. Il premier che ha sempre ragioen ,che smentisce ciò che afferma, che detesta l'opposizione ma anche i politici che si è imbarcato nel carrozzone per arrivare al governo.
Quelli appunto come il giovane di Forza Italia, che dava del comico a Travaglio (nel suo intervento ha parlato del conflitto di interessi), ma non trovava un argomento su cui ribattere.
Il dilemma shakespeariano "Informazione o satira"?
Il mondo è bello perchè vario: non possiamo certo pretendere che i berluscones (quelli che si dicono aperti al dialogo basta che siate sempre d'accordo) apprezzino anche loro.
Technorati: Annozero
Sono l'onda che dovrebbe portare il rinnovamento nelle scuole?
Un movimento di protesta? Un movimento politico, ispirato dall'opposizione o dai sindacati o persino dai baroni che non vogliono perdere il posto e i privilegi (e continueranno a non perderli)?
Questo il dilemma che assillava il giovane di Forza Italia, Francesco Pasquali, per cui è inconcepibile che un ragazzo ragioni con la sua testa, con le sue idee, senza che ci sia un capo a dirgli le cose.
Per sminuire il movimento di protesta che ha invaso l'Italia le solite motivazioni: prima la si butta in politica (mentre i ragazzi protestavano per i tagli sia del governo Prodi che di quelli della Gelmini); poi si dice che sono pochi, che la solita maggioranza silenziosa è d'accordo (e allora perchè non aspettare che la bolla si sgonfi da sola); poi si dice che i baroni erano in piazza con gli studenti, che non è vero che ci saranno tagli, che aumentarenno le tasse ....
In studio l'economista Tito Boeri e Ignazio Marino del Pd, un giovane (fuori corso) di Forza Italia e un altro universitario Giovanni Donzelli del centrodestra (loro sì, politicizzati) a rappresentare il fronte favorevole al decreto Gelmini; altri studenti in studio e in collegamento da Pisa (della Normale del CNR) a protestare contro i tagli nel decreto, contro il blocco del turnover, contro il blocco delle assunzioni dei precari, contro il taglio ai fondi di ricerca.
Tito Boeri ha parlato della situazione dei precari: la legge Biagi ha creato sì tanti posti di lavoro (4,5 milioni in Italia), ma sono lavoro che non hanno prodotto maggiore ricchezza al paese.
In 10 anni è diminuito del 10% il salario di ingresso nel lavoro; uscire dal precariato diventa difficile (solo 1 su 10 esce dai contratti a tempo determinato); si è creato un divario rispetto al lavoratore medio.Il precariato ha creato povertà, in un paese che si avvia verso la recessione senza nessuna forma di protezione sociale che garantisca i nuovi poveri.
Precari che la rivista Nature chiama "I nuovi capitani di ventura".
Oggi la povertà afferra anche persone che lavorano: si stima che circa il 20% delle famiglie viva sotto la soglia di povertà e che queste ricevano solo il 12% della spesa sociale.
In questo clima si decide di tagliare: ogni 5 ricercatori che escono ne entra uno.
A Pisa il 63% dei ricercatori è precario; al CNR il 59% è precario. Chi garantirà la ricerca, la continuità dei corsi?
In merito ai tagli, che ancora qualcuno si ostina a non vedere, si parla di 63,6 milioni nel 2009.
190 milioni nel 2010.
360 milioni nel 2011.
407 milioni nel 2012.
455 milioni nel 2013.
E sono tagli non selettivi, che si abbattono sugli atenei senza tener conto del merito e del valore.
Altro che baroni: si accusano i ragazzi che protestano "dove eravate quando venivano fatte le nomine dei baroni?" .Ma cosa c'entrano loro? Che colpa hanno loro di sprechi e baronie, come quelle raccontate da Stefano Bianchi in una precedente puntata di Annozero, a Bari.
Nessuna: le colpe cadono su chi ha governato, centrodestra e centrosinistra; sulle imprese che hanno scoraggiato e svilito la ricerca, puntando su una produzione a basso contenuto di capitale umano.
Riduzione dei costi di produzione, contratti leggeri, delocalizzazione, prodotti a basso valore.
All'estero, in un momento di crisi, Sarkozy aumenta i fondi per l'università del 50%.In Svezia si parla di 5 miliardi.
Noi in Italia tagliamo: con la scusa di ridurre le inefficienze, gli sprechi ...Tutto falso.
Non c'è riga in merito alla meritocrazia (scusate il gioco di parole), nel decrerto Gelmini.
Il ministro con le palle, come viene chiamato dal gruppo di supportes su Facebook: da quandola politica si fa su Facebook?
C'è una cosa che non sopporto: l'arroganza di chi non accetta critiche, sbraita, accusa.
Atteggiamento ben rappresentato dalla caricatura, poco distante dalla realtà, del Berlusconi Cesare della Guzzanti. Il premier che ha sempre ragioen ,che smentisce ciò che afferma, che detesta l'opposizione ma anche i politici che si è imbarcato nel carrozzone per arrivare al governo.
Quelli appunto come il giovane di Forza Italia, che dava del comico a Travaglio (nel suo intervento ha parlato del conflitto di interessi), ma non trovava un argomento su cui ribattere.
Il dilemma shakespeariano "Informazione o satira"?
Il mondo è bello perchè vario: non possiamo certo pretendere che i berluscones (quelli che si dicono aperti al dialogo basta che siate sempre d'accordo) apprezzino anche loro.
Technorati: Annozero
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