14 ottobre 2008

Mafia, politica e affari

La scoperta dell'acqua calda. Dopo gli arresti di sindaci e vicensindaci in Calabria (di cui il TG1 si è dimenticato di dare il colore politico, cioè centro e centrodestra) si parla dei rapporti tra ndrangheta (o mafia) e politica.

La scoperta dell'acqua calda: bastava lasciare De Magistris continuare le sue indagini e, magari, anzichè fermarsi ai pesci piccoli, si sarebbe arrivati ai pesci grossi (i big politici messi sotto inchiesta, da Lorenzo Cesa e Ugo Galati UDC, a Nicola Adamo DS, Sergio Abramo FI ..).
Come a dire che in calabria non c'è solo fumo (il fumus persecutionis) ma anche del marcio.
Altra rivelazione che lascia il tempo che trova, quella sul piano di uccidere le scrittore Roberto Saviano.
Strano ..

Strano il contrario semmai: se le liste dei candidati (al comune, alla regione, al Parlamento) non sono pulite; se in certe regioni la politica diventa strumento di arricchimento (basta riguardarsi le puntate di Pane e politica 1 e 2); se le stesse regioni raccolgono finanziamenti a pioggia dall'Europa e dall'Italia, senza controlli (vedesi inchieste Poseidone e Why Not); se i pochi magistrati che hanno ancora voglia di indagare vengono denunciati, criminalizzati, messi sotto inchiesta, lasciati soli ... mi sorpenderebbe il contrario.
Semmai c'è da chiedersi una cosa: in questo momento Casalesi e clan della ndrangheta vanno di moda.

In Sicilia (dopo Provenzano e la parentesi die Lo Piccolo) non sta succedendo nulla?
In questo clima di giubilo per l'operato delle forze dell'ordine, una notizia sfugge: la norma ad personam per il rientro alla grande di Corrado Carnevale nella Cassazione. Come primo presidente della corte.
Complimenti. Una manciata di briciole per illudere il popolino davanti ai TG, e dietro un sistema connivente con mafia, camorra e ndrangheta.

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