29 dicembre 2008

La paura della mafia al nord

Forse, la questione della presenza della mafia al nord, può assumere toni diversi a seconda di dove si pone l'osservatore.
A Roma, nei palazzi della politica, può sembrare una cosa assurda e lontana dalla realtà.
La mafia qui? Ma non scherziamo ...


Ma a mano a mano che ci si avvicina al territorio, e parli con chi amministra e conosce meglio il territorio, tutto cambia e la realtà appare con sembianze che non ti aspettavi.
Come non ci si aspetterebbe il grido di allarme di alcuni amministratori della brianza comasca sulle infiltrazioni mafiose nelle imprese locali.

In Brianza, ora, pare non vi sia più solo un problema di furti, rapine, spaccio o prostituzione. «La criminalità mette le radici nei territori ricchi - premette lo stesso sindaco di Arosio - Al di là del delinquente di bassa lega, dedito al piccolo spaccio o al furtarello, credo che dalle nostre parti inizino a intravedersi infiltrazioni mafiose: parlo di “colletti bianchi” della criminalità, professionisti, pezzi grossi».

La zona grigia, dunque: il punto di ingresso della criminalità organizzata e l'imprenditoria.

La criminalità organizzata rischia anche di stritolare l’economia attraverso pizzo ed estorsione. «Dobbiamo tagliare le radici delle organizzazioni criminali prima che affondino nel territorio - aggiunge il sindaco Pozzi - Servono nuovi presidi. Che sia una stazione dei carabinieri o un commissariato, non sta a me dirlo. Io mi limito a dire che è necessario uno strumento per contrastare questo fenomeno. Certo è che un commissariato a Mariano ci eviterebbe anche di andare fino a Como per un semplice passaporto».

«Magari non tutti i cittadini se ne accorgono - aggiunge Claudio Nogara, assessore alla Sicurezza di Mariano Comense - ma chi si occupa di sicurezza sa che in questo territorio ci sono alcuni problemi di criminalità organizzata, che per essere contrastata dalle forze dell’ordine ha bisogno di un controllo capillare, con uomini e mezzi.
E, visto che la Brianza è una delle zone più fertili d’Italia, forse meriterebbe un po’ più d’attenzione. Ho 52 anni e ricordo che qualche sequestro di persona venne commesso anche in queste terre».

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