07 dicembre 2008

La luna spalancata - Il lavoro rende morti

Il sangue versato

Non voglio vederlo!
Di’ alla luna che venga,
ch’io non voglio vedere il sangue
d’Ignazio sopra l’arena.

Non voglio vederlo!

La luna spalancata.
Cavallo di quiete nubi,
e l’arena grigia del sonno
con salici sullo steccato.


Nella poesia "Lamento per Ignacio Sanchez Mejias" Garcia Lorca chiede alla luna di sorgere e nascondere il sangue dell'eroe morto.
Nella trasmissione "La luna spalancata" Giovanni Floris ha voluto mostrarlo questo sangue, dei morti, e il dolore dei vivi. Chiedendo loro:
"Riesce a dare un senso, dopo un anno a quanto è successo?" No, la risposta data da mogli, sorelle, fidanzate, figli è stata no, ancora oggi non si riesce a dare un senso...

6 dicembre 2007, ore 00:53, linea 5 degli stabilimenti della Thyssen Krupp a Torino: sette operai muoiono in un un incidente in fabbrica, un incendio.
Fato, casualità? No.

La commissione parlamentare ha stabilito che i vertici dell'azienda sapevano delle perdite d'olio sugli impianti (quelle che poi avrebbero portato all'incidente). E, sapendo anche che l'azienda andava chiusa, non hanno mosso un dito, per mettere gli impianti in sicurezza.
Hanno spremuto gli operai fino alla fine.
Questo per me e per i giudici che hanno stabilito il rinvio a giudizio dei dirigenti della Thyssen, si chiama omicidio volontario.

Assassini, assassinigridava ai funerali nei giorni successivi il padre di Bruno Santino.
In un rapporto riservato, scoperto dalla finanza nelle perquisizioni, si è trovato un documento scritto dai vertici aziendali nei quali si scrive che l'ex ministro Damiano è troppo schierato dalla parte dei lavoratori e non permette all'azienda di far arrivare le sue pressioni al governo.
Nella lista dei “cattivi” anche gli operai, colpevoli di andare a testimoniare il clima aziendale, i pericoli, davanti alle telecamere.

Ieri, nessuno politico del governo ha manifestato assieme agli operai (ex) della Thyssen a Torino: manifestazione che si è conclusa davanti al palazzo di giustizia. Perchè ora la gente, gli operai, le famiglie delle 7 persone uccise, chiedono giustizia.
Una sentenza che sia da monito agli imprenditori: non potete più uccidere nessuno.
Basta con i casi Thyssen; basta con i casi come quelli di Mineo (sei operai uccisi in una cisterna in Sicilia). Basta con i veleni di Marghera, di Taranto, dell'amianto a Casale ….

Triste ammetterlo, ma dopo un anno poco è cambiato: “non dobbiamo penalizzare le imprese”. Imprese che non rispettano le norme.
Stesso discorso per i cantieri, dove spesso vige il capolarato, il lavoro in nero, il ricatto per chi si permette di rivendicare diritti, il precariato diffuso che non ha fatto altro che accentuare povertà, miseria, crisi industriale, crisi della società e il fenomeno sporco delle morti bianche.
Il governo ha aiutato le banche in crisi, le aziende, e (pare) le famiglie. Sono tempi difficili.
Non dimentichiamoci però che 7 persone, comunque mancano all'appello. Persone che oltre al governo e alla confindustria erano assenti alla manifestazione:

Antonio Schiavone 36 anni, morto investito da una palla di fuoco a 300 gradi.
Roberto Scala 32 anni, morto ustionato.
Angelo Laurino 42 anni, sposato con figlio.
Bruno Santino: 26 anni; ai funerali il padre gridava "avete anche il coraggio di dormire".
Giuseppe De Masi morto dopo 24 giorni di agonia. "Auguro a chi ha causato questo di provarlo sulla loro pelle" la sorella.
Rocco Marzo 53 anni, ad un passo dalla pensione, capo turno. Morto dopo 10 giorni di agonia.
Rosario Rodinò 26 anni, morto dopo 13 giorni di agonia. "Ogni giorno vado a trovare mio figlio al cimitero".

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