01 dicembre 2008

Report Il piatto è servito

Prima domanda: ma la Cai non doveva partire oggi (1 dicembre)? Cosa è successo al salvataggio di Alitalia?

Seconda: Quale è il prezzo giusto per il cibo (che finisce sulle nostre tavole) senza far danni a tutto il sistema? Quale è li costo reale di un prodotto venduto a basso prezzo?
Queste le due domande cui Report ha cercato di dare una risposta, nella sua ultima puntata.

Alitalia: Come è andata a finire.
A ottobre sembrava tutto finito con la firma dell'accordo tra i sindacati e la Cai. I capitani coraggiosi messi in pista dall'intraprendenza del presidente del Consiglio.
Che addossava i debiti agli italiani, e permetteva ai soci di Colaninno di prendere a buon prezzo la polpa della compagnia di bandiera.Poi, quando si è entrati nel vivo della trattativa, nei dettaglio contrattuali, sono iniziati altri problemi.Cai che si riservava di assumere personale in part time, in congedo parentale.Firmano tutti i sindacati confederali, eccetto i sindacati dei piloti (il rappresentante della CGIL parlava di firma estorta col ricatto).
Ma la trattatativa saltava. A novembre iniziano a cancellare dei voli: per lo sciopero bianco degli addetti o per problemi di manutenzione?

Poi c'è il mistero delle lettere di assunzione, di cui parlava Fantozzi a Che tempo che fa, che non sono ancora arrivate?Della Cassa integrazione fatta partire il 14 ottobre.
C'è la trattativa per la liquidazione dell'azienda: un passivo di 3,2 miliardi, le azioni sospese e le obbligazioni (700 ML di euro) di cui non si potrà garantire nulla.
Mentre Cai non decolla (manca la licenza), leggiamo dai giornali che entra Lufthansa a Malpensa.

E Air France come partner che probabilmente sarà l'unico socio che metterà capitali per investimenti. I soci italiani non metteranno nemmeno i 300 milioni.
Tutto questo in nome dell'italianità. Ma non conveniva lasciar perder (visto che i soci italiani potranni vendere in deroga?).

Il piatto è servito
Verrebbe da dire che "occhio non vede cuore non duole". Se le coscienze degli italiani non sono nemmeno scosse da ciò che gli si mette in tavola (magari solo dalla tassa sky e da quella sul porno?), allora siamo alla frutta. Scusate il gioco.
Si inizia con le scatole dei pelati. Molto sono prodotte a Angri, e poi "brandizzate" in seguito. Peccato che il marchio incida poi sul prezzo.Prezzo che non corrisponde a quello corrisposto ai produttori: nei campi di pomodoro lavorano (o vengono sfruttati) extracomunitari irregolari per 20 euro al giorno.Sfruttati per la raccolta delle olive, dei pomodori, dei mandaranci, dei mandarini ...

Ma se si paga così poco la raccolta, cosa incide sul prezzo?
Forse il fatto che il 70% del cibo della nostra tavola passa dalla grande distribuzione? Che a sua volta prende le materie prime da cinque grandi gruppi di acquisto, come Intermedia di Milano?

Si capisce di più: il prezzo non lo fissa il contadino. Ma la grande distribuzione. Che impone ai contadini anche cosa coltivare, quando, con che pesticidi, e in che quantità.

Tutto questo equilibrio snaturato porta poi a delle conseguenze pericolose, come per la vicenda delle Api in Piemonte a Novara, morte in seguito ai pesticidi sui campi, per la concia delle sementi.
Come il Thiametoxan: che dovrebbe curare le piante dagli insetti come la Diabrotica.
Basterebbe ruotare la coltivazione dei campi, anzichè irrorarli di medicine (che, come mostrava il giornalista di Report riportando altri studi, spesso non hanno effetto).

La realtà è che dietro la chimica nell'agricoltura ci stanno le grandi aziende del settore: Bayer, Syngenta, Pioneer che hanno investito miliardi.

Agrofarma, anzichè preccuparsi per la moria di api, per l'inefficacia delle cure chimiche, minimizzava i rischi: "la presenza di neonicotinoidi nell'ape non è di per se la assolutamente certezza della morte".
Potrebbero esserci altre cause. Ma il sospetto rimane, visto che 17 settembre un decreto legge ha sospeso la concia di sementi di clothianidin, thiametoxan ..
Magari a noi delle Api non importa granchè, nonostante l'ammonimento di Einstein ( o di chi per lui). Peccato che poi questi pesticidi finiscano sulle nostre tavole.
E che, alcuni studi sull'esposizione ai pesticidi, parlano di correlazioni con tumori.
Il pranzo è servito.
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