Noi italiani alle cerimonie, alle celebrazioni, non sappiamo proprio rinunciare. Così, anche in tempo di crisi, anche dopo il terremoto in Abruzzo, con le strade di Palermo piene di rifiuti, alla sfilata delle Forze Armate, per la Festa della Repubblica non si rinuncia.
Un tributo giusto e dovuto per i militari impegnati in missioni di pace, e anche in operazioni a fianco della Protezione Civile. Ma, torniamo sempre alla solita domanda: non si poteva adottare uno stile più sobrio? Si parla di un risparmio di 1 milione di euro , quest'anno. Tanto, poco, mah ?
Non vorrei che queste parole suonassero come un insulto ai tanti che ci credono, alla patria, alla bandiera : ma vedere i nostri cari politici applaudire all’esercito, ai labari, ai simboli della patria oggi, gli stessi che userebbero la bandiera per altri fini, che han fatto il dito all’inno di Italia, che parlano di Costituzione sovietica, di mafiosi sorti al ruolo di eroe, sa di falso, artificioso.
Da una parte uomini di Stato abituati alle auto blu, ai voli di Stato, alle immunità, agli insulti, agli scandali, agli stipendi d’oro.
Dall’altra uomini in armi, abituati a cantare l’Inno d’Italia mentre la bandiera sale in cielo. Quanti degli onorevoli conoscono almeno l’Inno?
Quanti sanno cosa si festeggia il 2 giugno? La prima volta che le donne votarono assieme agli uomini per scegliere tra Monarchia e Repubblica.
Per mettere fine, una volta per tutte, al passato, alla guerra di liberazione contro fascisti e nazisti, al regime. Una guerra cui contribuirono tutti, compresi quei militari "In cerca di una patria" (come scrisse Alfio Caruso nel suo libro) che l'8 settembre scelsero una strada piuttosto che l'altra. E che pagarono come altri con la vita la loro scelta. Soldati mai ricordati abbastanza.
Meglio non parlare in questo giorno delle morti per Uranio impoverito, morti silenziose in divisa. Chiudiamo con una battuta (d'altronde è una festa): non ci sono minorenni tra i militari, forse anche per questo ha deciso di partecipare.
Un tributo giusto e dovuto per i militari impegnati in missioni di pace, e anche in operazioni a fianco della Protezione Civile. Ma, torniamo sempre alla solita domanda: non si poteva adottare uno stile più sobrio? Si parla di un risparmio di 1 milione di euro , quest'anno. Tanto, poco, mah ?
Non vorrei che queste parole suonassero come un insulto ai tanti che ci credono, alla patria, alla bandiera : ma vedere i nostri cari politici applaudire all’esercito, ai labari, ai simboli della patria oggi, gli stessi che userebbero la bandiera per altri fini, che han fatto il dito all’inno di Italia, che parlano di Costituzione sovietica, di mafiosi sorti al ruolo di eroe, sa di falso, artificioso.
Da una parte uomini di Stato abituati alle auto blu, ai voli di Stato, alle immunità, agli insulti, agli scandali, agli stipendi d’oro.
Dall’altra uomini in armi, abituati a cantare l’Inno d’Italia mentre la bandiera sale in cielo. Quanti degli onorevoli conoscono almeno l’Inno?
Quanti sanno cosa si festeggia il 2 giugno? La prima volta che le donne votarono assieme agli uomini per scegliere tra Monarchia e Repubblica.
Per mettere fine, una volta per tutte, al passato, alla guerra di liberazione contro fascisti e nazisti, al regime. Una guerra cui contribuirono tutti, compresi quei militari "In cerca di una patria" (come scrisse Alfio Caruso nel suo libro) che l'8 settembre scelsero una strada piuttosto che l'altra. E che pagarono come altri con la vita la loro scelta. Soldati mai ricordati abbastanza.
Meglio non parlare in questo giorno delle morti per Uranio impoverito, morti silenziose in divisa. Chiudiamo con una battuta (d'altronde è una festa): non ci sono minorenni tra i militari, forse anche per questo ha deciso di partecipare.
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