Come di consueto la puntata è iniziata con qualche sassolino che il conduttore si è voluto togliere.
Contro l'antifiniano Feltri, invitato alla puntata, che scrive sul Giornale "Annozero non ha voluto invitare gli antifiniani".
Stesso Giornale che oggi parla di soccorso rosso per Fini.
Mi fa tanta tenerezza, chiosa Santoro: come l'imitazione azzeccatissima di Neri Marcore a Ghedini.
Processo breve, prescrizione dei processi che rischia di diventare prescrizione dei reati, i temi della puntata: che parte da una domanda "per i politici dobbiamo per forza aspettare le sentenze della magistratura?".
Fini nell'intervista con la Annunziata spiegava la sua idea per cui "dobbiamo essere al di sopra di ogni sospetto".
Ecco, ma nel 1994, quando Previti divenne ministro e aveva già accumulato 18 milioni di franchi svizzeri evasi, quando era sopra il sospetto?
E poi, questo paese può permettersi con la crisi e i licenziamenti che portano in piazza le persone della ex Eutelia, di continuare ad occuparsi dei problemi giudiziari del premier Berlusconi?
Possiamo continuare a bloccare il Parlamento su lodi, prescrizioni facili, riforme della giustizia penalizzanti per i magistrati, immunità e processi brevi?
Come si può parlare di complotto, quando l'opposizione (eccetto Di Pietro) è quanto mai conciliante per fare riforme insieme, non fa ostruzionismo? Anche ieri, tra i presenti in studio nella discussione (abbastanza pacata, almeno nella prima parte) la più battagliera era la "cattocomunista" Rosi Bindi.
E poi, di che complotto parliamo? Tra Fini e Berlusconi sembra sia stato trovato un accordo: Cosentino non si candida più (ma continua a gestore il Cipe), e i finiani appoggiano il "processo breve". Tutto qua?
E inoltre, come spiegava la stessa Bindi, alla fine alla Camera le leggi passano. Come la legge sul reato di clandestinità.
Oggi si parla della proposta bipartisan sulla cittadinanza breve per gli immigratati: peccato che nel paese, grazie alla politica portata avanti da frange di AN e della Lega, si stiano portando avanti situazioni come il "Bianco Natale" a Coccaglio.
Il pensiero unico che si sta affermando nel paese è ben diverso dalla visione di destra che vorrebbero portare avanti i "finiani" come la deputata Flavia Perina (cui oggi il giornale dedica un suo articolo). Una destra laica, inclusiva e repubblicana, rispettosa della Costituzione, che punta a fare riforme condivise.
Il tutto si scontra con i messaggi lanciati tramite i giornali di famiglia, tramite i messaggi lanciati dalla seconda carica dello stato mentre il presidente della Repubblica è all'estero.
Il rapporto magistratura e politica è stato affrontato dal procuratore aggiunto Ingroia: "in Italia si è scaricato tutto sul processo penale [..] si è trascurato il circuito della responsabilità politica. Ci sono situazioni dove non è la magistratura che deve fare un passo indietro, ma è la politica che deve fare un passo avanti".
Non basta dire che certe candidature siano inopportune.
In Germania, ricordava Ingroia, Kohl si è dimesso quando è stato toccato da uno scandalo.
Qui si incova spesso la volontà popolare, come se la maggioranza che ha portato a questo governo sia poi una maggioranza effettiva degli italiani. Come se il voto siano un assegno in bianco che copre e ripulisce tutto.
Travaglio, nel suo intervento, parlava del compagno Fini e citava le sue affermazioni scandalose. Ricordava poi le parole del premier, dopo la sentenza Mills e la bocciatura del lodo: "mi difenderò in tribunale come un leone".
Ecco, appunto.
Sandro Ruotolo, invece, intervistava alcuni dei pazienti finiti sotto i ferri dei medici del Santa Rita.
Vite spezzate, cui nessuno, se dovesse passare la legge, darà giustizia.
Quelle intercettazioni sono agghiaccianti: forse anche per questo fanno tanta paura ai politici e ai colletti bianchi.
Perchè mostrano il re nudo, il lato oscuro del potente.
In Italia siamo tutti intercettati, titolavano i giornali mesi fa, cavalcando l'emergenza intercettazioni e il presunto caso Genchi.
Bufale: basterebbe leggere il libro "C'era una volta l'intercettazione".
Technorati: Annozero
Contro l'antifiniano Feltri, invitato alla puntata, che scrive sul Giornale "Annozero non ha voluto invitare gli antifiniani".
Stesso Giornale che oggi parla di soccorso rosso per Fini.
Mi fa tanta tenerezza, chiosa Santoro: come l'imitazione azzeccatissima di Neri Marcore a Ghedini.
Processo breve, prescrizione dei processi che rischia di diventare prescrizione dei reati, i temi della puntata: che parte da una domanda "per i politici dobbiamo per forza aspettare le sentenze della magistratura?".
Fini nell'intervista con la Annunziata spiegava la sua idea per cui "dobbiamo essere al di sopra di ogni sospetto".
Ecco, ma nel 1994, quando Previti divenne ministro e aveva già accumulato 18 milioni di franchi svizzeri evasi, quando era sopra il sospetto?
E poi, questo paese può permettersi con la crisi e i licenziamenti che portano in piazza le persone della ex Eutelia, di continuare ad occuparsi dei problemi giudiziari del premier Berlusconi?
Possiamo continuare a bloccare il Parlamento su lodi, prescrizioni facili, riforme della giustizia penalizzanti per i magistrati, immunità e processi brevi?
Come si può parlare di complotto, quando l'opposizione (eccetto Di Pietro) è quanto mai conciliante per fare riforme insieme, non fa ostruzionismo? Anche ieri, tra i presenti in studio nella discussione (abbastanza pacata, almeno nella prima parte) la più battagliera era la "cattocomunista" Rosi Bindi.
E poi, di che complotto parliamo? Tra Fini e Berlusconi sembra sia stato trovato un accordo: Cosentino non si candida più (ma continua a gestore il Cipe), e i finiani appoggiano il "processo breve". Tutto qua?
E inoltre, come spiegava la stessa Bindi, alla fine alla Camera le leggi passano. Come la legge sul reato di clandestinità.
Oggi si parla della proposta bipartisan sulla cittadinanza breve per gli immigratati: peccato che nel paese, grazie alla politica portata avanti da frange di AN e della Lega, si stiano portando avanti situazioni come il "Bianco Natale" a Coccaglio.
Il pensiero unico che si sta affermando nel paese è ben diverso dalla visione di destra che vorrebbero portare avanti i "finiani" come la deputata Flavia Perina (cui oggi il giornale dedica un suo articolo). Una destra laica, inclusiva e repubblicana, rispettosa della Costituzione, che punta a fare riforme condivise.
Il tutto si scontra con i messaggi lanciati tramite i giornali di famiglia, tramite i messaggi lanciati dalla seconda carica dello stato mentre il presidente della Repubblica è all'estero.
Il rapporto magistratura e politica è stato affrontato dal procuratore aggiunto Ingroia: "in Italia si è scaricato tutto sul processo penale [..] si è trascurato il circuito della responsabilità politica. Ci sono situazioni dove non è la magistratura che deve fare un passo indietro, ma è la politica che deve fare un passo avanti".
Non basta dire che certe candidature siano inopportune.
In Germania, ricordava Ingroia, Kohl si è dimesso quando è stato toccato da uno scandalo.
Qui si incova spesso la volontà popolare, come se la maggioranza che ha portato a questo governo sia poi una maggioranza effettiva degli italiani. Come se il voto siano un assegno in bianco che copre e ripulisce tutto.
Travaglio, nel suo intervento, parlava del compagno Fini e citava le sue affermazioni scandalose. Ricordava poi le parole del premier, dopo la sentenza Mills e la bocciatura del lodo: "mi difenderò in tribunale come un leone".
Ecco, appunto.
Sandro Ruotolo, invece, intervistava alcuni dei pazienti finiti sotto i ferri dei medici del Santa Rita.
Vite spezzate, cui nessuno, se dovesse passare la legge, darà giustizia.
Quelle intercettazioni sono agghiaccianti: forse anche per questo fanno tanta paura ai politici e ai colletti bianchi.
Perchè mostrano il re nudo, il lato oscuro del potente.
In Italia siamo tutti intercettati, titolavano i giornali mesi fa, cavalcando l'emergenza intercettazioni e il presunto caso Genchi.
Bufale: basterebbe leggere il libro "C'era una volta l'intercettazione".
Technorati: Annozero
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