Questa mattina mentre ero in treno, bloccato per un guasto al convoglio davanti al mio, ho iniziato a pensare. E' triste rendersi conto che in questo mondo in cui si è sempre costretti a correre, l'unico momento di pausa (in cui avere del tempo per pensare), ce l'hai solo nei guasti del treno.
Pensavo ai ritardi dei treni dei pendolari. Treni che si guastano per la scarsa manutenzione. Treni che non si possono sostituire.
Treni che impiegano 1 ora e 45 minuti per fare 20 km tra Milano e casa mia.
Perchè mancano i soldi. Soldi che si perdono in ponti, in progetti per grandi opere.
Ma questa è un'altra storia.
Perso dietro questi pensieri, ho iniziato ad origliare i discorsi degli altri viaggiatori, le "vite degli altri".
De tempo ne avevo. D'altronde, pensieri e pendolari sono tutte e due parole che iniziano per "p".
1 commento:
mio padre fa il pendolare, tra torino e milano, per cui tramite i suoi racconti conosco bene la triste realtà di chi ogni giorno deve affrontare le nostre ferrovie per poter "portare a casa la pagnotta"!..qualche tempo fa "Il Fatto Quotidiano" ha pubblicato uno stupendo reportage su questa realtà....si soldi vanno in grandi opere, per finanziare la solita vecchia cricca fatta di mafia e potere...ma tanti continuano a credere lui,e di chi parlo è chiaro, e io non riesco a capire il perchè, eppure ci penso ogni giorno!
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