11 maggio 2012

Servizio pubblico - l'anno del Grillo

Il post elezioni amministrative ha sancito l'inizio della fine di questo sistema dei partiti che oggi può solo decidere fino a quando vuole andare avanti e trascinare con se nella disfatta il paese.
Ha sancito anche la voglia di nuovo che hanno i cittadini: che vuol dire non solo l'exploit di Beppe Grillo, del Movimento 5 Stelle e dei grillini (finalmente facce giovani e nuove in politica!), ma anche la vittoria dei candidati outsider (Doria a Genova) o comunque lontani dalle logiche di partito (l'usato garantito Orlando a Palermo).

Il segnale di protesta dovrebbe essere arrivato, ma siamo in attesa di una risposta da chi di dovere. Da chi è pagato lautamente per dare soluzioni ai problemi del paese: in questi giorni un ministro si diceva preoccupato per la tenuta sociale del paese.

E ciaula scopre la luna ...

Che la situazione fosse grave qualcuno lo andava ripetendo da tempo: lo stesso Grillo quando tuonava contro le banche e contro i mercati. E veniva tacciato di fare antipolitica.
Sempre ad Annozero si era parlato, in tempi non sospetti, della crisi, del lavoro che non c'è, del dramma dei precari e di quelli che sul precariato hanno fatto la propria fortuna.
I pastori in Sardegna, il caso Eutelia a Milano, i precari nelle strutture opedaliere, nelle università ..

C'è rischio coesione sociale e sui giornali i commentatori parlano del rischio del ritorno del terrorismo. In un paese dove abbiamo convissuto (qualcuno anche senza troppi problemi) con mafie varie.

Oggi, come ha raccontato Rampini durante la trasmissione, l'Italia è ad un bivio, tra la Francia che ha scelto Hollande per il cambiamento e la Grecia. Vicina ad una china pericolosa, per la crescita dei partiti di estrema destra, con le loro proposte antisistema.

Hollande ha preso su di sè il peso della protesta contro la finanza e contro i mercati. Ha lanciato un messaggio chiaro all'Europa e alla Germania. Così non va bene.
In Italia, si balbetta, si denuncia l'antipolitica, il rischio dei demagoghi, di quelli come Grillo che vogliono solo abbattere i partiti. Dimenticando di qualche cosetta.

Grillo che sarà pure un comico, ha fatto un programma molto chiaro e conciso (più di quello di molti partiti "responsabili").
Che Grillo non ha governato, non ha fatto opposizione, non è responsabile della malapolitica che oggi ci ha portato ad avere questo debito, questo livello di corruzione e di evasione.
Che prima di Monti c'era gente come "condono" Tremonti: quello che oggi se ne va in giro dicendo "io l'avevo detto", che è tutta colpa di Berlusconi, che la crisi è internazionale. E che quando è stato ministro lui lo spread era sotto controllo, c'è stata crescita, c'è stata prosperità e pace sociale.
Pure questo ho dovuto sentire ieri sera (e non capisco perchè Santoro lo inviti sempre ..).

La copertina della puntata sulla Rai.
Nella copertina della puntata, iniziata sulle note di Jannacci "vengo anch'io ..", Santoro si è rivolto a Grillo e poi a Monti. Parlava della televisione: quella che Grillo ha proibito ai candidati del suo movimento.

“Ho un grillo per la testa anch’io”…dice…a proposito del suo impegno riguardo la dirigenza Rai - “Con Freccero ci siamo proposti per partecipare alla gestione della RAI. Abbiamo detto “vengo anch’io!” ma Monti non si è degnato nemmeno di risponderci “No, tu no!”. “I maligni dicono che il Governo non sia contento di come vadano le cose in Rai, eppure pare che se si facesse qualcosa, tipo far intervenire Marco Travaglio,  uno a caso si alzerebbe e staccherebbe la spina…”. E così si potrebbe vedere chi è che antepone i suoi interessi a quelli del paese.
Monti ha scelto di rinviare tutto alle decisioni dei partiti (gli stessi che stanno occupando la Rai): c'è l'impressione, ha continuato Santoro, che in questo paese ci sia una certa diffidenza da chi è considerato diverso da noi, mentre ci sia una certa tolleranza nei conflitti di interesse.
Proprio Monti che ha combattuto Microsoft, riesce ad accettare che siano questi partiti a decidere chi va in televisione.
"Poi non lamentiamoci se gli italiani hanno in tanti Grilli per la testa .. io continuo a ritenere Grillo un servizio pubblico".

Il servizio di Stefano Bianchi sull'Imu per i pensionati.
Forse i tecnici non ci avevano pensato (e chi ci doveva pensare allora?): l'effetto dell'IMU sui pensionati, su quelli che sono andati in ospizio e ora dovranno pagare la tassa su una casa non usata.
Al peso di questa tassa su quanti hanno altre case date in affitto.
Non tutto è colpa dei tecnici: lo stesso professore nella conferenza stampa di lunedì aveva parlato delle colpe di quanti c'erano prima, per le conseguenze umane della crisi.

La domanda in studio, rivolta all'ex sindacalista Cofferati e all'ex ministro Tremonti: questa crisi è solo colpa del passato o anche di quanto non si fa adesso?
Rischiamo di finire come la Grecia, cioè di arrivare ad una situazione di ingovernabilità?

Tremonti: “Il nostro è un paese molto forte, quindi la visione dell’insieme non è negativa. Noi abbiamo fatto un enorme debito pubblico dagli anni Settanta, in origine era per motivi nobili. Questa fu la scelta di quegli anni. Poi c’è stata una degenerazione con la sfortuna finanziaria e poi la democrazia di corrompe. Quella che all’inizio era una scelta illuminata corrompe la democrazia trasformandola in deficit”.

Tremonti ha riconosciuto il lavoro di Ciampi, Prodi, Padoa Schioppa : ma poi ha difeso il suo operato nei precedenti anni.
Il debito pubblico è cresciuto meno che in altri paesi, non abbiamo tagliato la spesa socale (e i tagli lineari?), non abbiamo aiutato le banche.
Con l'euro si è sistemata l'economia provata, ma non quella pubblica, che sconta il prezo di troppa burocrazia (ma a quella non ci dovevano pensare Calderoli e Brunetta?).
Poi c'è stato lo scontro con Berlusconi, la lettera ricattatoria della BCE, e poi Monti.
Che ha sbagliato facendo prima le tasse, poi l'aumento delle tariffe, poi un pò di spesa pubblica e ora i tagli.
E nonostante questo non c'è crescita e lo spread è fuori controllo.

Cofferati: “Sono molto preoccupato perché penso che il peggio debba ancora arrivare e la preoccupazione deriva dal fatto che non vedo consapevolezza adeguata rispetto a ciò che stiamo passando. La fase dei finanziamenti finisce nell’estate del ’92 che è un’estate che non dimenticheremo facilmente”.
Non c'è consapevolezza dei rischi che stiamo correndo: da un ministro ci si aspetta qualche ipotesi di intervento per uscire dalla crisi.
Dopo il 1992 è arrivato Amato con la sua manovra durissima e la lira viene svalutata da Ciampi del 30% per evitare il crac.
Ma nel 1993 si cambia politica con Ciampi: Cofferati ha parlato della politica dei redditi, quella per cui veniva concertato assieme alle parti sociali, l'adeguamento dei ai rinnovi dei contratti in base all'inflazione.
Una politica che chiedeva sacrifici che però erano equi.
In questo modo gli stipendi degli italiani sono rimasti agganciati al costo della vita: questa politica è stata abbandonata negli anni dopo l'ingresso nell'Euro.
Perchè concedeva troppo potere alle parti sociali, sindacati e imprese.

E oggi assistiamo alla spesa del paese che è cresciuta, all'azienda manufatturiera in crisi perchè non si è rinnovata.
E oggi anche la Germania dovrà cambiare politica, anche lei avrà i suoi problemi con l'export se tutta l'Europa va in crisi.

Peccato che mentre in Francia ci sia Hollande, che ha avto il coraggio di prendere in sè il voto di protesta, in Italia i partiti devono ancora assimilare il fenomeno Grillo, come ha testimoniato il pezzo di Bertazzoni.

Rampini in collegamento da New York: “Da qui si guarda con molta preoccupazione tutto il quadro europeo. Si parlava della bancarotta definitiva della Grecia con la definitiva uscita dall’Euro, della crisi spagnola, che se dovesse continuare la recessione europea inciderebbe sugli Stati Uniti. Per l’America il trionfo di Hollande è la chiara punizione dell’elettorato nei confronti di chi ha gestito male la crisi. L’Italia viene vista come in bilico…gli americani sono preoccupati per l’Italia che potrebbe andare verso la direzione francese ma anche verso la bancarotta greca”.
L'interventismo keinesiano di Hollande può far piacere a Obama e anche a Wall Street (che in genere odia i socialisti), per i soldi pubblici investiti come stimolo della ripresa.
Ma la Grecia fa paura.

E anche l'Italia dovrebbe iniziare far paura: il servizio dal Giambellino, al mercato di via Papiniano, mostrava l'Italia della crisi vera e delle persone che iniziano a parlare con noi e loro.

"A noi chiedono i sacrifici, ma loro non ne fanno!". Pensionati, disoccupati e precari che fanno fatica ad arrivare a fine mese e che ora con l'arrivo l'Imu, la nuova tassa sugli immobili dicono al giornalista che l'unica soluzione e "non pagare più niente a nessuno".



Noi poveri e loro, lo stato, che chiede tasse e non fa niente. Non è solo lo stato sociale che è finito. E' proprio lo stato che rischia di implodere.
E non si può continuare a dare le colpe alla Merkel, alla Germania, all'Europa.
E l'evasione? La corruzione? Le spese pazze dei partiti? I soldi alle imprese che poi non creano posti di lavoro? E Termini Imerese, Pomigliano?
E i casi Belsito, Lusi, Lavitola, De Gregorio ?
E la finanza globale (come ha ricordato Tommaso Cacciari)? E i derivati? E le banche nostrane che in questi anni non hanno fatto il loro mestiere?

Ha ragione Cofferati: i prossimi mesi saranno difficili.

L'intervista alla sorella di Di Pietro, donna Concetta.



L'intervento di Travaglio: “Quelli che avevano capito tutto…”

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