Non è a questo punto difficile immaginare quale sarà l'agenda, non quella di Monti, ma quella che ci aspetta per i prossimi mesi.
Su pressione del PDL e di Berlusconi (alla faccia di quanti dicono che non conta più nulla), si voterà assieme regionali e elezioni nazionali: questo in spregio al volere dei cittadini (del Lazio che si erano rivolti al TAR contro la Polverini) e della sentenza della consulta che parla di 90 giorni di tempo, per fissare le elezioni.
Si manterrà il porcellum, troppo comodo mantenere il controllo delle liste: da questoverrà solo eliminato il (super) premio alla coalizione, per mantenere in una situazione di pareggio il vincitore.
Che non sarà il centrodestra, il PDL, dove gli 11 scesi in campo sono solo uno specchietto per le allodole.
Spostando le elezioni a marzo Napolitano così potrà gestire , nelle ultime settimane, la nomina del premier. E anche il suo successore: Letta? O addirittura Berlusconi? D'altronde, se le sue onorevoli si chiamano amazzoni, potrebbe essere un passo avanti nella sostituzione dei corazzieri.
Bersani premier e Monti ministro delle finanze? Oppure Monti ministro e primo ministro?
Poco importa perché, a breve, l'Italia potrebbe chiedere un aiuto al fondo salva stati, bloccando così, una volta per sempre, l'agenda politica.
In politica entreranno anche i movimenti e le liste pro monti e pro grande centro. Come la Cisl di Bonanni: paradossale che, proprio la Cisl che ha sempre accusato la Fiom di fare politica, ora partecipi alle assemblee di Montezemolo, con Passera a fianco.
Certo, non si presenterà alle elezioni politiche, ma la sua presenza sotto il palco, era chiara. Quando Passera e Bonanni si incontrano per discutere si produttività, si incontrano come ministro e rappresentante del secondo sindacato, oppure come due politici?
A proposito di produttività, questa riforma chiude il cerchio delle cose che Berlusconi voleva fare e sono dovuti arrivare i tecnici. Come per la riforma delle pensioni, quella del lavoro che toglie l'articolo 18 di mezzo.
Anche questo accordo sulla produttività, che vede la CGIL unico sindacato contrario, di fatto applica il modello Pomigliano a tutti, andando in deroga ai contratti nazionali, in previsione di una detassazione degli incentivi in busta paga.
Tutti d'accordo? Va tutto bene?
Spero solo di aver sbagliato previsione.
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