15 novembre 2012

Undercover di Roberto Riccardi

Niente è come sembra
«Nelle famiglie di rispetto, una volta, ai bambini appena nati si metteva vicino un coltello e una chiave». [..]
«Quegli oggetti sono dei simboli» riprende. «Il coltello rappresenta gli uomini d'onore, la chiave gli sbirri». Tossisce. «Senza offesa, Rocco. E' una prova». Estrae il pacchetto delle sigarette e se ne accende una. Mi manda il fumo negli occhi senza volerlo. «Se il bambino tocca per primo il coltello, sarà un uomo di rispetto. Se tocca la chiave sarà uno di voi». Pronuncia quel "voi" senza espressione, ma ciò che pensa mi arriva ugualmente. Non sono il solo a sapere che fra noi c'è una distanza.
Rocco e Nino sono il coltello e la chiave, lo sbirro e lo ndranghetista: cresciuti assieme in un piccolo paesino dell'Aspromonte dove il tuo destino è già stabilito dalla famiglia in cui nasci (o forse è questo quello che gli uomini d'onore vogliono credere di loro stessi), li vedremo crescere e seguire le rispettive strade, che li porteranno su fronti opposto.
Rocco, figlio di un carabiniere, diventa prima allievo maresciallo per poi essere chiamato come agente "undercover" dentro la Direzione antidroga.
Nino, figlio di un uomo di rispetto, viene affiliato alla locale per mano del capobastone e fatto entrare nell'onorata società in nome degli antichi cavalieri Osso, Mastrosso e Carcagnosso.
Per diventare poi un esponente di spicco di una 'ndrina dedita al traffico internazionale di droga.

Dentro la Direzione Antidroga Rocco conosce quello che diventerà il suo mentore, nel mondo dell'infiltrazione: il commissario Nicola Clemente, chiamato "il regista", e anche la giovane ispettrice di polizia Vera Morandi. Bella ma sfuggente. Qui impara le due regole del gioco, per infiltrarsi nel mondo dei narcotrafficanti: "niente è come sembra", il comandamento del regista e  "non lasciarti coinvolgere o non riuscirai a controllare il pericolo", quello della collega della polizia.

Dopo aver abbandonato il gruppo, per proseguire la carriera come ufficiale nell'arma, Rocco è costretto a rientrare nella direzione antidroga per la sparizione del commissario Clemente, probabilmente ucciso in Messico, durante una delle sue operazioni come infiltrato.

Gli viene chiesto di infiltrarsi a sua volta, per scoprire cosa è successo: c'è una nave con sette tonnellate di cocaina, coltivata dai campi della Colombia e passata per i narcotrafficanti del Messico, che sta per attraccare in Italia: Rocco sarà lo sbirro corrotto che permetterà alla ndrina dell'ex amico di infanzia Nino, di far sbarcare in Italia tutta quella montagna di droga.

Undercover è un romanzo dal respiro internazionale: si comprende, leggendo le pagine del libro, quanto sia globalizzato il mondo, specie per la criminalità organizzata. Come la ndrangheta che, grazie ai suoi profitti nel traffico della droga, riesce a conquistarse sempre più credito tra le altre organizzazioni criminali. A comprarsi poliziotti, imprese, politici.

"I calabresi sono invece intelligenti, si muovono sottotraccia come piante dalle radici sotterranee. Hanno soppiantato i siciliani in Estremo Oriente e nelle Americhe, in australia e in Europa. Ovunque ci fosse da guadagnare arrivano loro. Sono diventati leader nle traffico mondiale della droga per senza possedere fonti di produzione, pagando la bamba colombiana con l'eroina, mettendo i capitali al sicuro nei paradisi fiscali, investendo, comprando governi e scalando multinazionali."
pagina 70 
Potere che nasce non solo dalla ferocia dei boss e dei capibastone: la forza delle ndrine sta nel sapere trovare gli uomini chiave, i cosiddetti colletti bianchi, con cui entrare nelle bianche, dentro le aziende in crisi e bisognose di liquidità, dentro i consigli comunali e regionali.
"Cosa Nostra è un'organizzazione diversa, non te lo scordare. Le nostre 'ndrine sono a base familiare, per vuotare il sacco devi essere disposto a tradire tuo padre, i tuoi fratelli. E' più difficile".
«Speriamo. Come sta il commendadore?»
Nino si accende una sigaretta.
«Quell'uomo è un mago del riciclaggio, fa diventare oro tutto quello che tocca. Sa pensare in grande, da quando gli abbiamo affidato la gestione dei capitali sta comprando dappertutto: pacchetti azionari da cmopagnie miltinazionali, una banca in Russia, a Bruxelles un intero quartiere. In Germania e in Olamnda non ne parliamo, stiamo rilevando catene di locali per trasformarli in ristoranti italian style. La gente lì ci va matta. Giustamente perché si mangia benissimo. Ma il vero pallino del commendatore è la politica. In Calabria controlliamo parecchi voti, a Roma abbiamo appoggi e referenti. E lui non si accontenta mai, dice che il nostro potere non deve avere confini»
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E il problema, per questi gruppi, non è affatto procurarsi il denaro:
«Il problema della ndrangheta oggi non è fare denaro, è lavarlo. Servono colletti bianchi, investimenti puliti. La piazza principale è Milano, dove ci sono quasi trecentomila imprese e il solo Ortomercato ha un volume d'affari di tre milioni al giorno. Ma abbiamo in pugno altre città».
pagina 156
La forza di questo libro, scritto grazie alle esperienze dirette del colonnello Roberto Riccardi  ("storia di vita toccata con mano", ha scritto nella prefazione della mia copia) non è solo nella verosimiglianza del racconto, ma anche nel saper descrivere l'umanità (e la disumanità) dei personaggi che si incontrano.
A cominciare da Rocco, per cui non è sempre facile non lasciarsi coinvolgere dai sentimenti, dai ricordi del passato. Ma che trova la sua forza proprio nel ricordo del padre carabiniere, perso troppo presto.

Carlos Romero, il feroce proprietario di una hacienda nella foresta colombiana, dove sfruttando il lavoro di centinaia di campesinos, produce la droga che poi vende ai cartelli messicani. 
Come i Los Zetas, una formazione di ex militari del governo, passati dall'altra parte della barricata, al traffico di droga. Potenza del denaro.
Rosario Romero, un'affascinante mercente d'arte colombiana, ma di origini olandesi: sarà lei la tramite per conto dei messicani, con Rocco. Un fiore nel fango (capirete nel finale).

Dalla foresta colombiana distrutta proprio dai coltivatori di droga, al Messico delle favelas dove impari la violenza fin da bambino. Fino all'Italia dove questo gruppo di persone coraggiose (gli undercover) cerca di fermare questo mostro, la ndragheta, che riesce a moltiplicare i propri profitti grazie al traffico della droga.
Un mondo pieno di violenza, dove nessuno è innocente e per cui "se si risale la scala delle colpe, alla fine non resta nessuno".
E' solo un apparente lieto fine quello cui si arriva, alle ultime pagine, piene di colpi di scena.

L'incipit del romanzo, qui.
La scheda del libro sul sito di E/O.
Il link per ordinare il libro su ibs
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