Una parola anche per i nostri grandi creditori e in buona parte azionisti del presente e del passato, le banche. Proprio loro non lesinarono il credito a basso prezzo quando si trattò di acquisire Recoletos, aprirono il portafoglio per un miliardo di euro senza battere ciglio, anzi strizzando l'occhiolino - un atteggiamento ben diverso da quello riservato di solito ai comuni mortali che vengono vessati da mille richieste e difficoltà quando chiedono un mutuo in banca. Oggi le banche fanno la voce grossa per rinegoziare il debito, chiedendo tassi d'interesse stratosferici e imponendo tappe di rientro forzato del debito. Da qui ipotesi di cessioni, riduzioni dei costi, cassa integrazione: idee sciagurate che vedono coinvolti 800 lavoratori che nulla hanno avuto a che fare con gli errori di gestione suddetti, ma anzi in tanti casi si sono opposti - non ascoltati - a tali decisioni.
Per questa settimana noi ci aspettiamo da tutti voi la serietà che è dovuta da chi deve essere il motore della ripartenza economica e rivendica di essere al servizio della crescita sociale, civile e culturale del Paese.
Nessuno io mi chiamo; nessuno è il nome che mi danno il padre e la madre e inoltre tutti gli amici
27 maggio 2013
A proposito di banche
il comunicato sindacale di RCS termina con questo paragrafo:
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