05 maggio 2013

Sistema Lombardia

La Lombardia è considerata la locomotiva d'Italia, assieme a Veneto e Piemonte dovrebbe costituire, agli occhi dei governatori leghisti, la macroregione del nord. Quella che, considerando il PIL, il livello di sviluppo, potrebbe essere considerata più una regione del sud della Germania che una regione del belpaese.
Ma c'è anche un lato oscuro nella locomotiva: sono tutte le inchieste sulla corruzione venute fuori in questi anni. Da quelle sulla sanità, legate ai rimborsi per le prestazioni (il modello di eccellenza lombardo), a quelle legate alle costruzioni delle opere strategiche. Non è solo l'Expo coi suoi miliardi a fare gola a molti, ma c'è anche l'alta velocità, la tangenziali lombarde e autostrade messe a piane nel passato e confermate da questa giunta. Se nella sanità il modello lombardo è quello della sussidiarietà, con pubblico e privato messi apparentemente sullo stesso piano, nel settore dei trasporti il modello prevalente è quello della gomma, con buona pace dei pendolari.

Report, nell'inchiesta di Alberto Nerazzini, parlerà di corruzione dentro il sistema Lombardia. Si tornerà a parlare di Formigoni (dopo l'inchiesta su Cl e i Memores Domini) che non è più commissario straordinario per Expo.
Cosa intende fare questa giunta per contrastare la corruzione, la presenza della ndrangheta nelle grandi opere, e per ridare credito alla sanità regionale (come i licenziamenti messi sul tavolo dalla nuova amministrazione del S. Raffaele), e anche relativamente ai casi di malasanità?

L'anticipazione della puntata su Reportime:


La scheda della puntata DO UT DES di Alberto Nerazzini
La chiamano il motore trainante dell’economia: è la Lombardia, 10 milioni di abitanti, un quinto del PIL italiano. Ed è la regione colpita da una «serie sconcertante di fenomeni corruttivi e concussivi nella pubblica amministrazione», come sottolinea il procuratore regionale della Corte dei Conti, per il quale la «piaga della corruzione è ben più grave rispetto a vent’anni fa», ai tempi di Mani Pulite. Roberto Formigoni, costretto a interrompere la sua quarta legislatura consecutiva – dopo quasi 18 anni di governo – proprio a causa delle inchieste e degli arresti che colpiscono i politici regionali, oggi fa il senatore della Repubblica. È l’indagato più importante: è accusato di associazione per delinquere, ma è ancora Commissario generale dell’Expo Milano 2015. La Lombardia riparte da Roberto Maroni e da una rinnovata alleanza Pdl-Lega. Qual è l’agenda politica? E soprattutto: la corruzione dilagante è una delle questioni sul tavolo?
Dopo la corruzione, si parlerà del turismo, un settore che potrebbe essere il nostro fiore all'occhiello, creare sviluppo, posti di lavoro e PIL.
Non dovremmo fare niente: chi è venuto prima di di noi ha fatto abbastanza, lasciandoci sul territorio tutte le opere d'arte e le bellezze del nostro territorio, che dovremmo solo valorizzare.
Altro che Grandi opere, inutili.
Oggi, per ridurre il debito pubblico si parla ancora di dismissione di beni pubblici: se da una parte non possiamo lasciare i palazzi e i beni del pubblico all'incuria , dall'altra parte l'esperienza del passato ha dimostrato come queste vendite siano delle svendite dove a guadagnare sono le banche. Questa sera si parlerà di Ferrara, dove un palazzo del comune è stato dato in gestione a dei privati affinché lo rimettessero a posto.
Si può fare.

BELLI DA MORIRE Stefania Rimini
Con il patrimonio che abbiamo di natura, di arte, di cultura, enologico, gastronomico, dovremmo essere ricchi e felici ... com'è che non riusciamo a metterlo a frutto? Nonostante il made in Italy e la creatività per cui siamo famosi, le nuove imprese che ruotano intorno al patrimonio non riescono a partire, che siano a Milano o a Catania. Di chi è la responsabilità? Intanto gli amministratori dei nostri beni culturali regalano a Google la possibilità di digitalizzare i nostri tesori più belli, dagli Uffizi alle calli di Venezia, e le imprese italiane che fanno lo stesso lavoro vengono lasciate a becco asciutto. E ancora, chi sono i privati che fanno affari all'interno dei musei pubblici e chi raccomanda chi? Quando poi si tratta di turismo, il nostro Paese è talmente bello che noi pensiamo di poter vivere di rendita, perché chiunque nel mondo prima di morire doveva venire a vedere l'Italia. Peccato che il mondo è cambiato, ci sono i social network e internet e il turista non è più lo stesso, vuole fare attività e avere servizi, mentre le Regioni che hanno il compito di fare promozione continuano a vendere il fatto che siamo belli, come trent'anni fa. Quando poi si tratta di paesaggio, nessuno ci batte: chi vuole vedere il paesaggio dell'uomo viene in Italia. Abbiamo 121 paesaggi rurali e pastorali storici, dai castagneti monumentali della Toscana ai terrazzamenti della Liguria, ma sono anche i più minacciati: dall'abbandono e dalle norme europee. Bisogna agire subito perché il nostro patrimonio è la strada per uscire dalla crisi. .

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