20 maggio 2013

Report – il transatlantico delle nebbie


Il finanziamento pubblico ai partiti è un modo per garantire anche alle persone meno ricche di entrare in politica.
Come si finanzieranno i partiti, ora che hanno deciso di abolire il finanziamento pubblico (300 ml in cinque anni)?
Che pretenderanno in cambio i privati, per i loro finanziamenti e donazioni?
E, infine, come si è finanziato in questa campagna il Movimento Cinque Stelle?

Queste le domande dell'inchiesta di Sabrina Giannini per Report.

Sono tutti d'accordo: aboliamo i soldi ai partiti. E li sostituiamo con le donazioni e la raccolta fondi fatta a livello territoriale.
Siccome deve valere per tutti il principio di trasparenza, pretenderemmo da tutti di conoscere la lista (aggiornata in tempo reale), di chi dona e quanto.
Perché prima delle elezioni sono tutti bravi, ma dopo cambia la musica: per il momento il PDL (i cui deputati hanno anche firmato un contratto che impone proprio questo principio) comunque hanno chiesto l'anticipo della rata per la loro parte.

Senza il pubblico, i soldi arriveranno dai privati: come Publitalia che, dal 1988 al 2004 ha scontato per 70 ml di euro la pubblicità a tutti i partiti di prima e seconda repubblica.
Come mai?
La risposta potremmo trovarla nel video della Camera dove, nel 2002, denunciava un accordo segreto tra Ds e Berlusconi e Letta per non toccare le televisioni.
Oggi quel Violante figura tra i saggi della repubblica.

Ma ci sono altri privati generosi: come il petroliere Moratti che finanziò con 10 ml di euro la campagna elettorale a sindaco di Milano della moglie.
Casini, che ha spostato la figlia dell'imprenditore ed editore Caltagirone. Che è anche uno dei finanziatori dell'UDC.
Casini era anche uno dei politici favorevoli alla privatizzazione dell'acqua e guarda caso il suocero possiede il 15% di Acea, la società che gestisce la rete idrica. Tutto torna.

Queste donazioni possono essere detratte dalle tasse: i soldi a Casini , Caltagirone li ha dati in assegni da 100000 euro per detrarli dalle tasse. In totale nella scorsa legislatura le detrazioni sono ammontate a 60 ml di euro, non tutte online e trasparenti.

Lo sponsor di Giovanardi è la Cremonini (che nel passato ha fatto causa a Report per un servizio).
Da quest'anno si può detrarre solo il 19% di donazioni, fino ad un massimo di 10000 euro (prima il limite era 100000 euro appunto). E sopra i 5000 euro possiamo conoscere i finanziatori. Ma con calma, dopo le elezioni.

Le fondazioni.
Dovrebbero essere un serbatoio per raccogliere idee e proposte: ogni big politico ne ha una.
Come Renzi, favorevole all'abolizione del finanziamento pubblico. Ha pubblicato online la lista dei suoi finanziatori.
La fondazione “Big bang” ha incassato aiuti da professionisti, fondi di private equity, SGR: ma dopo 3 mesi la lista non è ancora completa, per colpa della privacy, spiega Renzi.
La sua fondazione , tra l'altro, non è nemmeno registrata alla prefettura.
Insomma, anziché prendere spunto dal modello americano, dove sai tutto in tempo reale e prima delle elezioni, si è fatta la solita cosa all'italiana.

E anche con una certa spocchia: “voi siete contro la cultura”, rispondeva D'Alema (non laureato) alla giornalista di Report, che gli voleva chiedere di Italianieuropei.

Oggi siamo tutti riformisti e le fondazioni ricalcano questo stile: quello di un paese di riformisti senza riforme. Anziché promuovere idee, ci si accontenta di fare convegli.
Non sono obbligate a presentare né bilanci né la lista dei finanziamenti.

E chi da i soldi a queste fondazioni? Spesso troviamo società pubbliche, come Eni, Erg (che finanziano per esempio Magna Carta), che tra l'altro puntano le proprie fiches su più fondazioni (hai visto mai..).
Le banche, la Cdp, Morgan Stanley, che finanzia Aspen.
British Tocacco, infine, ha dato dei fondi a Italianieuropei.

A che fine?
Tommaso di Lernia è l'ex manager che ha spiegato il meccanismo delle tangenti nel sistema Enav – Finmeccanica. Gli uomini di Finmeccanica davano soldi a uomini politici che decidevano le nomine nelle società tramite proprio le rispettive fondazioni.
Di Lernia ha fatto il nome di Brancher e della fondazione Casa della libertà, oggi in liquidazione.

Ma c'è anche il caso di Penati, dove i pm ritengono che la sua fondazione sia servita a raccogliere soldi dagli imprenditori.

La Gabanelli ha ricordato che negli USA queste informazioni sono pubbliche e aggiornate in tempo reale. In Germania le fondazioni sono pubbliche e devono rendicontare tutto.
In Italia sono quella di Veltroni ha dato a Report la lista di tutti i fondi, senza creare problemi di privacy.

I beni dei partiti.
Dopo la fusione tra DS e Margherita, i 2399 immobili dell'ex PCI sono stati blindati in 62 fondazioni private, con a capo un presidente eletto a vita. Un modo per toglierle dalle grinfie dei partiti e dei loro tesorieri (e poi si lamentano se gli elettori non credono alla fusione a freddo .. nemmeno loro credono nel progetto PD).
L'ex tesoriere Sposetti, che ha accettato l'intervista, ha giustificato l'operazione con la necessità di “proteggere la storia” e le donazioni dei vecchi militanti PCI.

Oggi le case del popolo sono state vendute, per cercare di ripianare i debiti del partito e de l'Unità (ancora in rosso per 190 ml).
Queste fondazioni possiedono anche le società immobiliari: come sono i loro bilanci? Perché non si ripiana il debito con questi immobili?
Dice il presidente di Fondazione Duemila che queste società non hanno bilanci brillanti.
Parliamo, su 2400 immobili, di 600 case a reddito (le altre sono in comodato d'uso al PD o non agibili).

C'è il rischio però che il debito de l'Unità lo pagheremo noi: per una norma stabilita durante il governo D'Alema (e dove il capo dipartimento dell'editoria era Mauro Masi), che ha creato il “fondo speciale di garanzia”.

Sarebbe una beffa. Non solo hanno amministrato male un giornale, ma poi nemmeno pagheranno questi cattivi dirigenti.

Oltre ai DS, ci sono i 400 ml di immobili di An, blindati dentro una fondazione di Matteoli, Gasparri, La Russa. Nella fondazione privata sono finiti anche i soldi pubblici all'ex partito.
Ci sono anche i 172 immobili dell'ex DC e quelli dell'ex PSI. Spariti.
MILENA GABANELLI - IN STUDIOMa perché dovremmo pagare noi i vostri 200 milioni di debiti? Come se non neavessimo già abbastanza grazie all’incapacità politica. Adesso dopo 13 anni ildipartimento per l’editoria ha scoperto che forse la storia non è così chiara e quindinon è escluso che tocchi a voi saldare i conti con la vostra storia. Potete sempre farvidonare un po’ di quei 2.400 immobili che avete donato ai vostri colleghi di partito.Anche AN però non ha scherzato: i 400 milioni di immobili dell’estinto AN appuntosono finiti blindati dentro alla fondazione di Larussa, Alemanno, Gasparri, Matteoli,autorizzata dal prefetto di Roma, nonostante dentro ci fossero anche 80 milioni dirimborsi elettorali, quindi soldi pubblici che con una firma sono diventati privati. E poiche dire di 172 immobili della DC e quelli del PSI. Patrimoni svaniti alla faccia di tuttiquelli che hanno contribuito a costruirlo. Come dire, quando c’è bisogno chiedo iltesseramento, quando c’è da decidere sono in 3 o 4. E chi ha ci ha messo del suo non sempre sa come viene usato e tanto meno come va a finire. E’ chiaro che la politica ha un costo, e allora questo la novità del momento, come si è finanziato il Movimento 5 Stelle, questo dopo la pubblicità.
Come si finanzia il M5S?
Né Casaleggio né Grillo hanno accettato interviste.
La giornalista voleva chiedere ai due come sono stati raccolti i 400000 euro durante la campagna elettorale. Un sommario di queste è stato pubblicato in rete, ma senza i nomi dei donatori.

Il sito di Grillo, come anche quello di Di Pietro, sono gestiti dalla Casaleggio associati: il sito di Grillo, che detiene il simbolo del M5S, guadagna dalla pubblicità e, di riflesso, lo stesso Casaleggio guadagna dal successo di un movimento (o non partito) pubblico.
“è un imprenditore e non fa beneficenza”, spiega il senatore Giarrusso che poi se la prende con la giornalista “noi siamo il massimo della trasparenza”.

Forse non sanno come funzionano le cose in America. Perché non si pubblicano i bilanci del blog di Grillo?
I “cittadini” del movimento espulsi (Tavolazzi, Favia, Salsi) erano persone che chiedevano maggiore trasparenza nei rapporti tra Casaleggio e il partito.
Si erano messi in contrasto con il guru, accusato di decidere i parlamentari, il codice di comportamento e i portavoce. La comunicazione la decide Grillo e le sue persone: Rocco Casalino (l'ex GF), il blogger Messora e il video blogger Virzì.

Casaleggio proviene da Telecom: era AD di Webegg, mandato via dopo due anni di bilanci in perdita, nonostante le consulenze costose.
Nel 2004 fondò Casaleggio e l'anno successivo incontrò Grillo , che smise di prendere a martellate i computer.

Chissà, forse oltre ad aprire come un scatola di tonno il parlamento, Grillo potrebbe fare una operazione trasparenza anche per il sito.
In ogni caso, col 25% di voti presi, forse sarebbe ora di tirare fuori qualche idea. Basta parlare di scontrini.
Il finanziamento pubblico esiste in tutta Europa, proprio per garantire l'accesso anche a movimenti che non hanno una lobby potente dietro.
MILENA GABANELLI – IN STUDIOBene, in assenza dei protagonisti che hanno preferito declinare l’invito, dueconsiderazioni: la prima, il movimento è esploso in pochi mesi,nel disordinepretendere subito ordine nei conti comprendiamo che è complesso, ma aspettiamoquanto prima la pubblicazione delle fatture promesse. Secondo l’house organ delmovimento di fatto è il blog, la voce politica passa da lì, i proventi vanno anche almovimento oppure no? Domanda semplice, trasparenza esige risposta, anche se lalegge non vi obbliga. Ciò detto, con 3 milioni di disoccupati smettete di parlare deiscontrini, e il vostro 25% di voti tiri fuori tutte le idee che ha. Nessuno di noi, nessunoal mondo pensa che la politica viva d’aria, e per garantire, affinché garantiscal’interesse generale e non venga fatta solo dai ricchi, in tutta Europa è finanziata dalpubblico, l’imperativo è non buttare i soldi dalla finestra, come è stato fatto fino adadesso. Si potrebbe addirittura anche ipotizzare delle proposte alternative: quella peresempio di dare la possibilità alle persone fisiche - non alle imprese, perché possonoavere dei conflitti di interesse - di dare, di destinare ciò che vogliono a chi vogliono,interamente detraibile. Potrebbe anche essere un modo per premiare i risultati erenderci tutti più partecipi e responsabili. Nonché vigili.

Il link dove scaricare la trascrizione del servizio.

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