Mentre i ministri discutono dentro l'abbazia e a Roma si parla della diaria dei grillini, della manifestazione di Brescia, dei magistrati politicizzati e dell'esecutivo che non può essere appeso alle sentenze, nel resto del paese le cose vanno avanti come prima. Peggio di prima, forse.
Sappiamo che non verrà toccata la legge elettorale, non verrà fatta la legge sul conflitto di interessi e una vera legge contro la corruzione.
In Campania il PDL vuole riaprire i termini dei condoni.
Si vorrebbe anche una bella riforma della giustizia che finalmente separasse i politici dal rischio di essere indagati.
Non verrà toccata nemmeno la legge Fornero (che tanto bene ha fatto agli italiani), se non per piccole modifiche.
Ma mentre la cortina fumogena si spande a protezione del governo di pacificazione, qui in Lombardia si susseguono gli arresti di politici in odore di ndrangheta e per questioni di corruzione: 8 arresti a Trezzano sul Naviglio per una tangente da 500000 euro su lavori comunali.
Lunedì è partito il processo di Penati, ma a rischio prescrizione.
Per l'ex sindaco di Buccinasco sono stati chiesti 4 anni per corruzione, falso in atto pubblico e turbata libertà degli incanti.
E questo se si guarda nel piccolo. A livello macro assisteremo al rilancio delle grandi opere (come il TAV), quelle che causano l'indebitamento occulto che ricadrà sulle prossime generazioni.
Al finto scorporo di Telecom dalla rete, pagato coi soldi della Cassa depositi e prestiti. Una privatizzazione all'italiana.
Telecom manterrà il controllo al 51% della rete.
Povero paese
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