Ho letto l'articolo di Ainis "Chi ha paura delle riforme".
Non sono del tutto d'accordo ma accetto le sue considerazioni a difesa dell'iter parlamentare che accelera le riforme costituzionali.
Ma gli ribalto la domanda: chi ha paura della Costituzione, ovvero della sua completa applicazione?
Lavoro, tutele, diritti, abbattimento delle barriere che ostacolano l'emancipazione dell'individuo.
Perché è questo il punto.
E' vero che alla fine deciderà il Parlamento. Ma questo è un parlamento sotto ricatto (dei mercato, delle larghe intese, di Napolitano) di nominati.
E al referendum immagino che molti italiani voteranno come diranno le televisioni.
Appunto.
Vogliamo riformare la Costituzione (ed è giusto, ad esempio, per togliere il bicameralismo perfetto). Ma non sappiamo nemmeno applicare l'articolo 3, quello che recita che la legge è uguale per tutti.
E dunque, ripeto, chi ha paura della Costituzione?
Sono stanco di sentirmi ripetere che chi si oppone alla riforma dell'art 138 è ostile al cambiamento.
In un paese dove si chiedono sacrifici a molti, ma non si riescono a tagliare nemmeno le pensioni d'oro (e si nomina un pluri pensionato d'oro alla corte costituzionale).
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