Questa sera tornano le inchieste giornalistiche in prima serata su
Rai 3 (spostate al lunedì per avere più spazio): si parte il ciclo
di 4 puntate di Presa diretta, per poi passare la mano alle inchieste
di Report.
Trattandosi di inchieste giornalistiche, si andrà dentro i
problemi del nostro paese: le inchieste di Presadiretta (e anche
Report) hanno raccontato (anticipando i tempi, spesso) casi che poi
sono finiti sulle prime pagine dei giornali. Dal femminicidio,
all'Ilva di Taranto, il caso Monte dei Paschi, la Roma criminale ..
Questa sera, con la puntata “Ricchi
e poveri” si parla della forbice che si allarga sempre di
più tra ricchi e poveri: lo aveva raccontato bene la giornalista
Nunzia Penelope nel libro “Ricchi e poveri”.
"La
metà della ricchezza nazionale, e cioè oltre 4 mila miliardi di
euro, appartiene a una piccola minoranza pari al 10% della
popolazione: sei milioni di persone che vivono nell’assoluto
benessere. Al 90% dei cittadini, 54 milioni di persone, resta da
dividersi l’altra metà. Sembra quasi un gioco di parole, ma spiega
la ragione fondamentale per cui l’Italia è quel paradosso che è:
un paese ricco, abitato da poveri."
Ricchi e poveri – Nunzia Penelope
Da anni
questo paese sembra diventare un paese un per ricchi. Per la scuola,
per le cure e persino per fare le ferie.
Tutto questo non è accaduto per caso, o per colpa della crisi
mondiale come ripete la nostra classe politica (sempre incline a
scaricare su altri le proprie colpe).
Tutto ciò è frutto delle politiche dei governi di centro
sinistra e di centro destra di questi ultimi anni.
Soldi pubblici alle scuole private e alle cliniche private
convenzionate.
Blande politiche di lotta all'evasione.
Una tassazione sui patrimoni praticamente assente: ne è un
esempio l'eliminazione sull'Imu per la prima casa che è stata un
favore ai possessori di case di lusso, senza dare nessun aiuto agli
altri italiani che si vedranno rincarare l'Iva e le altre tasse
comunali.
Non si riesce a far pagare le tasse a tutti, perché gli evasori
votano e sono voti che fanno comodo a chi viene eletto. E allora la
maggioranza che paga le tasse fino all'ultimo (perché tassato alla
fonte) deve sostenere sulle sue spalle tutto il paese. Pagare la
sanità pubblica anche per quelli che hanno i conti all'estero e il
Suv intestato alla società.
Una parte del paese rischia di sprofondare nella povertà, perché
non ha lavoro o perché la sua azienda si è spostata all'estero
mentre era in ferie (una cosa vigliacca su cui nessuno fa niente).
Dall'altra parte i super ricchi, che forse la crisi non l'hanno
sentita.
La scheda della puntata (Rai3 , ore 21.10):
L’ Italia è il paese dove è più grande la ricchezza privata , più della Francia, più della Germania. Secondo uno studio di Bankitalia la somma di case, soldi cash nei conto correnti e soldi investiti in titoli e azioni assommerebbe alla cifra di 9mila miliardi di euro, quasi cinque volte il debito pubblico italiano.
Con questo rapporto tra debito e patrimonio se l’Italia fosse un’azienda nessuno la darebbe per fallita, ma il punto è che il debito è di tutti mentre la ricchezza privata è di pochi. Il 10 per cento degli italiani, infatti, possiede il 50 per cento di tutta la ricchezza privata del Paese. Eppure in questo momento di drammatica emergenza questa ricchezza è rimasta intatta e ai ricchi e super ricchi italiani non è stato chiesto alcun sacrificio.
Non c’è la patrimoniale e anzi la pressione fiscale sui patrimoni è diminuita negli ultimi dieci anni dal 9,8 al 5,9 per cento. Con “RICCHI E POVERI” vi porteremo dentro il mondo dei ricchi e super ricchi italiani, vi faremo vedere la vita che fanno, le case dove abitano, dove e come investono i loro soldi e le enormi possibilità che hanno di investire nel futuro dei loro figli. Mentre continua ad allargarsi la platea delle italiane e degli italiani che non riescono a vivere dignitosamente, anche dove meno te lo aspetti.
Pochi sanno che la città più povera del nord è Torino, capitale di una Regione che ha un milione di poveri. Vi racconteremo le ragioni del declino di Torino, la crisi industriale, le tante imprese che chiudono e la vita e la storia dei 40mila cassa integrati della città. Una cifra spaventosa che ha ridotto la capacità di consumo dei torinesi di due milioni di euro al giorno.
RICCHI E POVERI è un racconto di Alessandro Macina ed Elena Stramentinoli.
La
lettera di Iacona:
Carissime e carissimi, dal 2 settembre
PresaDiretta torna
in onda, questa volta di lunedì sera, in prima serata. Per questa
nuova stagione televisiva infatti RAITRE ha deciso il lunedì di
“vestirsi di inchiesta”, prima con PRESADIRETTA e poi a seguire
con REPORT, con l'alternanza che c'è sempre stata in questi ultimi
anni tra noi e il programma di Milena Gabanelli, fino a coprire tutta
la stagione 2013/2014 . Anche quest'anno, quindi, RAITRE investe nel
reportage in prima serata e continua ad essere l'unica rete
generalista capace di produrre e programmare più di trenta prime
serate tutte di inchiesta, da settembre fino a giugno. Una grande
scommessa e anche, lasciatemelo dire , una importante responsabilità
che intendiamo onorare con tutto il nostro impegno e passione. Quindi
cominciamo a settembre con le prime 4 puntate e poi torneremo in onda
a gennaio con la serie lunga di tredici puntate.
E adesso
qualche anticipazione sulle prime quattro puntate che stiamo
preparando per settembre. Se dovessi racchiuderle in una sola frase
le chiamerei IL RACCONTO DI UNA CRISI SPAVENTOSA, perchè questo è
quello che ci sta succedendo, perchè non c'è altro modo per
descrivere le migliaia di chiusure, fallimenti, aziende chiuse,
l'aumentare esponenziale di tutti gli indici di cassa integrazione e
disoccupazione, l'allargarsi della platea di quelli che non ce la
fanno più, che sono entrati nella zona di povertà, una platea fatta
ormai di milioni di persone, mentre ancora non si vede la luce alla
fine del tunnel, non ci sono cioè cenni di ripresa. Ecco quello che
ci è successo e che ci fa paura, la crisi è definitivamente esplosa
e adesso ne vediamo tutte le conseguenze. Prima fra tutte il crollo
di parti importanti del sistema industriale del nostro Paese. Del
resto è stato lo stesso Ministro dello Sviluppo Economico Flavio
Zanonato, intervenuto il 2 luglio scorso all'assemblea delle società
di assicurazione a parlare di “punto di non ritorno” con queste
testuali parole : “Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Anche
piccoli e sporadici segnali positivi non sono sufficienti. Non
abbiamo più tempo da perdere.”E sono molti gli economisti italiani
ed europei che sono convinti che se si va avanti così l'Italia e gli
altri Paesi in sofferenza del Sud Europa, Grecia, Spagna, Portogallo
e adesso anche la Francia, rischiano di avvitarsi in una spirale
recessiva che ridurrà ancora di più la ricchezza di questi Paesi,
diminuirà le entrate degli Stati, facendo aumentare ancora di più
il debito pubblico e vanificando così tutti i sacrifici imposti
dalle politiche di tagli e austerity. Qual è la ricetta allora ?
Come uscirne? Continuando con l'austerity o allentando i vincoli che
l'Europa ci impone? A chi dobbiamo credere, a quelli che ci dicono
che se siamo virtuosi ce la faremo o a quelli che lanciano l'allarme
del crollo e della deindustrializzazione del Paese, quelli che
sostengono che la cura da cavallo rischia solo di ammazzare il
cavallo ? Noi di PRESADIRETTA abbiamo deciso di credere ai nostri
occhi e alle nostre orecchie . In queste 4 puntate vi porteremo
quindi in giro per tutta l'Italia per vedere da vicino e toccare con
mano come si sta riducendo la ricchezza del nostro Paese , dal Sud al
Nord e cosa comporta questo per la nostra vita e quella dei nostri
figli. Vi porteremo in Sicilia dove la gente ha ripreso ad emigrare
verso i Paesi ricchi del Nord Europa, Germania prima fra tutti. Vi
faremo conoscere chi sono i nuovi emigranti italiani e che cosa
stanno lasciando . Ma quanto la febbre della crisi sia alta lo si
misura nel Nord del nostro Paese, lo si misura a Torino , la città
del Nord dove più forte è aumentata la povertà e vi faremo vedere
cosa significa una città intera che vive al rallentatore. Ma sono
stato anche nelle province di Padova e Treviso, le capitali del
miracolo del Nord Est . Quello che ho visto, le storie che ho
raccontato mi hanno fortemente impressionato, non immaginavo che la
crisi avesse colpito così in profondità un tessuto industriale che
era il nostro fiore all'occhiello solo dieci anni fa e che persino i
giapponesi venivano a studiare. Ho raccolto voci e testimonianze di
imprenditori che nonostante tutto cercano di tenere aperta la
saracinesca delle loro aziende, ma che chiedono disperatamente al
governo di fare le politiche per lo sviluppo , di ridurre le tasse
sul lavoro, di semplificare la burocrazia , in una parola, di salvare
le imprese e il lavoro. E di farlo in fretta , subito. Ecco, il
fattore tempo ! Quello che non viene mai considerato a sufficienza:
mentre a Roma si discute, infatti, “Sagunto viene espugnata”, le
aziende chiudono e si trascinano dietro come birilli altre centinaia
di aziende che lavoravano per loro. Insieme al lavoro sono spariti i
soldi , i soldi non ci sono più, “pagherò ”, dicono tutti e
quando poi alla fine non pagano ti portano al fallimento e tra quelli
che non pagano c'è anche lo Stato. Ho raccontato le storie di quelli
che proprio per questo non ce l'hanno fatta più a reggere debiti e
buchi di bilancio e si sono uccisi. Eppure quanti nuovi posti di
lavoro potremmo far nascere se solo si mettesse mano al “cantiere
Italia” : strade, porti, ferrovie, vi faremo vedere quanto ancora
c'è da fare per modernizzare le nostre infrastrutture. Ma la crisi è
anche un moltiplicatore di ingiustizia , lo sapevate che mentre
aumentano i poveri, i ricchi diventano sempre più ricchi ? Quanto
più ricchi ? E chi sono? E come spendono quello che hanno, come
vivono? Non tutti piangono dentro il mare della crisi, chi ha i soldi
oggi fa buoni affari. Anche la grande criminalità organizzata che ha
infinite possibilità di reinvestire i proventi della droga
nell'economia boccheggiante delle regioni del Nord. E poi c'è
l'Europa, ci sono gli altri. Si allarga il numero dei Paesi in
difficoltà, l'ultima new entry è la Francia, dove cresce, come del
resto in Grecia e Portogallo, l'ondata anti euro, anti Europa, anti
Germania. Ma l'Europa è ancora unita o il solco tra benessere e
povertà che la divide sta minando in profondità le ragioni stesse
dell'Unione ? E hanno ragione quelli che chiedono un'uscita dal Patto
di Stabilità e non hanno paura neanche di uscire dall'Euro ? Un
conto è leggerlo sui giornali e un conto è andare a vedere da
vicino in Germania, Francia e Portogallo cosa pensa la gente, come
abbiamo fatto a PRESADIRETTA. Ma la domanda che tutti gli italiani si
pongono e se il governo Letta ce la farà ad essere all'altezza dei
problemi che abbiamo davanti, se la strana maggioranza delle larghe
intese sarà capace di far ripartire il motore Italia. Anche a queste
domande cercheremo delle risposte. “RICCHI E POVERI”, “EUROPA A
PEZZI” , “LAVORI IN CORSO” e “SOLDI SPORCHI”, ecco i titoli
delle 4 puntate che vi faremo vedere a settembre. Vi aspettiamo per
la prima, lunedì 2 settembre, in prima serata , alle ore 21.05,
Rai3.
Grazie
per l'attenzione.
Riccardo Iacona
Nessun commento:
Posta un commento