26 settembre 2013

Tutto in nome della stabilità

Abbiamo fatto tutto in nome della stabilità. O almeno così ci hanno detto.
Abbiamo rimesso al suo posto un presidente dimissionario (che prima aveva detto no ad un secondo mandato).
Ci siamo alleati col nostro avversario politico (mentre prima lo si voleva smacchiare e mai, dico mai, un'alleanza con loro).

E invece.
Cosa si aspettavano da B.? Che accettasse la condanna?
Perché il presidente della Repubblica parla di fatto inquietante (a proposito della minaccia di dimissioni in massa)?
Era inquietante la condanna, le varie legislature in parlamento in barba al conflitto di interessi. Le leggi ad persona. Gli accordi con la Libia. I contratti capestro con la Russia per il gas.

La condanna per Mondadori, era inquietante. O le motivazioni per la condanna in appello di Dell'Utri, sono inquietanti.
Mafia e politica.

Ora, allertarsi, come fa il Copasir per la vendita della nostra rete, è troppo tardi. Sembra quasi un gioco delle parti.
Perché poi alla fine lo spread sale, l'instabilità politica mina la credibilità, ed ecco che dovremo accettare un'altra volta il compromesso. Il male minore.

Tutto in nome della stabilità.

Nessun commento: