Anche sui diritti civili l'Italia
è in fondo alle classifiche europee: aspettiamo ancora che venga
approvato dal Parlamento il reato di tortura, ai disabili non viene
garantito l'accesso alle strutture pubbliche (scuole, ospedali), sul
femminicidio non abbiamo nulla da insegnare ai fondamentalisti.
La legge sull'omofobia è
rimasta lettera morta, per l'ostruzionismo del centro destra (e di
una parte del centro sinistra) nell'accettare che insulti e le
violenze contro i gay fossero considerate un'aggravante
Le stesse difficoltà (e lo stesso
ostruzionismo) le sta vivendo la legge sulle unioni civili che il
governo Renzi ha messo in calendario (il DDL Cirinnà): d'un tratto
sembra di essere tornati ai tempi del secondo governo Prodi,
nei mesi in cui cercò di far approvare i Pacs, poi chiamati Dico, e
infine abbandonati per la caduta del governo nel gennaio 2008.
Prodi (e le due firmatarie Bindi e
Pollastrini) ebbero contro la Cei, le associazioni integraliste
cattoliche e il centrodestra che, per bloccare la proposta di legge
organizzarono
il
family day,
una bella festa di piazza a Roma dove potevi incontrare i
risposati Fini, Casini e Berlusconi. Oltre ad esponenti dello stesso
governo, a titolo personale, certamente. In piazza c'erano anche i
gonfaloni dei comuni, come quello di Milano.
Sono passati quasi dieci anni e ci
ritroviamo punto e a capo: il
DDL Cirinnà doveva essere approvato l'anno scorso, promettevano
Renzi e Boschi.
Ma ora si ritrova impantanato nel fuoco
incrociato dell'opposizione e della sua stessa maggioranza: parte dei
senatori PD ha proposto un emendamento che prevede il carcere per chi
il reato di "utero in affitto".
Discussioni su discussioni sulla
"stepchild adoption", la solita frase in inglese per
indicare il tema delle adozioni dei figli.
Il 30 gennaio ritroveremo in piazza
ancora le stesse facce o quasi
del nuovo family day, sempre contraria a che si conceda qualche
diritto in più ai gay, alle lesbiche, in nome della tutela alla
famiglia tradizionale.
Nel paese che, paradossalmente, spende
meno di tutti per la famiglia: gli asili che non hanno mai posti a
sufficienza, scuole pubbliche che vanno avanti grazie alle donazioni
dei genitori, salari sempre troppo bassi e fermi (se confrontati con
quelli di altri paesi europei).
Concedere qualche diritto in più a
gay e lesbiche non toglie nulla agli altri: la sicurezza della
famiglia è messa a rischio dalla crisi nel mondo del lavoro, dalle
delocalizzazioni, dalla sanità che diventa sempre più cosa da
ricchi ...
Ma chi sono le persone che non
rientrano nella casistica delle famiglie tradizionali? Chi vita
fanno? Chi diritti hanno oggi?
A PRESADIRETTA una puntata sull’attualità più calda del momento con due diverse inchieste, il dibattito sulle Unioni Civili e la verità sulla sicurezza privata nel nostro paese. UNIONI CIVILI. Nei giorni in cui il Senato si prepara a votare il disegno di legge Cirinnà, che disciplina le unioni civili per le coppie omosessuali e la convivenza in genere, PRESADIRETTA racconta le storie reali di chi vive l’esperienza di una famiglia diversa da quella tradizionale. Una riflessione sulla necessità di fare i conti con i cambiamenti della società e delle famiglie che la compongono.Le telecamere di PRESADIRETTA hanno raccolto le storie di coppie omosessuali, di mamme e di papà che si sono sentiti discriminati, di imprenditori che hanno deciso di estendere ai propri dipendenti omosessuali le stesse tutele degli altri lavoratori. La testimonianza dell’ex presidente del tribunale dei Minori Melita Cavallo e quelle dei politici coinvolti nel dibattito di questi giorni.Il racconto di una donna americana, già madre di tre bambini, che ha deciso di portare avanti due gravidanze surrogate per donare un figlio a chi diversamente, non potrebbe conoscere la gioia di essere genitore.
E poi la seconda pagina di Presa diretta: si parla di sicurezza, ma non per declinarla nel solito
discorso degli immigrati e zingari che vengono a rubarci nelle case.
È la Sicurezza che ci aspettiamo
quando entriamo nei luoghi pubblici, o nelle esposizioni come Expo,
nelle banche. A chi viene affidata questa sicurezza, che
regolamentazione c'è oggi su queste società, che controlli sono
messi in atto.
Si parte dalla strage al Tribunale di
Milano, l'aprile passato: come ha fatto l'imprenditore (accusato di
bancarotta) Giardiello ad passare i controlli armato di una pistola?
SICUREZZA AL MASSIMO RIBASSO: un viaggio tra le guardie giurate, i vigilantes, gli addetti alla sicurezza privata, un esercito di 40mila lavoratori spesso sfruttati e malpagati.A loro viene affidata la sicurezza di luoghi sensibili, pubblici e privati. Dopo la drammatica vicenda dell’aprile dell’anno scorso, quando Claudio Giardiello entrò nel Tribunale di Milano dove era atteso per un processo e sparò lasciandosi alle spalle tre morti e due feriti, come viene tutelata la sicurezza dei nostri Tribunali?Le telecamere di PRESADIRETTA sono entrate nei Tribunali italiani, a Milano, a Varese, a Venezia e hanno scoperto che è ancora troppo facile sottrarsi ai controlli della vigilanza privata.Le durissime condizioni di lavoro, i doppi e i tripli turni, l’assenza delle ferie. Un vero e proprio far west vissuto da chi per lavoro indossa una divisa e porta una pistola. E ancora, i troppi Istituti di Vigilanza che chiudono e riaprono, che lasciano i propri dipendenti senza stipendio o addirittura senza lavoro. Chi sono gli imprenditori del settore? E chi dovrebbe controllare questo delicatissimo comparto della sicurezza, cosa fa?
Con l'ultimo appalto, le guardie giurate sono state tagliate della metà: hanno pure fatto un esposto per spiegare che, con questi tagli, non potevano garantire la sicurezza nel palazzo.
E ora, dovranno fare da parafulmini.
“UNIONI CIVILI” e “SICUREZZA AL
MASSIMO RIBASSO” sono un racconto di Riccardo Iacona con Danilo
Procaccianti, Federico Ruffo, Antonella Bottini, Andrea Vignali.
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