Già oggi, insomma, il Parlamento è composto da peones che magari si conquistano un giorno da leoni con un emendamento a favore del governo (vedo caso Cociancich).
Ma non solo il Parlamento che ha mutato pelle: tutto il paese si è adeguato al nuovo corso.
I giovani senza lavoro, quelli laureati fanno fatica a trovare un posto, quando possono se ne vanno all'estero.
Nei giorni dello smog (l'ennesima emergenza), mentre le grandi città soffocavano sotto la cappa, il governo col milleproroghe concedeva un altro anno alle grandi centrali (come quelle a carbone) per rispettare le regole sulle emissioni (e stiamo aspettando 10 anno, il primo DL è del 2006).
L'ultimo dell'anno il presidente della repubblica ha citato nel suo discorso il problema dell'evasione (oltre all'integrazione), citando uno studio di Confindustria.
La stessa Confindustria che con una mano approva le riforme del governo (il lavoro in primis) e dall'altra ci racconta come, senza la piaga dei 122 miliardi evasi, avremmo un +9% di PIL (e relativi posti di lavoro), mentre noi siamo a qui a brindare per decimali.
All'inaugurazione della quotazione in borsa di Ferrari ci è stato detto che non dobbiamo avere paura dei mercati: poi, se uno legge le prime pagine dei giornali online di oggi dovrebbe spaventarsi per il crollo delle borse asiatiche.
Allora, dobbiamo fidarci dei mercati e delle rassicurazioni del governo o no?
E' il governo che per tramite il suo primo ministro ha legato l'esito referendario (per le riforme costituzionali) alla legislatura (o riforme o morte): anziché rimanere neutrale, ha deciso di scendere in campo e far pesare la sua scelta.
Lo stesso governo che ha calato su Milano il candidato Sala, per la poltrona di sindaco: lo stesso candidato che poi chiede a Pisapia di rimanere neutrale durante la campagna.
Strana repubblica.
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