26 febbraio 2018

Destra e sinistra

Il giochetto ha, sinceramente, stancato.
Chi ha votato no al referendum era un populista che odiava Renzi (ieri Scalfari su Repubblica).
Chi non vota PD (e vota LEU) aiuta la destra (il refrain ripetuto dai tifosi renziani ovunque).

Anche basta, grazie.
Si vota in base alla vicinanza che uno sente coi partiti.
Io, di un partito che ha dentro De Luca, che in Sicilia ha inglobato ex cuffariani e lombardiani, che fa una coalizione con Lorenzin e Cicchitto non lo voto.
Un partito che rivendica di aver fatto tanto per Confindustria (e non per le fasce deboli), che ha fatto la riforma delle intercettazioni che Berlusconi sognava, che liberalizza i voucher (e li toglie per depotenziare il referendum della CGIL).
Un partito che boicotta a colpi di ciaone il referendum sulle trivelle.

Intervista da Repubblica, anche oggi Renzi attacca la sinistra: 
Non manca un affondo contro Liberi e uguali, la formazione guidata da Pietro Grasso: "Essere di sinistra significa essere orgogliosi dei risultati di questi anni", dalle unioni civili alla legge sul Terzo settore a quella sul caporalato. "Essere di sinistra significa dare più soldi al ceto medio, gli 80 euro e avere valori e rispettarli". E conclude: "Non si è di sinistra quando si fa vincere la destra. Chi vota per il partito di Grasso e di D'Alema non fa vincere gli ideali marxisti o l'Internazionale socialista, fa vincere la Lega".
Non è di sinistra chi, su lavoro, banche e conflitti di interesse, giustizia, fisco, la pensa come la destra.
Che il Pd si assuma le sue colpe, se assieme alla sua maggioranza ha fatto riforme che il suo elettorato non gradisce. 

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