Montalbano sfratta Presa diretta dalla
prima serata di lunedì: la Rai avrebbe potuto scegliere per la
trasmissione di Riccardo Iacona un'altra serata in settimana, diversa
dal sabato sera.
Specie in una campagna elettorale dove
di politica vera ce n'è stata poca e di promesse (non mantenute) tante.
Immigrazione, sicurezza, armi in casa,
tasse da togliere (agli alti redditi soprattutto), condoni.
Eppure le persone vorrebbero conoscere
cosa hanno intenzione di fare, i signori candidati, sulla sanità
pubblica, sui trasporti, sulla cura dell'ambiente, sulla corruzione.
In ogni caso, io sarò lì a seguire la
puntata di questa sera, dove si parlerà di lavoro: un lungo viaggio
che racconterà come si è trasformato il mondo del lavoro, chi sono
questi milioni di nuovi occupati, quali le condizioni e i salari di
questi occupati.
Ci sono lavoratori a chiamata.
Lavoratori assunti per lavorare per un
giorno.
Ci sono lavoratori pagati coi voucher,
coi rimborsi.
Si lavora a mesi, a giornate, a settimane, a ore, la notte, la domenica, persino gratis. Il lavoro c'è ma nessuno lo vuole più pagare. Magistrati onorari a meno di 1000 euro al mese, avvocati a 600 euro, …
Chi sono i nuovi
assunti di Amazon e quanta occupazione persa si lasciano alle spalle.
Chi sono i rider
pagati a ore o a cottimo per pochi euro (e per queste persone, non
c'è alternativa a questi lavoretti).
E le partite iva, i
tirocinanti: tutti lavoratori alla spina.
Cosa si nasconde
dietro i numeri dell'occupazione: ci sono persone, con le loro
competenze non sfruttate, con la loro dignità calpestata, c'è un
paese in cui si allarga la forbice tra chi sta sopra e chi sta sotto
anche per colpa delle discriminazioni sul lavoro, per i salari bassi,
per l'alta precarietà nel lavoro.
Pensateci, quando
sentirete uno dei candidati premier parlare di lavoro.
Alle 21.30 su Rai3 un’inchiesta per raccontare cosa è veramente il precariato.Negli ultimi tre anni l’Italia ha recuperato 1 milione di posti di lavoro ma sono scese e molto, le ore lavorate. 1,3 miliardi di ore lavorate in meno. Significa che ad aumentare sono i lavori part time, saltuari precari, discontinui.Si lavora poco e si guadagna anche poco. La retribuzione media procapite in dieci anni ha perso 600 euro circa al mese e sono proprio i salari più bassi a perdere di più. Il traino dell'occupazione è sicuramente il tempo determinato.
Finiti gli incentivi del governo infatti, il lavoro a termine ha conosciuto una crescita record, ma dura sempre meno: il 60 per cento dei contratti dura meno di un mese, il 26 per cento meno di tre giorni.Si lavora a mesi, a giornate, a settimane, a ore, la notte, la domenica, persino gratis.Il lavoro c’è ma nessuno lo vuole più pagare. Magistrati onorari a meno di 1000 euro al mese, avvocati a 600 euro, professori universitari a 3 euro e 60 l'ora. Tutto naturalmente senza ferie, senza tutele, senza pensione. Lavoro senza diritti.A PresaDiretta poi l’ultima frontiera del precariato, la nuova economia dei “lavoretti”, la gig economy.
Un viaggio tra l’Italia e l’Inghilterra tra i lavoratori on demand, i cosiddetti lavoratori alla spina. Dai fattorini ai rider, dagli autisti agli operai della logistica, ai tuttofare.
La gig economy concentra il grosso dei guadagni nelle mani dei pochi che possiedono la piattaforma e che trattengono una commissione da chi svolge la prestazione. Il lavoratore ci mette l’attrezzatura, il know how, i rischi e qualcuno in cambio di una commissione, offre la piattaforma su cui far incontrare la domanda con l’offerta.
Assunzioni zero. E’ questo il futuro del lavoro?“LAVORATORI ALLA SPINA”, è un racconto di Riccardo Iacona con Lisa Iotti Irene Sicurella Raffaella Notariale
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