Ieri, di fronte al nostro ambasciatore a Il Cairo, il presidente Al Sisi si è complimentato col governo italiano, il nostro governo, perché non ha mai abbandonato i rapporto commerciali con l'Egitto.
"Non dimentico che l'Italia è stata con noi nonostante l'episodio di Regeni".
Business as usual.
Mica vorremmo bloccare tutto (l'enorme giacimento scoperto dall'Eni) per una banale questione di diritti umani violati, di rapimento e torture, di cazzate raccontate da un governo amico al nostro ambasciatore, ai nostri magistrati?
Oggi è previsto l'arrivo del presidente turco Erdogan a Roma: oggi incontrerà Gentiloni, domenica il papa.
Anche con Erdogan ci aspettiamo i soliti discorsi di real politik: l'alleato turco (che considera i curdi alleati dell'Isis, che nega il genocidio armeno ...), partner commerciale anche lui e gendarme per l'Europa per tutti i profughi siriani che noi non vogliamo più.
Questa è la real politik all'italiana: ci lamentiamo dei migranti che ci stanno invadendo e poi vendiamo armi all'Arabia che poi le usa per bombardare lo Yemen (e così i migranti in fuga dall'Etiopia devono prendere la via libica per scappare dal loro paese); i partiti della destra sovranista gridano "prima gli italiani" ma mai che li avessi visti esprimere sdegno, prendere una posizione ferma sul caso Regeni.
E pensiamo pure di contare qualcosa in Europa, con questo atteggiamento ondivago.
Sul Messaggero di Roma il professor Orsini (esperto in sicurezza e altre cose..) pure che quella di Erdogan è un'occasione da non perdere (dopo che abbiamo perso Gheddafi).
Realpoliticche, all'italiana
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