Il reportage di Lisa Iotti per Presa diretta ha
attraversato il mondo del lavoro, dalla commessa all'insegnante
universitario, ricostruendo la guerra che è oggi il mondo del
lavoro.
Mostrando il paradosso italiano:
abbiamo recuperato 300 mila posti di lavoro ma meno ore di
lavoro, è il lavoro precario, a giorni. Sono i lavoratori alla
spina, pagati a ore.
Come Francesco Garofalo che
prende 800 euro al mese e che per sopravvivere deve insegnare in tre
università spostandosi in treno.
Elisabetta Barona magistrato
onorario, pagata 98 euro ad udienza: senza malattia né previdenza.
C'è l'avvocato sfruttato in uno
studio, senza essere pagata, solo provvigioni e rimborsi.
La commessa part time, Vanessa,
trasferita a 150km di distanza per aver chiesto una domenica libera
al mese.
Il rider che deve farsi intervistare
senza mostrare il volto, per non essere licenziato: viene pagato a
ore e la sua vita è gestita da un algoritmo.
È la nuova frontiera del lavoro? È
questo il futuro? A me sembra tanto un passato di sfruttamento, dove
le persone devono andare avanti di settimana in settimana.
Tutto questo farà bene alle persone? E
all'economia?
C'è un giudice a Londra.
Un giudice a Londra ha stabilito che le
persone non devono essere pagate a cottimo: Uber sfruttava i
suoi dipendenti come nell'epoca vittoriana, ci stanno prendendo in
giro – racconta l'avvocato che ha portato avanti la causa contro
Uber.
Questa è una decisione importante
anche per l'Italia: le aziende della gig economy possono essere
sfidate e si può vincere, per avere più diritti.
Gli autisti non sono liberi
professionisti, ma dipendenti che hanno diritto a pause, tutele e
tutto il resto.
Non siamo schiavi di Uber – parla un
autista che lavora con Uber Pop.
In 6 anni Uber è passata a 70mld di
capitalizzazione, un boom che si basa su un algoritmo e sullo
sfruttamento dei guidatori: Uber non ha mezzi, non spende nulla per
la loro manutenzione. Tutto è a carico dei guidatori, costretti a
lavorare a cottimo per guadagnare a sufficienza per sopravvive a
Londra.
Anche al rating per le votazioni delle
persone che portano in giro per la città: più si abbassa il rating,
più alto è il rischio di perdere il lavoro.
Gig economy = lavoro a singhiozzo.
Con la Gig economy lavora 1 ml di
persone in Inghilterra: sullo smartphone puoi trovare tutto, gente
che ti lava la macchina per Go wash my car.
La parola Gig è nuova, significa che
tu metti la manodopera, metti i mezzi, la manutenzione e qualcun
altro che fa da intermediario per i clienti, si prende la
commissione.
Senza fare altro.
C'è una app per trovare la manodopera
per i lavoretti in casa, come Taskrabbit.
C'è una applicazione di bellezza, che
ti manda una persona per farti le unghie, ad esempio.
C'è il fattorino che ti fa la
commissione, il massaggiatore a casa, i designer a tua disposizione..
Gente che lavora come fosse un libero
professionista, senza orari: sono più di 1 ml, ma il loro numero
cresce di giorno in giorno, perché le piattaforme stanno crescendo.
È il sogno dei capitalisti dell'800:
niente fabbrica, niente dipendenti. Tutti liberi professionisti, con
la spada di Damocle del rating. Niente obblighi per i lavoratori,
niente paghe, niente pensioni, niente contributi.
Tu, cliente, scegli il prezzo, che però
a furia di concorrenza, sono paghe più basse.
L'ultima frontiera della ristorazione
sono le dark kitchen: strutture chiuse con dentro i cuochi che
cucinano per te, qualcuno porterà il cibo cucinato a casa.
In Italia sono arrivate Deliveroo,
Foodora, Just eat, Sgnam: un rider viene pagato 3,6 euro fino a 5
euro a consegna. Più consegni, più prendi: sempre con l'algoritmo
che decide cosa, quando e dove.
È il nuovo capo del personale.
Come Frank, l'algoritmo di Deliveroo:
ogni rider è geolocalizzato e sa a chi affidare la consegna in un
dato posto.
Lavoratori prenotati tutto il giorno ma
che possono fare consegne solo in pochi slot, nel giorno.
Niente ferie, tanta disponibilità,
nessun contratto: i lavoratori di Foodora lavorano perfino a cottimo,
come nell'antico 800.
Il salario è stato il superamento
del cottimo – spiega un professore della Ca Foscari: è un
modello che destabilizza il modello sociale perché toglie la
possibilità di pianificare un futuro.
Il manager di Deliveroo, Matteo
Sarzana
Il loro è un lavoro, dice il manager,
però non può assumerli perché non esiste contratto per il tipo di
lavoro: ma tutta la flessibilità rivendicata, nella realtà mostrata
dal servizio non esiste.
E poi c'è il ranking, c'è l'algoritmo
che misura l'efficienza il che può voler dire dover correre sulle
due ruote.
Non il massimo per la sicurezza: esiste
una polizza, è vero, ma i massimali sono stati cancellati, prima di
darli alla giornalista.
Il kit consegnato ai dipendenti
comprende anche il casco (comprato su Amazon): nel contratto del 2018
è prevista tutta l'attrezzatura standard, per lavorare in sicurezza.
Non tutti i rider intervistati lo
indossavano.
Il casco di Deliveroo però, non ha la
conformità per la normativa UE, le prove fatte dalla giornalista
hanno poi avuto esito negativo: non sono caschi che passerebbero le
normative UE.
Il processo di Torino.
A Torino sei rider hanno fatto causa a
Foodora per essere assunti (e non essere considerati liberi
professionisti): sono difesi dall'avvocato Sergio Bonetto, esperto in
diritto sul lavoro.
La nostra normativa ha un buco: che
differenza c'è tra i rider e i postini che consegnano le lettere via
bici?
Deliveroo Italia ha però scritto a
Presa diretta dicendo che ha cambiato modello di casco, che verrà
messo nel nuovo kit.
L'incontro col giornalista
Staglianò: la gig economy vale miliardi di dollari, nel mondo –
spiega il giornalista.
Un modello di lavoro che cresce ad un
ritmo elevato e che coinvolge milioni di persone: queste piattaforme
funzionano per tutti i tipi di lavoro, introduce una concorrenza
spietata, porta la concorrenza e il dumping sotto casa. Il
programmatore italiano deve confrontarsi col programmatore indiano,
che prende molti meno soldi.
Ma non è colpa dell'evoluzione
tecnologica.
Ci sono aziende che usano queste
tecnologie ma che non sfruttano i propri dipendenti: come Laudrapp,
che assume i propri lavoratori, anche i fattorini.
E con un salario dignitoso, con ferie e
malattie.
Se si tagliano troppo i costi, si
taglia la vita: il CEO dell'azienda ha deciso di assumere i
lavoratori e ora la sua azienda si sta espandendo nel mondo, anche in
Italia sta arrivando.
Quando vi dicono che non si può fare
altrimenti, che è il progresso, vi stanno mentendo: esiste un modo
onesto di fare le cose. La tecnologia è neutra, tutto dipende dalla
politica, dalla coscienza delle persone.
La crescita di queste imprese si è
sviluppata dopo la crisi in America: tante persone hanno perso il
lavoro, creando un bacino di persone disposte a tutto.
L'intervista a Marta Fana.
Dal pacchetto Treu al Jobs Act: tutta
una serie di riforme sulla stessa linea, stravolgono il sistema delle
relazioni nel lavoro.
È il frutto di una scelta politica ben
precisa: abbiamo recuperato 1 ml di lavoratori, ma con molte meno
ore, significa che lavoriamo meno, con meno stipendi.
Sono aumentati i lavoretti: il 65% dei
nuovi occupati sono a termine con un contratto che dura meno di 1
mese.
I salari sono diminuiti: è il grande
ricatto della flessibilità, se non ti sta bene questo lavoro ci sono
altre persone dietro che prenderanno il tuo posto.
Il risultato? Nuovi poveri, anche tra
chi lavora.
Stiamo tornando indietro, anche nella
concezione del lavoro: ti pago solo nel minuto in cui sei produttivo,
nei tempi morti non ti pago.
Nella Gig economy rischiano di
finirci tutti.
Tribunale di Salerno: i processi li
fanno anche magistrati onorari, come Elisabetta Barone.
Fa tutto il lavoro di un magistrato, ma
non è un magistrato ordinario, perché per la legge italiana il suo
non è nemmeno un lavoro. È un lavoro temporaneo, un lavoretto,
un'esperienza che dura da 20 anni.
Anche per reati non minori come un
omicidio colposo: senza i magistrati onorari la giustizia ordinaria
non andrebbe avanti.
Sono oltre la metà dei magistrati in
servizio: pm e giudici pagati a gettone, 98 euro a giornata,
indipendentemente da quanti processi hai fatto.
Niente malattia, previdenza. Niente.
Non sono pagati per studiare a casa,
per fare formazione.
Nemmeno Giusi è pagata il giusto,
nello studio di avvocato dove lavora: corre nelle aule dove ha
udienza, finché non crolli. Ma non te lo puoi permettere: perché
nello studio dove torna, deve scrivere gli appelli, studiare le
carte.
Pagata poco:550 euro al mese. Niente
contratto, niente di stabilito. Nemmeno quante ore lavorare in un
giorno.
E cosa dice l'ordine degli avvocati?
Quante storie ha raccolto Lisa Iotti,
da avvocati in tutta Italia.
Gente mortificata dallo sfruttamento,
dalla fatica, dall'impossibilità di vedere un futuro diverso.
La legge del libero mercato anche qua:
non esistono tariffe minime dal 2006, dalla riforma Bersani.
I tirocinanti: i tirocinanti
devono lavorare gratis, perché inesperti, per i magistrati.
Lavorano e non sono pagati.
E' nato nel 2013, col decreto Del Fare,
di Letta: serviva a velocizzare le pratiche e serviva ai tirocinanti
per avere formazione.
Ma è diventato un lavoro non
retribuito: non prendono nemmeno i 400 euro, stabiliti per legge,
perché i soldi del Ministero non bastano.
Ogni giorno aumentano i tirocinanti nei
Tribunali: anche questa è una nuova frontiera del lavoro. Persone
che lavorano senza stipendio: non manca il lavoro in Italia, manca
la voglia di pagarlo il lavoro.
Docenti o pendolari?
Domenico Garofalo è un professore a
contratto: deve lavorare in tre università, per poter guadagnare
abbastanza per vivere.
Pordenone, Bolzano e Milano: avanti e
indietro per il nord del paese, 1281 km alla settimana, per arrivare
a guadagnare 13mila euro in un anno.
Domenico fa questa vita da 15 anni:
viene pagato ad ore, come le colf. Non viene pagato per le tesi di
laurea, per gli esami da seguire. Solo per le lezioni.
Nonostante abbia alle spalle
pubblicazioni anche in riviste internazionali. Che non ha copiato
come alcuni ministri.
“Arrivi alla sera con una
disperazione addosso, perché sai che domani sarà uguale”: sono
25mila i professori a contratto, inventati dalla riforma Gelmini,
servivano solo per tappare i buchi, come i tirocinanti e i magistrati
ordinari.
E invece ….
Maria Grazia Turri è un'altra docente
a contratto: dallo Stato prende 3000 euro circa l'anno, sono 3 euro
abbondanti all'anno.
Una vergogna.
Stanno distruggendo la dignità del
lavoro.
Mondo Convenienza ha battuto
persino Ikea, nella vendita dei mobili: va bene grazie al lavoro
degli addetti alle vendite, che hanno obiettivi giorno per giorno,
sulla merce da vendere.
Ogni addetto è dentro una classifica,
con tanto di commenti, sia per chi sta in cima che per chi sta in
fondo alle classifiche.
Nelle sale relax, i dipendenti a
termine devono vedere questa classifica: nemmeno in pausa pranzo
possono sottrarsi dallo stress.
Se sei in basso nelle vendite sei a
rischio licenziamento: se sei produttivo, bene. Altrimenti il
contratto non è rinnovato.
E non si può dire di no nemmeno nel
giorno di pausa.
C'è un gioco, il Master Seller: è una
scalata in cima ad una montagna, calcolata in base alla produttività
dei venditori, con premi in denaro o in tempo libero.
Perché queste persone, tutte, lavorano
anche il sabato.
Sempre: il sabato libero è un premio.
A Prato due anni fa una venditrice di
Mondo Convenienza ha chiesto alla Inail di vedersi riconosciuta la
malattia, per lo stress accumulato dentro l'azienda.
Per la competizione, per il forte
oppressione da parte della dirigenza.
Il direttore delle risorse umane parla
di gamification, che chi sta in fondo alle classifiche non è
licenziato, che hanno dei valori come lealtà e spirito d'iniziativa.
E che non è colpa loro se il business
si fa nel fine settimana.
Nell'outlet fuori Roma: nel negozio di
Kalvin Klein si trovano solo part time, che lavorano sei
giorni su sette, per 24 ore.
Qui lavorava Valeria Ferrara: è stata
allontanata dall'azienda (un punto vendita lontano di 50 km) perché
ha chiesto una domenica libera al mese. Per stare a fianco al bimbo,
che ha meno di tre anni, come spetterebbe per legge.
Per aver rivendicato un diritto, sente
di essere stata punita, Valeria: oggi si viene puniti per aver
chiesto una domenica al mese.
Un lavoro senza diritti.
L'udienza per la causa è fissata per
marzo 2019.
Tutto è nato con le liberalizzazione
di Monti: le aziende possono tenere aperti tutti i giorni,
anche nei festivi.
Una volta c'erano le domeniche di
dicembre, che erano pagate lautamente: oggi le domeniche sono giorni
come gli altri.
Contratti part time, con ore sparse
nella giornata, con orari stabiliti all'ultimo minuto, rendendo
difficile alle persone organizzarsi su più lavori.
“Siamo tornati dietro di un secolo”
racconta un sindacalista della USB “sono condizioni simili alla
schiavitù”: come al Carrefour, di notte, dove lavorano gli
scaffalisti delle cooperative.
Qui trovi lavoratori sotto tutela e
lavoratori stranieri in fondo alla catena.
Carrefour paga una miseria per queste
persone che, lavorando di notte, dovrebbero prendere una
maggiorazione notturna.
Perché Carrefour è aperta anche di
notte: il fatturato è aumentato del 10-15%.
Ma paga gli scaffalisti 4-5 euro l'ora,
tutta la notte, alle cooperative.
Ti dicono che se non lavori è colpa
tua.
Che se non accetti un lavoro per pochi
euro l'ora, non ha veramente bisogno di lavoro.
Mi fa paura questa crudeltà..
Sono le parole di una ragazza, di 30
anni, ancora in cerca di un lavoro.
I posti di lavoro si pesano, dice
Staglianò: i lavoratori a termine guadagnano di meno, hanno meno
tutele, non possiamo considerare il lavoro solo un numero.
Come fanno i signori del jobs act: ha
creato occupazione solo per i sussidi, finiti i quali sono cresciuti
solo i contratti a termine.
Ma tutto questo non vale per i
difensori della flessibilità, come Sacconi.
Sono i tempi, serve la flessibilità,
finché c'è insicurezza nel futuro, finché l'economia non tira ..
Per finire con una frase incredibile:
meglio seicento euro che niente.
Sbaglia Sacconi e sbagliano i talebani
della flessibilità: impoverendo il lavoro si impoverisce la società,
la classe media in particolare.
Si inceppa l'economia, perché la gente
non può spendere.
L'economia robotizzata di Amazon.
Lisa Iotti ha intervistato Roy
Perticucci, vice presidente di Amazon.
In Amazon ci sono i robot per fare i
magazzinieri, nei magazzini: il braccialetto brevettato dall'azienda
servirebbe a minimizzare le inefficienze, i secondi persi per
completare gli ordini.
Ogni secondo deve essere profittevole.
Ma Amazon crea posti di lavoro, dicono.
Ma quanti posti di lavoro si sono
persi?
E quante tasse non pagate, per gli
accordi particolari stipulati con paesi come il Lussemburgo?
AirBNB paga 83mila euro di tasse in
Francia.
Apple in Irlanda paga tasse in termini
di decimali.
C'è ancora, nelle idee di Amazon,
spazio per gli umani (intendo, non consumatori)?
Cosa condividono Uber, Amazon, Airbnb
col resto del mondo? – Staglianò a Iacona.
Un mondo di salari bassi, che durerà
per quanti anni ancora?
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