Non avevo proprio voglia di seguirlo, il confronto ad Otto e mezzo tra Salvini e il presidente (o la presidentessa) Boldrini: invece non solo il confronto si è mantenuto su toni civili, ma è pure stato istruttivo.
Insomma, abbiamo visto due diversi modi di fare politica: da una parte il modello "ghe pensi mi" (il cotinuare a ripetere quando sarò al governo, quando ci saremo noi) dall'altra parte la Boldrini che cercava di riportare alla realtà il segretario leghista.
La famosa sinistra radical chic insomma che si è dimostrata più realista del Salvini dei 600 mila clandestini da cacciare, della sicurezza a colpi di pistole e ronde, che non conosce il ruolo super partes del Presidente della Camera.
Si fa in fretta a dire cacciamo tutti i clandestini.
Si fa in fretta a dire tolleranza zero contro i nigeriani, specie quelli che spacciano droga e che sono oggi indagati per il delitto di Pamela a Macerata.
Un po' più complicato prendersela con gli italiani che sfruttano questi clandestini sfruttando la loro condizione di "irregolari".
Come anche conciliare la difesa delle "Pamela" violentate dai clandestini coi pupazzi con l'immagine della Boldrini.
Dubito che Salvini si sia reso conto delle incongruenze della sua narrazione: ai suoi elettori piace così e lui a raccontato le cose che volevano ascoltare.
Ci penso io a sistemare le cose, il tempo della pacchia è finita.
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