05 ottobre 2008

Dalla parte del torto di Elisabetta Bucciarelli

Essere dalla parte del torto: comportarsi in modo ingiusto nei confronti di qualcuno.
(vocabolario della lingua italiana Zingarelli).

In questo libro, che a torto può essere considerato solo (o semplicemente) un giallo, molti dei personaggi che compaiono si sentono o provano questo senso del torto. Un sentimento di colpa per un qualcosa che si è commesso contro qualcuno: un sentimento, un peso, che poi li spinge a gesti di umiliazione, per espiare colpe vere o presunte.
Come ha scritto Brecht in una massima citata nel libro
“Non sempre ci ritroviamo dalla parte dove vorremmo essere, nonostante le promesse e gli sforzi [...] se mi trovo qui, seduto dalla parte del torto è solo perchè gli altri posti erano già occupati”.

Ma procediamo con ordine, con la storia: un assassino uccide giovani ragazze facendone trovare i corpi nei parchi di Milano. Parco Forlanini, parco Sempione, giardini di Palestro.
Chi segue il caso è l'ispettore di polizia Maria Dolores Vergani che si avvale della collaborazione di persone lontane dal clichè classico dell'investigatore. Il quartetto che non c'entra è composto da una copy writer, un fotografo, un compositore d'orchestra e un pittore. Unico poliziotto ammesso al gruppo, l'assistente dell'ispettore, l'agente Funi.

Non è un caso semplice: l'assassino non lascia tracce, se non un ramo di una pianta sul corpo della morta. Queste, almeno ad una prima indagine non sembrano nemmeno legate tra loro.
Ad una prima indagine ... ma poi il caso prende una piega tutta particolare, che porta la Vergani dentro una realtà sconosciuta che in qualche modo legava tra loro le persone morte.
E qui torniamo a quanto abbiamo detto all'inizio: ci sono persone che provano piacere nel sentirsi dominati, umiliati, comandati, da una padrona. Bondage, sadism, domination, masochism.

Viene fuori una Milano che vive in una realtà speculare a quella di giorno: una realtà fatta di locali privati dove ciascuno deve indossare una maschera per tirar fuori i suoi lati nascosti; di persone che vivono una doppia vita; di rapporti di dominazione e di forza; di tute in lattice, fruste e altri accessori; di una Milano per bene di giorno, ma tanto sporca di notte ..

Una città dove la nuova borghesia si trasferisce dal centro verso quella periferia che una volta era l'area industriale della città. Come per My mokaradio, centro di nuovi artisti, nuove avanguardie culturali, sorto in una ex fabbrica di macchine per caffè. Ex fabbriche che diventano delle vere e proprie cattedrali del lusso.
Come ho detto, non solo un giallo, questo libro che non si lascia leggere molto facilmente: sia per lo stile “ardito” della scrittrice, uno stile originale e unico, che sceglie di non raccontarti nulla dei personaggi, prima, ma svela le storie pezzo per pezzo.
Quante volte ho dovuto tornare indietro nella lettura, per comprendere meglio una sfumatura di una frase, per cogliere meglio un episodio ....

Ma non solo un giallo: un'indagine sociale e culturale sull'Italia di oggi, sulle sue perversioni, sul senso del bene e del male.
Alla rassegna “La passione del delitto”, la Bucciarelli spiegava come in questo libro abbia voluto raccontare la sua città, dove vive e che ama. Tante città in in una città, dove la gente vive dalla parte del torto.
Ma è anche un libro che entra nei personaggi, a cominciare dalla protagonista stessa: ne svela le debolezze, le solitudini, le paure nel lanciarsi in nuove esperienze (anche sentimentali) o il dolore per una perdita o per un abbandono. Il bisogno di privacy, da una parte, ma anche il grande bisogno degli altri, il desiderio di essere amati. Un libro complesso, che parla di tante cose, senza dare giudizi netti, precisi sulle persone.
Perchè “nessuno può chiamarsi fuori, dal momento che tutti, prima o poi, si sono trovati, almeno per una volta, dalla parte del torto.”

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Il sito della casa editrice Mursia; il blog di Elisabetta Bucciarelli.

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