14 marzo 2016

Presa diretta – caro farmaco

Saverio Ventura da anni convive col virus dell'epatite c: dal 1998 gli è stato proposto di intraprendere una cura invalidante senza esito. L'unica possibilità era quella del trapianto: ma nel 2014 arriva in Italia un farmaco che permette di debellare il virus.
Si è aperta una porta e ora la vita di Saverio potrebbe tornare normale: non ho più il virus nel sangue – racconta al giornalista.

Assieme al giornalista di Presa diretta, Saverio è andato a ritirare i farmaci all'ospedale: in un sacchetto ci sono farmaci per 70mila euro, tanto costano questi prodotti.
Una rivoluzione che permette di curare centinaia di migliaia di malati in Italia, ma che costa caro: per la prima volta il sistema sanitario nazionale ha deciso chi curare e chi no.

La seconda inchiesta riguarda il sud: l'Italia ce la può fare senza il sud?

Caro farmaco.
Danilo Procaccianti racconta nel suo viaggio di come è nato il farmaco e della profonda ingiustizia tra chi lo potrà prendere e chi no.
Saverio oggi sta bene: dopo 4 settimane dalla fine della terapia è tutto negativo,virus assente nel sangue. La vita può riprendere: il primo pensiero è a tutto quelli che non potranno prendere il farmaco ..

Ogni anno muoiono 10mila persone di epatite c, per anni ci si è ammalati per colpa di trasfusioni di sangue, per operazioni con strumenti non sterilizzati.
Per anni l'unica arma era l'interferone, una molecola molto invalidante che portava a poche guarigioni: poi dal 2014 sono arrivati questi farmaci con un profilo favorevole per la compatibilità.
85-90% è la percentuale di cura: ma sono farmaci cari così il ministero lo da solo ai malati gravi e non a tutti.
Il rischio è che non somministrandolo a tutti, i non curati rischiano di aggravarsi.
I farmaci sono prodotti da più case, quello più diffuso è prodotto in America: solo gli F3 F4 possono prendere gratis questo prodotto, cioè quelli col fegato molto grave.

Danilo Procaccianti ha incontrato a Milano un malato, che ha deciso di curarsi da solo, grazie ad una assicurazione sanitaria ed un prestito: 18mila euro per curarsi, con l'ansia di non riuscire a trovare ogni mese i soldi.
Una volta guarito la prospettiva di vita si è aperta: dopo sono arrivati i figli, la possibilità di un futuro.

A Bolzano vive Tamara, in attesa di un trapianto di rene, ma deve prima curarsi dall'epatite: è andata così in Germania a curarsi, facendo un prestito in banca.
Il farmaco non l'ha preso, per un semplice motivo economico: eppure il virus l'ha preso in un ospedale pubblico che poi ha rifiutato di curarla. Un paradosso.

Poi ci sono quelli che avrebbero diritto al farmaco ma non riescono ad ottenerlo: a Torino un'ammalata che si è rifiutata di fare il trapianto, è rimasta in attesa del farmaco per mesi.
La lista delle persone in attesa della cura era ferma, perché mancavano i fondi, anche per gli aventi diritti.

A Bologna la regione scriveva ai medici di valutare caso per caso anche per gli ammalati f3 e f4: per prendere tempo? Un atteggiamento intimidatorio, nei confronti del medico che rimaneva solo a confrontarsi col paziente.
Se tu medico prescrivi dei farmaci senza rinviare, rischi delle sanzioni – commentava un medico bolognese al giornalista.
Il professor Brillanti non se la sentiva in coscienza di rassicurare i malati, ci sono casi dove dopo pochi mesi si passa da f2 a f4 ..
Il magistrato Guariniello ha aperto un'inchiesta su pazienti morti per epatite, col sospetto che l'aver preso tempo da parte dei medici, prima di somministrare le giuste cure, abbia causato la morte del malato.

Ivan Gardini è il presidente dell'associazione ammalati di Epatite e sta portando avanti una battaglia contro lo Stato: questo dice agli ammalati che ti devi aggravare per avere le cure.
Oggi è l'epatite, domani è il diabete?
Così molti ammalati vanno a fare i viaggi della speranza all'estero, per esempio in India, dove ci sono farmaci generici a prezzi molto più bassi. Come nel passato si è fatto con i farmaci contro HIV, nei paesi africani.

Ci sono poi siti online che vendono il farmaco, senza troppe sicurezze. Puoi fartelo spedire dalla Russia, ma non sappiamo nulla del venditore, né se sono sicuri.
Alcuni di questi farmaci sono poi falsi.

Infine ci sono persone che portano questi farmaci per poche migliaia di euro dall'India: uno di questi è stato intervistato, si sente come un Robin Hood.

E' l'Aifa che decide il prezzo dei farmaci: non promettono di dare il farmaco a tutti, spiegano che è sbagliato dare subito il farmaco anche a quelli che hanno la fibrosi non a livello alto.
Il governo ha stanziato 1 miliardo per un fondo che servirà per questi farmaci, epatite e anche gli antitumorali: ma di soldi veri sono solo 150 ml, gli altri li dovranno mettere le regioni, coi conti disastrati.

Come si forma il prezzo di un farmaco.
La Gilead è quasi monopolista per la produzione del farmaco contro l'epatite: tutti gli stati del mondo devono trattare con lei per il prezzo.
Gli ammalati in Italia si sono infettati per colpa dello scandalo del sangue infetto, lo scandalo che coinvolse Duilio Poggiolini: oggi molti degli ammalati sono morti, nel frattempo.
Sapere il numero esatto degli ammalati è difficile: si stima in 180mila il numero dei malati e servirebbero dunque 2 miliardi per curarli tutti.
Il numero non lo conosce nemmeno il direttore dell'Aifa, il prof. Pani: oggi stiamo acquistando il prodotto ad un prezzo che non è divulgabile, sappiamo che ogni trattamento costa 15mila euro.
In Toscana il presidente aveva indetto una gara per far arrivare più aziende e strappare un prezzo più basso: non si è presentato nessuno, col sospetto di un cartello tra le aziende.
Trattandosi di farmaci salvavita, la regione si è rivolta alla procura: non possiamo lasciare la salute nelle mani del privato e del profitto.

Ma per Luca Pani, l'iniziativa della regione Toscana era perdente: servivano gare sovraregionali, anzi sovranazionale, come Europa, altrimenti siamo troppo deboli nei confronti delle multinazionali.
Il farmaco ha un costo che non è mai correlato col costo di produzione: il prezzo è stato stabilito in America, dove è nato.
In America il farmaco costa 84mila dollari, il doppio che in Italia.
Il prezzo esorbitante rischia di far saltare i conti di medicaid, l'assicurazione pubblica per la cura dei malati, uno scandalo dice il rappresentante di Medicaid.

Anche qui hanno dovuto stabilire delle priorità, per coprire prima i malati più gravi: lo stato deve intervenire perché l'Epatite C è una minaccia per la salute pubblica.
Come per il vaiolo, si deve dare la cura ad un costo equo, per tutti: ma il Congresso non è disposto a portare avanti questa battaglia.

Per trovare un farmaco servono investimenti: Gilead però ha comprato il prodotto dalla Pharmaset, che ha impiegato 12 anni per la ricerca.
Il proprietario della società ha raccontato della gara al rialzo per l'acquisto della molecola, comprata per 14 miliardi, un prezzo che all'epoca si stimava fosse troppo alto.
Gilead però ci ha guadagnato in questi anni: il titolo è andato bene in borsa, oggi Gilead vale 150 miliardi, è stata un'enorme opera finanziaria, a fronte dei 2 miliardi necessari per la ricerca della molecola.

Una commissione d'inchiesta del Congresso si è arrabbiata nel modo con cui la Gilead ha massimizzato i profitti a discapito della salute degli ammalati: gli azionisti sapevano che alzando i costi, avrebbero potuto curare meno pazienti. Sono accuse pesanti, a cui la Gilead non ha risposto, negando interviste.

L'AD della Gilead ha invece accettato di rispondere al giornalista di Presa diretta: negano di aver speculato sul farmaco, vogliono rendere il prodotto accessibile a tutti, con i governi.
La Clinton ha proposto un sistema in cui il governo stabilisce un prezzo per i farmaci: nemmeno questo spaventa la Gilead, che accetta le proteste come una cosa normale.

Un farmaco che cura l'HIV è stato acquistato da uno speculatore, che in 24 ore ha fatto salire il prezzo da 7 dollari a centinaia di dollari, diventando la persona più odiata d'America.
L'aumento del 5000% è solo una frode, una cosa oltraggiosa …

Il tema dei prodotti farmaceutici è diventato tema della campagna elettorale: dopo il tweet della Clinton che chiedeva di controllare i prezzi, i titoli delle società sono crollati.
Ma i farmaci sono prodotti come tutti gli altri, che possono essere messi a mercato?
Il sistema sanitario fa parte dell'economia?
Nel prezzo finale di un farmaco troviamo dentro gli investimenti per la ricerca ma anche i profitti per gli azionisti.
È questo il futuro a cui dobbiamo rassegnarci?

Anche gli antitumorali di ultima generazione costano molto al sistema sanitario: il direttore dell'istituto tumori della Columbus University, Riccardo Dalla Favera ha raccontato per Presa diretta di questi nuovi farmaci.
Un giorno non avremo più la chemioterapia, per alcuni tumori: ma hanno costi altissimi e dunque si prevede nel futuro un problema finanziario per i paese.
Umberto Tirelli è un medico che cura i tumori con questi farmaci intelligenti: su 185 ml di budget, 20ml sono destinati a questi farmaci, ora serve trovare altri soldi per curare i tumori.

Se continua così, porterà che solo i ricchi potranno procurarsi questi farmaci e curarsi.
Una soluzione esiste: all'Istutito Superiore della Sanità lavorano fianco a fianco ricercatori pubblici e privati, per una partnership che permetterebbe di far diminuire i costi dei farmaci, riducendo i fallimenti della ricerca (riducendo cioè gli anni necessari a trovare un farmaco).

Pubblico e privato che lavorano a fianco, mettendo in comune le conoscenze per arrivare a questi nuovi farmaci oncologici.
Ci guadagnerebbero tutti, il provato che arriva prima alla produzione per il mercato e anche al pubblico che potrebbe avere il prodotto ad un costo minore.

L'India ha aderito ad un accordo internazionale per i costi dei brevetti: ma essendo un paese in via di sviluppo può bypassare i costi, potendo produrre il brevetto della Gilead ad un costo più basso.
Noi italiani non ci possiamo comportare come gli indiani?
Anche noi potremmo produrre questi prodotti a costi inferiori: se il governo decide di eradicare l'epatite C, potrebbe pagare  solo delle royalties alla Gilead. Ma sono discorsi che dai nostri politici non si sentono mai …

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