Si è aperta una porta e ora la vita di
Saverio potrebbe tornare normale: non ho più il virus nel sangue –
racconta al giornalista.
Assieme al giornalista di Presa
diretta, Saverio è andato a ritirare i farmaci all'ospedale: in un
sacchetto ci sono farmaci per 70mila euro, tanto costano questi
prodotti.
Una rivoluzione che permette di curare
centinaia di migliaia di malati in Italia, ma che costa caro: per la
prima volta il sistema sanitario nazionale ha deciso chi curare e chi
no.
La seconda inchiesta riguarda il sud:
l'Italia ce la può fare senza il sud?
Caro farmaco.
Danilo Procaccianti racconta nel suo
viaggio di come è nato il farmaco e della profonda ingiustizia tra
chi lo potrà prendere e chi no.
Saverio oggi sta bene: dopo 4 settimane
dalla fine della terapia è tutto negativo,virus assente nel sangue.
La vita può riprendere: il primo pensiero è a tutto quelli che non
potranno prendere il farmaco ..
Ogni anno muoiono 10mila persone di
epatite c, per anni ci si è ammalati per colpa di trasfusioni di
sangue, per operazioni con strumenti non sterilizzati.
Per anni l'unica arma era
l'interferone, una molecola molto invalidante che portava a poche
guarigioni: poi dal 2014 sono arrivati questi farmaci con un profilo
favorevole per la compatibilità.
85-90% è la percentuale di cura: ma
sono farmaci cari così il ministero lo da solo ai malati gravi e non
a tutti.
Il rischio è che non somministrandolo
a tutti, i non curati rischiano di aggravarsi.
I farmaci sono prodotti da più case,
quello più diffuso è prodotto in America: solo gli F3 F4 possono
prendere gratis questo prodotto, cioè quelli col fegato molto grave.
Danilo Procaccianti ha incontrato a
Milano un malato, che ha deciso di curarsi da solo, grazie ad una
assicurazione sanitaria ed un prestito: 18mila euro per curarsi, con
l'ansia di non riuscire a trovare ogni mese i soldi.
Una volta guarito la prospettiva di
vita si è aperta: dopo sono arrivati i figli, la possibilità di un
futuro.
A Bolzano vive Tamara, in attesa
di un trapianto di rene, ma deve prima curarsi dall'epatite: è
andata così in Germania a curarsi, facendo un prestito in banca.
Il farmaco non l'ha preso, per un
semplice motivo economico: eppure il virus l'ha preso in un ospedale
pubblico che poi ha rifiutato di curarla. Un paradosso.
Poi ci sono quelli che avrebbero
diritto al farmaco ma non riescono ad ottenerlo: a Torino un'ammalata
che si è rifiutata di fare il trapianto, è rimasta in attesa del
farmaco per mesi.
La lista delle persone in attesa della
cura era ferma, perché mancavano i fondi, anche per gli aventi
diritti.
A Bologna la regione scriveva ai medici
di valutare caso per caso anche per gli ammalati f3 e f4: per
prendere tempo? Un atteggiamento intimidatorio, nei confronti del
medico che rimaneva solo a confrontarsi col paziente.
Se tu medico prescrivi dei farmaci
senza rinviare, rischi delle sanzioni – commentava un medico
bolognese al giornalista.
Il professor Brillanti non se la
sentiva in coscienza di rassicurare i malati, ci sono casi dove dopo
pochi mesi si passa da f2 a f4 ..
Il magistrato Guariniello ha
aperto un'inchiesta su pazienti morti per epatite, col sospetto che
l'aver preso tempo da parte dei medici, prima di somministrare le
giuste cure, abbia causato la morte del malato.
Ivan Gardini è il presidente
dell'associazione ammalati di Epatite e sta portando avanti una
battaglia contro lo Stato: questo dice agli ammalati che ti devi
aggravare per avere le cure.
Oggi è l'epatite, domani è il
diabete?
Così molti ammalati vanno a fare i
viaggi della speranza all'estero, per esempio in India, dove ci sono
farmaci generici a prezzi molto più bassi. Come nel passato si è
fatto con i farmaci contro HIV, nei paesi africani.
Ci sono poi siti online che vendono il
farmaco, senza troppe sicurezze. Puoi fartelo spedire dalla Russia,
ma non sappiamo nulla del venditore, né se sono sicuri.
Alcuni di questi farmaci sono poi
falsi.
Infine ci sono persone che portano
questi farmaci per poche migliaia di euro dall'India: uno di questi è
stato intervistato, si sente come un Robin Hood.
E' l'Aifa che decide il prezzo dei
farmaci: non promettono di dare il farmaco a tutti, spiegano che è
sbagliato dare subito il farmaco anche a quelli che hanno la fibrosi
non a livello alto.
Il governo ha stanziato 1 miliardo per
un fondo che servirà per questi farmaci, epatite e anche gli
antitumorali: ma di soldi veri sono solo 150 ml, gli altri li
dovranno mettere le regioni, coi conti disastrati.
Come si forma il prezzo di un
farmaco.
La Gilead è
quasi monopolista per la produzione del farmaco contro l'epatite:
tutti gli stati del mondo devono trattare con lei per il prezzo.
Gli ammalati in
Italia si sono infettati per colpa dello scandalo del sangue infetto,
lo scandalo che coinvolse Duilio Poggiolini: oggi molti degli
ammalati sono morti, nel frattempo.
Sapere il numero
esatto degli ammalati è difficile: si stima in 180mila il numero dei
malati e servirebbero dunque 2 miliardi per curarli tutti.
Il numero non lo
conosce nemmeno il direttore dell'Aifa, il prof. Pani: oggi stiamo
acquistando il prodotto ad un prezzo che non è divulgabile, sappiamo
che ogni trattamento costa 15mila euro.
In Toscana il
presidente aveva indetto una gara per far arrivare più aziende e
strappare un prezzo più basso: non si è presentato nessuno, col
sospetto di un cartello tra le aziende.
Trattandosi di
farmaci salvavita, la regione si è rivolta alla procura: non
possiamo lasciare la salute nelle mani del privato e del profitto.
Ma per Luca Pani,
l'iniziativa della regione Toscana era perdente: servivano gare
sovraregionali, anzi sovranazionale, come Europa, altrimenti siamo
troppo deboli nei confronti delle multinazionali.
Il farmaco ha
un costo che non è mai correlato col costo di produzione: il
prezzo è stato stabilito in America, dove è nato.
In America il
farmaco costa 84mila dollari, il doppio che in Italia.
Il prezzo
esorbitante rischia di far saltare i conti di medicaid,
l'assicurazione pubblica per la cura dei malati, uno scandalo dice il
rappresentante di Medicaid.
Anche qui hanno
dovuto stabilire delle priorità, per coprire prima i malati più
gravi: lo stato deve intervenire perché l'Epatite C è una minaccia
per la salute pubblica.
Come per il
vaiolo, si deve dare la cura ad un costo equo, per tutti: ma il
Congresso non è disposto a portare avanti questa battaglia.
Per trovare un
farmaco servono investimenti: Gilead però ha comprato il prodotto
dalla Pharmaset, che ha impiegato 12 anni per la ricerca.
Il proprietario
della società ha raccontato della gara al rialzo per l'acquisto
della molecola, comprata per 14 miliardi, un prezzo che all'epoca si
stimava fosse troppo alto.
Gilead però ci ha
guadagnato in questi anni: il titolo è andato bene in borsa, oggi
Gilead vale 150 miliardi, è stata un'enorme opera finanziaria, a
fronte dei 2 miliardi necessari per la ricerca della molecola.
Una commissione
d'inchiesta del Congresso si è arrabbiata nel modo con cui la
Gilead ha massimizzato i profitti a discapito della salute degli
ammalati: gli azionisti sapevano che alzando i costi, avrebbero
potuto curare meno pazienti. Sono accuse pesanti, a cui la Gilead non
ha risposto, negando interviste.
L'AD della Gilead
ha invece accettato di rispondere al giornalista di Presa diretta:
negano di aver speculato sul farmaco, vogliono rendere il prodotto
accessibile a tutti, con i governi.
La Clinton ha
proposto un sistema in cui il governo stabilisce un prezzo per i
farmaci: nemmeno questo spaventa la Gilead, che accetta le proteste
come una cosa normale.
Un farmaco che
cura l'HIV è stato acquistato da uno speculatore, che in 24 ore ha
fatto salire il prezzo da 7 dollari a centinaia di dollari,
diventando la persona più odiata d'America.
L'aumento del
5000% è solo una frode, una cosa oltraggiosa …
Il tema dei
prodotti farmaceutici è diventato tema della campagna elettorale:
dopo il tweet della Clinton che chiedeva di controllare i prezzi, i
titoli delle società sono crollati.
Ma i farmaci sono
prodotti come tutti gli altri, che possono essere messi a mercato?
Il sistema
sanitario fa parte dell'economia?
Nel prezzo finale
di un farmaco troviamo dentro gli investimenti per la ricerca ma
anche i profitti per gli azionisti.
È questo il
futuro a cui dobbiamo rassegnarci?
Anche gli
antitumorali di ultima generazione costano molto al sistema
sanitario: il direttore dell'istituto tumori della Columbus
University, Riccardo Dalla Favera ha raccontato per Presa
diretta di questi nuovi farmaci.
Un giorno non
avremo più la chemioterapia, per alcuni tumori: ma hanno costi
altissimi e dunque si prevede nel futuro un problema finanziario per
i paese.
Umberto Tirelli è
un medico che cura i tumori con questi farmaci intelligenti: su 185
ml di budget, 20ml sono destinati a questi farmaci, ora serve trovare
altri soldi per curare i tumori.
Se continua così,
porterà che solo i ricchi potranno procurarsi questi farmaci e
curarsi.
Una soluzione
esiste: all'Istutito Superiore della Sanità lavorano fianco a fianco
ricercatori pubblici e privati, per una partnership che permetterebbe
di far diminuire i costi dei farmaci, riducendo i fallimenti della
ricerca (riducendo cioè gli anni necessari a trovare un farmaco).
Pubblico e
privato che lavorano a fianco, mettendo in comune le conoscenze
per arrivare a questi nuovi farmaci oncologici.
Ci guadagnerebbero
tutti, il provato che arriva prima alla produzione per il mercato e
anche al pubblico che potrebbe avere il prodotto ad un costo minore.
L'India ha aderito
ad un accordo internazionale per i costi dei brevetti: ma essendo un
paese in via di sviluppo può bypassare i costi, potendo produrre il
brevetto della Gilead ad un costo più basso.
Noi italiani non
ci possiamo comportare come gli indiani?
Anche noi potremmo
produrre questi prodotti a costi inferiori: se il governo decide di
eradicare l'epatite C, potrebbe pagare solo delle royalties alla Gilead.
Ma sono discorsi che dai nostri politici non si sentono mai …
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