“E' la storia della mia vita, devo concludere, voglio mettere la parola fine .. 1400 miliardi di lire: dov'è finita questa impressionante mole di denaro?”
Questa è una delle
ultime annotazioni scritte dalla giornalista Ilaria Alpi, nel suo
ultimo viaggio in Somalia: a meno di non volersi prendere in giro,
oggi possiamo dire che Ilaria e il suo operatore Miran Hrovatin sono
stati uccisi per il loro lavoro.
Perché volevano
farlo bene, andare fino in fondo nella pista dei traffici dei rifiuti
verso la Somalia in cambio di tangenti ed armi.
Davano fastidio con
le loro domande, con i loro servizi.
I colleghi Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari hanno ricostruito la storia di questi
traffici nel saggio 1994, che parte dall'omicidio Rostagno, toccando
Gladio, mafia e massoneria, per arrivare fino al 1994.
Strano anno il
1994: anno di cerniera tra prima e seconda repubblica, dove tutto
cambia per non cambiare nulla.
Normalizzazione a
cui siamo arrivati passando per le bombe della mafia, la trattativa
mafia stato, depistaggi, finte commissioni di inchiesta (quella
sull'omicidio Alpi, per esempio), omicidi di chi sapeva troppo o era
diventato ingombrante.
Trapani 26 settembre 1988, Mauro
Rostagno viene trovato morto sulla sua auto, crivellato di colpi, a
poche decine di metri dalla sede della comunità Saman.
Livorno 10 aprile 1991. Alle 22.27
il traghetto Moby Prince con a boro 141 persone sperona la petroliera
Agip Abruzzo della Snam. Un solo sopravvissuto: ad oggi la più grave
sciagura della marina civile. Le indagini si rivelano un coacervo di
omissioni, depistaggi, clamorose manomissioni. Quella sera c'era la
nebbia? Forse. C'era però traffico militare con trasbordo di armi
fuori dalla base militare di Camp D'arby. C'era la nave ammiraglia
della Shifco, su cui tre anni più tardi indagherà Ilaria Alpi.
Sulla traghetto furono trovate tracce di esplosivo, il T4-Rdx , e
tracce di miccia detonante alla pentrite, stesso tipo di quella
trattata dal trafficante d'armi siriano Monzer Al Kassar. Dello
stesso tipo di quello delle stragi di mafia del 1992-1993.
Nairobi, 24 giugno 1992. Nella
capitale Keniota tre singolari personaggi – un trafficante, un
imprenditore, il console onorario della Somalia - si danno
appuntamento per firmare una lettera di intenti riservatissima, un
accordo per lo sviluppo del progetto Urano nel corno d'Africa. I loro
nomi sono Guido Garelli, Giancarlo Marocchino e Ezio Scaglione. Cos'è
Urano? Uno dei più colossali progetti di smaltimento illecito di
rifiuti tossico-nocivi e nucleari in Africa.
Roma, 31 ottobre 1993/23 gennaio
1994. Un uomo schiaccia il pulsante di un telecomando a distanza,
ma l'auto imbottita di esplosivo non esplode. L'innesco non ha
funzionato. La vettura è intatta, la gente sfila davanti allo stadio
Olimpico, i carabinieri del servizio d'ordine fanno il loro lavoro
ignari del fatto che potrebbero essere già morti.
Balad, Somalia, 12 novembre 1993. Un
mezzo militare sta rientrando al comando dell'operazione Ibis (il
nome dell'intervento militare italiano nell'ambito della missione
internazionale Onu Restore Hope) dopo una breve missione di
intelligence. A bordo tre militari e due agenti del servizio segreto.
In prossimità di una curva un gruppo di miliziani somali spara sul
blindato. Il conflitto a fuoco dura pochi minuti: nessuno dei nostri
viene colpito, tranne Vincenzo Li Causi, che morirà poco dopo.
Si dice che anziché una missione di
intelligence fosse una battuta di caccia. Un omicidio avvolto nel
mistero: versioni discordanti e nessuna autopsia, omissioni di atti
d'indagine.
Li Causi faceva parte dell'ufficio K
del Sismi, responsabile del centro Scorpione di Trapani, base della
Gladio. Li Causi era indagato per l'indagine sulla Falange Armata, si
dice che avesse contatti con i giornalisti Rostagno e Ilaria Alpi.
Alessandria 23 novembre 1993.
Nell'ambito di una indagine su un giro di furti d'auto e
ricettazione la polizia interroga un uomo d'affari che è anche uno
dei protagonisti del progetto Urano, Roberto Ruppen. Indagato a
Palmi per traffico di armi, assieme a Licio Gelli e Francesco
Pazienza, ma è sopratutto uno dei manager di Publitalia '80,
incaricati da Marcello Dell'Utri di trasformare la Holding di
Berlusconi in un partito. Traffico di armi, traffico di rifiuti con
la Somalia. Dopo questa indagine Ruppen riceve il benservito da
Berlusconi. Perché?
Mogadiscio, 20 marzo 1994. In un
pomeriggio afoso, lungo una strada della capitale somala, il
fuoristrada su cui viaggiano i giornalisti del Tg3 Ilaria Alpi e
Miran Hrovatin viene bloccato da un gruppo di uomini armati. Segue un
breve conflitto a fuoco: la scorta ne esce illesa ma Ilaria e Miran
vengono ritrovati poco dopo morti con un colpo in testa. Il primo a
giungere sul posto è Giancarlo Marocchino. Quello dei traffici
illeciti del progetto Urano.
Ilaria stava indagando sul traffico di
rifiuti tramite le navi della Shifco, sul lato oscuro dei progetti di
cooperazione Italia-Somalia, sui rifiuti interrati lungo la strada
Garowe Bosaso. Forse aveva avuto contatti con il maresciallo Li
Causi, e qualcuno l'aveva mandata sulla pista di Gardo e di Bosaso.
Aveva promesso un servizio al caporedattore “qualcosa di grosso,
roba che scotta”. Dopo la morte qualcuno trafuga i suoi nastri. La
settimana dopo ci sarebbero state le elezioni: cosa avrebbe potuto
provocare il suo servizio, un terremoto elettorale?
Roma 29 marzo 1994. Tv, radio e
giornali annunciano la svolta italiana: Silvio Berlusconi è il nuovo
presidente del Consiglio. Forza Italia, il partito nato dopo 4 mesi,
ha vinto le elezioni.
6 anni: dal 1988 al 1994: che
relazione c'è tra l'omicidio Rostagno e le bombe di mafia, tra gli
accordi firmati a Nairobi e un ufficiale della Gladio, tra ciò che
avviene a Roma e le faccende italo somale che si svolgono in un paese
africano?
Una storia, armi, rifiuti, Servizi, P2, leghe del Sud, mafie, Craxi e la cooperazione internazionale e poi l'embrione di Forza Italia. Opere e soprattutto omissioni. Depistaggi e omicidi.
Una storia, armi, rifiuti, Servizi, P2, leghe del Sud, mafie, Craxi e la cooperazione internazionale e poi l'embrione di Forza Italia. Opere e soprattutto omissioni. Depistaggi e omicidi.
Un puzzle, da
Nairobi, a Livorno, Trapani, Milano e infine Roma. Con un disegno
finale inquietante.
La storia di Ilaria
Alpi, o il mistero di Ilaria Alpi, inizia con quella storia che lei
come giornalista sentiva di dover raccontare.
È una storia di
oggetti scomparsi: i nastri, i taccuini, il rapporto medico,
l'autopsia che non viene fatta.
È una storia di
depistaggi, di false piste (erano in vacanza, raccontava il membro
della commissione di inchiesta Taormina), di perizie discordanti. Di
una Toyota (quella dove viaggiavano i due giornalisti) che viene
ritrovata dopo anni.
Di un imprenditore
che è il primo ad accorrere sul posto, Marocchino. Chi è
quest'uomo? uno che conosce Mogadiscio e la Somalia, sicuramente. Il
presidente della Commissione Taormina lo definisce un informatore del
sismi (ma si bruciano così gli informatori?).
Imprenditore finito sotto inchiesta nel 1997 dalla procura di Asti per traffico illegale di rifiuti tossici. Rifiuti che poi sono stati sepolti nei cantieri somali?
Imprenditore finito sotto inchiesta nel 1997 dalla procura di Asti per traffico illegale di rifiuti tossici. Rifiuti che poi sono stati sepolti nei cantieri somali?
È una storia
complicata, quella dove si era andata a cacciare Ilaria Alpi: una
storia che mette assieme la cooperazione internazionale (finta), il
traffico di rifiuti, la criminalità organizzata, i servizi al
servizio dell'antistato, un paese come la Somalia.
Forse Ilaria e Miran avrebbero
preferito essere giornalisti e basta: quello che non deve succedere
è, come al solito, che diventino eroi, per essere santificati e poi
dimenticati.
La puntata di Blunotte che Carlo Lucarelli ha dedicato ad Ilaria, terminava così,
credo che siano le parole giuste per descrivere questa persona
coraggiosa che voleva fare solo la giornalista.
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