14 marzo 2016

Le belle famiglie italiane

E' stato giusto un caso che, a distanza di pochi giorni, abbia visto due film diretti da registi diversi, ambientati in posti diversi geograficamente e ambientati in epoche diverse che parlano dello stesso tema: il perbenismo nella nostra società.
Parlo del film di Ettore Scola, Il commissario Pepe e dell'ultimo di Paolo Genovese “Perfetti sconosciuti”.
Il primo ambientato nella provincia Veneta (tra Vicenza e Bassano) nel 1969, tra l'inizio della contestazione e la fine del boom, il secondo ambientato nel presente.
Sembrerebbero due film quanto più distanti possibili, eppure tutti e due toccano lo stesso argomento e portano lo spettatore allo stesso (amaro) finale.

Il perbenismo di noi italiani, bravi a tenere una facciata di persone rispettabili e, dietro, i tradimenti, le cattiverie, le nostre ipocrisie. Finché si riesce a tenere questi due mondi separati, va tutto bene. Il problema è quando il marciume viene a galla.


Perché, nel film di Scola, il commissario (il grande Ugo Tognazzi) deve portare avanti un'inchiesta su reati a sfondo sessuale, sul buon costume e sulla morale: gli affittacamere che fanno lavorare le prostitute, su una nobildonna e i suoi festini, i vizietti del preside, la figlia del prefetto che riceve nelle camere di un ristorante della zona ..
Perché, nel film di Genovese, le coppie più l'amico che si ritrovano a cena decidono di fare un gioco: rendere pubblici messaggi, mail e telefonati.

Il commissario di polizia verrà fermato, quando arriva il momento di portare alla luce scandali e scandaletti: ci sono cose che è meglio tenere nascoste.
E le coppie di amici? Il gioco finirà male e le coppie esploderanno tutti i problemi che si voleva nascondere dietro la facciata del “va tutto bene”.

Ma è l'amaro finale che accomuna i due film: in entrambi i protagonisti sceglieranno di non affrontare il problema (personale). Meglio la finzione.


Pepe, quando scoprirà che anche la sua fidanzata (amante) è in un giro di foto “artistiche”, sceglierà vigliaccamente di non far nulla.

"Perché voi siete tutti leoni?".

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