Ve la ricordate ancora la storia di Fukushima?
Il terremoto in Giappone, l'onda dello Tsunami che si abbatte sulla centrale nucleale delle Tepco, la scoperta che le norme di sicurezza non erano proprio ben applicate, la contaminazione della zona attorno alla centrale, per chilometri e chilometri.
L'incidente di Fukushima capitò proprio nei mesi precedenti il referendum su nucleare che cercava di stoppare l'ennesima sbornia di grandeur berlusconiana: per decreto il governo aveva privatizzato di fatto la gestione dell'acqua pubblica e garantito a queste società un profitto per legge.
E poi le centrali nucleari: la Francia dell'allora alleato Sarkozy ci vendeva la sua (vecchia) tecnologia e il governo avrebbe poi piazzato l'esercito a difendere quei siti strategici.
Era il 2011: cinque anni fa nei talk show si presentavano scienziati (forse non troppo preparati) che appoggiati da giornalisti (non troppo informati) sventolavano le loro certezze.
Il nucleare è sicuro, abbiamo sbagliato a tornare indietro, le rinnovabili non bastano ("e di notte come fate col sole?"). Si tirava in ballo l'effeto Nimby, l'oscurantismo degli ecologisti.
Il referendum, ovvero noi italiani, abbiamo deciso diversamente.
Meglio tenerlo a mente, anche se sono passati cinque anni.
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