Notizie importanti sul mondo
dell'informazione.
FCA esce da RCS per dedicarsi al core
business, ovvero la produzione e vendita di auto (e magari riaprendo
gli stabilimenti oggi in cassa integrazione e investendo quei
miliardi promessi).
Marchionne esce da La Stampa e le quote
del gruppo verranno vendute ai De Benedetti: nascerà un nuovo polo
nell'editoria, che mette assieme La Stampa e Repubblica (e anche il
Secolo XIX).
A parte i discorsi sull'occupazione
(che forse interessano solo ai giornalisti delle tre testate
coinvolte) c'è un ragionamento anche sul futuro dell'editoria e
dell'informazione in Italia.
Un unico gruppo che controlla tre
giornali delle tre principali città del nord Italia, che parla alla
borghesia e a quello che si chiamava ceto medio.
Tutto normale?
Queste fusioni mi fanno tornare in
mente le scalate bancarie quando, per nascondere problemi di
management, le banche si compravano a debito, secondo quel rapporto
“incestuoso” tra banche e partiti che abbiamo visto anche in
questi anni recenti (vedi vicenda Etruria).
Poi, quando le banche vanno in crisi,
si tira in ballo il “too big to fail”: dunque soldi dalla BCE,
garanzie sui debiti da parte dello Stato, la vigilanza che chiude un
occhio (meglio due), il bail in e ora il decreto legge del governo
sulle rate dei mutui (ce lo chiede l'Europa, si giustificano, come
sugli asili, sui precari nella suola ..).
Tempi difficili per l'informazione.
C'è un'altra cosa: ieri la Camera ha approvato lanuova legge sull'editoria, da anni si aspettava. Ha buoni aspetti ma
anche un punto oscuro: i fondi saranno decisi dal governo.
Buona informazione per tutti.
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