Incipit
“Non ti maledire, non avevi alternative”, si disse, nascosto dietro un tronco chiaro e tarlato, che profumava di verbena. S'era scelto una postazione che formava un piccolo balcone naturale, affacciato su una delle radure del “boschetto di Ranirate”, come venivano chiamati quattro ettari di alberi decrepiti, rovi, erbacce e pozzanghere sassose che si aprivano dietro la vecchia stazione del paese.Corrado Genito c'era arrivato infilandosi nella processione dei tossicomani che si presentavano tra i rami per comprare la roba, mentre le provinciali erano invase da automobilisti in coda per scopare a quindici euro, il prezzo più basso nel raggio di venti chilometri.Da qualche mese un clan di nigeriani aveva trasformato la zona in un bordello ..
Vedere, volare, pungere. Come un
ape.
Questa è la
strategia scelta da Corrado Genito, ex capitano dei
carabinieri nel nucleo antiterrorismo, ex consulente di sicurezza che
a seguito del cattivo finale si una indagine è diventato pure ex
galeotto (nonché ex amico dell'ispettore Bagni).
Strategia per
completare la sia missione, chiamata enfaticamente O.R. Operazione
Ranirate.
Ma
come ci è arrivato in quel boschetto di un paesino della provincia
Lombardia (dove assiste alla lezione agli spacciatori nigeriani)? E
in cosa consiste questa sua missione?
Con un
veloce flash back, vengono riannodati i fili del presente e del
passato: condannato a 12 anni di carcere per concorso in omicidio
dell'ispettore (nonché ex amico) Francesco Bagni, a seguito del caso
del rapimento del campione di F1, Elvio Wolfson, in cui l'ex
carabiniere era stato ingaggiato
dalla “moglie del campione”, che si era pure portato a letto.
Caso che aveva affrontato a modo suo, senza rispettare troppo le
regole. E Bagni era stato ucciso e oggi il suo fantasma continua a
tormentarlo di notte e anche di giorno..
In carcere, dopo essere sopravvissuto
ad una coltellata di un marocchino compagno di cella, riceve la
visita di un ex collega dei carabinieri, Osso (al secolo il
dottor Carannante), suo sottoposto un tempo ma che oggi con la sua
ruffianeria è riuscito a far carriera nei servizi.
In cambio della scarcerazione gli viene
chiesto di andare a Ranirate, sperduto paesino tra Milano,
Varese e Como: questa zona che una volta era un ricco distretto
industriale è oggi una landa semi-desolata, con capannoni
abbandonati, strade provinciali verso il nulla, un caffè, un
ristorante, la stazione dei carabinieri.
Una zona che è contesa tra due
famiglie ndranghetiste che oggi, dopo una pax mafiosa che verrà
suggellata anche dal matrimonio dei rispettivi rampolli, si sono
divisi il business.
Agli Spanò il racket e il traffico di
droga, in cui si tollerano anche la bassa manovalanza dei nigeriani
finché non fanno troppo rumore.
Ai Corallo il prestito ad usura. E
tante altre cose ..
Il compito di Genito è
semplice: entrare in paese e “fottere la 'ndrangheta”,
secondo nuovi metodi, poco puliti (dunque congeniali ad un galeotto
che ha poco da perdere)
“T'infiltri in un clan e ce li fai acchiappare, il sistema di 'pugnalarli alle spalle restando nell'ombra' te lo trovi da solo, c'interessa solo il risultato”.
Non solo, dovrà pure scoprire chi ha
ucciso, bruciandolo come un cerino, l'assessore all'urbanistica (o
alla rubanistica, come capita spesso nel paese delle
bustarelle) Michael Perego.
La strategia scelta da Genito è quella
del gambero:
“Vola leggero come una farfalla, pungi forte come un'ape, ma non farti avanti, cammina all'indietro”.
Ovvero conoscere il territorio, farsi
accettare dal paese, ma non colpire direttamente i boss e i loro
soldati: farsi attaccare, per poi sferrare il contrattacco alle due
famiglie, mettendole una contro l'altra (avete presente “Per un
pugno di dollari”?)
Farsi azienda per farsi aggredire. Apparire una preda quando si è cacciatore.Immaginò un nuovo negozio di argenteria che apre a Palermo, dietro il banco una giovane coppia del nord, ma sono due carabinieri e quando il capomandamento del quartiere va a chiedere il pizzo, zac, si protesta, si tratta, si paga e si risale tutta la filiera criminale.
Immaginò un ufficio di import export a Gioia Tauro e, anche in questo caso, niente laureati alla Bocconi, ma un colonnello che dopo aver prestato servizio alle ambasciate, finge di essere un broker in cerca dell'affare che ti sistema.La strategia del gambero, camminare all'indietro, lasciarsi avvicinare per scoprire le carte degli aggressori.
In questa guerra
Genito si sceglie il suo esercito: il truffatore William Chiodi, il
ladrone (a cui nessuna cassaforte sa resistere), un ex pugile e delle
donnine facili prese dal locale di Francone.
Per completare il
quadro un gruppo di ex militari della ex Jugoslavia, poco inclini
alla battuta.
Per fare cosa?
Aprire un locale in quel di Ranirate, Il New Splendor, locale con
qualche sala per incontri ravvicinate con le ragazze dove Genito
figura come il responsabile, quello che fa andare avanti la baracca e
che dietro ha gente con tanti soldi.
Per attirare
l'appetito dei calabresi e farli uscire allo scoperto ..
Funzionerà questa
strategia?
Riuscirà Genito e
il suo esercito a fottere la 'ndrangheta, a capire il movente e il
responsabile della morte dell'assessore e a salvare pure la pelle?
Meglio non fidarsi
dei servizi, dell'ex sottoposto dottor Carannante detto
“l'ignorronzo”, che non gli hanno raccontato tutta la storia e
tutti i perché.
Specie i legami tra
queste famiglie e la politica, in special modo con quel senatore
Caruso, dentro tutto gli intrallazzi (anche per le
speculazioni immobiliari) avvenute in regione.
“Era tra i pochi ad aver attraversato con trascurabili ammaccature alcuni processi, cavandosela con una prescrizione per finanziamento illecito, mentre i deludenti, pilotati, contestati “non ricordo” e “non so”, da parte di tutti i testimoni e dei coimputati, l'avevano salvato dalle pesanti accuse di concussione per le discariche dei rifiuti, per gli appalti negli ospedali, per le strade e le ferrovie costruite dalla 'ndrangheta in mezza Italia, dal nord al sud..”
Si troverà a dover
fare delle scelte, l'ex carabiniere e sarà costretto a far del male
a qualcuno:
“se fosse stato ancora un capitano dei carabinieri sarebbe andato a cercare la signora. Ma non lo era, era un ex galeotto, un sicario dello stato nell'OK Corral dell'antistato...”
In questo romanzo
il giornalista Piero Colaprico ha messo dentro tutta la sua
esperienza nel mondo della cronaca lombardo, tutto quello di cui è
stato testimone, dai tempi in cui la mafia al nord non esisteva ma
esistevano Francis Turatello e Angelo Epaminonda detto il Tebano.
Fino ai giorni
oggi, con le inchieste Crimine-Infinito, che hanno mostrato quando
profonda fosse la radicazione delle ndrine nel territorio,
nell'economia, nella finanza. Quanto fosse il condizionamento della
politica a livello locale.
Ma, ancora per
molti, la mafia al nord non esiste. Solo questione di criminalità
locale.
Nel romanzo, che
molto romanzato non è, se uno legge con attenzione i fatti narrati
dalle inchieste sulla mafia, c'è scritto tutto: la violenza dei
soldati delle locali, per come sanno controllare il territorio,
intimidire, condizionare.
Lo scarso senso
dello stato, dell'etica, di quella parte di imprenditoria del nord
(quella che guarda ai paesi del nord Europa, che si ritiene la
locomotiva d'Italia) nell'usare
i servizi di mafia SPA per truffare lo Stato, per pagare meno
tasse.
Droga, soldi,
cemento e sesso.
Sesso a buon
mercato, come dalle migliori tradizioni di Milano, diventata in
questi anni la città dell'amore, per tutta la mercanzia femminile,
di tutte le razze, che viene messa a disposizione nei locali e nelle
strade:
Genito si guardò in giro ancora una volta: dietro quel mascara, quei rossetti, scorgeva soprattutto le miserie di chi arriva da varie parti del pianeta per cercare a Milano – perché Milano è ancora una meta - innanzitutto di sfamarsi, poi di mandare qualche soldo a casa, poi di trovare una vita vera. 'Finché', pensò, c'era un finché, specie per le ragazze più deboli, quelle che subivano una mutazione.“'Ste disgraziate dimenticano la fame, casa e mamma e cominciano ad andare con chiunque possa pagarle. Per ottenere cosa? Per poter sfoggiare una borsetta da duemila euro ..”
La strategia del
gambero un romanzo ricco di azione (e di colpi di scena) che racconta
la provincia criminale lombarda senza nascondere o abbellire nulla:
questa è la realtà, ci dice Piero Colaprico. Decidete voi fino a
che punto siete disposti a scendere.
Altri post sul
libro di Piero Colaprico
La scheda del libro sul sito
dell'editore
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