11 novembre 2007

Alle radici della violenza

Primo fatto: uno scontro tra tifosi, ad un aria di servizio della A1, un pattuglia di polizia che interviene. Due colpi in aria e un morto. Un tifoso laziale C'è qualcosa che non torna in questa ricostruzione.
E questo è il primo fatto, il primo problema.

Secondo: dopo il morto la notizia che si gonfiava sui giornali, senza che nessuno tra ministero e forze della polizia riuscisse a fare un quadro chiaro di quanto successo. E anche l'assurda idea di non sospendere le partite: sottovalutazione del fenomeno? Certo a parlare dopo sono tutti bravi ...

Terzo: la selvaggia e violenta reazione dei tifosi. Contro polizia e giornalisti.
A Bergamo sono riusciti a fermare la partita. Nello stadio avevano portato dentro una bomba carta.
Come hanno fatto?

A Milano le due tifoserie contro la polizia: assediato il commissariato di via Novara.

A Roma, assalto ad una caserma del reparto volanti.
Anche i tifosi milanesi del basquet hanno ritirato gli striscioni per protesta contro il morto.
Dunque qui il calcio non c'entra niente. Come non c'entra niente il tifo e anche il morto diventa un pretesto per scatenare una violenza che già covava sotto la cenere.

Questa violenza che radici ha? C'è un problema sociale dietro tutto questo.
Prima lo risolviamo, prima torneremo a goderci le partite. E tuonare contro gli ultras come han fatto oggi gli opinionisti e gli esperti dalle trasmissioni sportive serve a poco. Di cosa parlerebbero?

Si è invocata tanto, la parola sicurezza in questi giorni: cosa diranno oggi e domani quegli stessi politici, ottimi frequentatori delle stesse curve che oggi attaccavano i poliziotti e i carabinieri?
Vittorio Aliquò, rappresentante dei funzionari delle forze di polizia, parlava di tagli ai fondi per l'addestramento delle forze dell'ordine.
E anche questo è un problema.

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