Sembra che D'Alema abbia letto "La Questua" di Curzio Maltese.
Sentite un pò che parole:
D'Alema parte da qui, identifica nel fallimento delle grandi ideologie del '900 una delle ragioni del ritrovato peso pubblico della fede nelle società «smarrite, imbarbarite, disumanizzate » e osserva che la destra politica, negli ultimi anni, ha preso a prestito la religione come «cemento».
Ed è riuscita a intercettare il «prepotente ritorno di un voto politico identitario, mosso da paure ma anche da passioni». Non è in discussione l'apporto dei cattolici alla vita pubblica, chiarisce l'ex premier e cita a modello cinquant'anni di Dc in cui la laicità è stata garantita. Il problema è più complesso e riguarda il rischio del fondamentalismo e la necessità che i credenti conservino il pluralismo delle scelte politiche «senza fissarsi nell'ortodossia e nel compromesso con il potere».
«E' da temersi — avverte D'Alema — che la Chiesa ceda alla tentazione del potere e che il peso politico dei cattolici si indirizzi da una parte per ottenere in cambio la tutela giuridica di principi e valori, come aborto o fecondazione, perché diventino leggi imposte a tutti colpendo la laicità dello Stato».
Perdere le elezioni fa rinsavire certi politici.
1 commento:
Ma la Chiesa è nata con la "tentazione del potere".
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