«Nessun bambino sarà sottratto all’accattonaggio forzoso solo perché lo si identifica. E dopo? Oltre la metà dei rom residenti in Italia sono cittadini a tutti gli effetti: si prevedono leggi speciali nei loro confronti? La sola idea, così sciagurata nella storia italiana ed europea, suscita sconcerto. E poi, si procederà con altre categorie “a rischio”? Stiamo seminando una pianta cattiva che può produrre frutti avvelenati»
Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, Agi 7 luglio
E adesso schedateci tutti: l'iniziativa contro la schedatura dei Rom a Roma.
La mossa del governo nell'additare un nemico esterno (i Rom in questo caso) da additare per compattare il fonte interno. Per fargli dimenticare i suoi problemi di salario, precarietà, morti bianche, corruzione, crimini ambientali, ....
E le iniziative razziali del governo aizzano il clima di intolleranza nel paese: altri roghi a Ponticelli, contro un campo rom.
Non contro le ville dei boss Casalesi, non contro la villa di Riina o delgi altri boss mafiosi.
«Prendete le nostre impronte, lasciate stare i bambini rom e sinti». La provocazione, semplice ma efficace, ha visto cittadini comuni, parlamentari, personalità della cultura e dello spettacolo darsi appuntamento in piazza Esquilino a Roma per farsi prendere le impronte, da mandare al ministro degli Interni Roberto Maroni, in risposta al suo provvedimento che vuole la schedatura dei rom, a partire dai minori. Provvedimento in odore delle pagine più buie della storia novecentesca, secondo le parole di molti - tremila secondo gli organizzatori in sole due ore - che sono accorsi al gazebo per autodenunciarsi e farsi schedare come gesto di protesta.
Giovedì il Parlamento europeo voterà a Strasburgo su una risoluzione che chiede ai governanti di Roma un immediato cambio di rotta e che è stata firmata dai gruppi dall’estrema sinistra ai liberal-democratici, passando per il Pse e i Verdi, che costituiscono già una maggioranza dei 783 deputati europei.
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