Antonio Piromalli, arrestato nel corso di un'operazione contro le cosche della 'ndrangheta Piromalli e Mulè, viene considerato la mente finanziaria del clan.
Laureato in economia e commercio, lontano anni luce dallo stereotipo del boss (coppola, lupara e dialetto).
L'operazione ha portato alla decapitazione dei clan Piromalli e Molè, con arresti sia in Lombardia che in Calabria.
Nel provvedimento di fermo è coinvolto anche Aldo Micciché:
"un faccendiere originario di Marapoti, già dirigente della Democrazia Cristiana, da anni rifugiato in Venezuela e definito dai magistrati come un “personaggio dai rilevanti trascorsi penali, tali da valergli un cumulo di pena di anni 25 di reclusione e coinvolto anch'egli in una indagine relativa al traffico di stupefacenti che pesa sulla sua figura, nonostante l'esito per lui positivo del procedimento.
Oltre che personaggio al centro di un'inchiesta su presunti brogli degli italiani all'estero alle ultime elezioni, nata da quella che ha portato agli odierni fermi."
E che ha visto il coinvolgimento di Marcello Dell'Utri, il quale secondo gli investigatori si sarebbe incontrato, grazie alla mediazione dello stesso Micciché, con Antonio Piromalli – capo della “famiglia” e figlio di Pino Piromalli alias “Facciazza”, in carcere con il 41bis – e suo cugino Gioacchino, avvocato condannato per mafia. Ricevendo dai boss calabresi anche richieste di alleggerimento del 41bis. Le stesse che sarebbero state rivolte, sempre tramite Micciché, anche all'ex ministro Mastella e al vicesegretario nazionale dell'Udc Mario Tassone. Ma procediamo con ordine. "
Piromalli avrebbe tenuti rapporti con Mastella, con Dell'Utri e con il vicesegretario nazionale dell'Udc Mario Tassone.
A cosa erano rivolti i contatti?
"Principalmente per ricevere protezione e garanzie politiche - ossia certificati d’impunità - per gli esponenti del clan e sconti di pena sul regime del 41 bis per il boss Giuseppe Piromalli."
Da una parte i proclami di un'inasprimento del regime carcerario del 41 bis, dall'altra l'amara realtà. I boss comunicano lo stesso con i loro referenti politici.
Mafia, imprenditoria, legami con perosne che possoon dare copertura (anche nella magistratura) ....
E il nuovo corso della mafia: entrare nell'economia, nelle imprese (rifiuti, costruzioni, sanità), nella politica.
La mafia che non si accontenta più di trovare il referente politico e chiedere il pizzo agli imprenditori.
La mafia che fa impresa era una delle innovazioni introdotte da Provenzano (altro mafioso lontano anni luce dagli stereotipi del contadino rozzo e ignorante, come emerge in parte nella fiction L'Ultimo padrino): fare impresa, diventare invisibile, arrivare alla terra promessa.
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