Campania: presidente Bassolino (ex PCI, PDS, DS, oggi PD). Quello delle ecoballe, dei rifiuti, dell'inceneritore di Acerra, del call center milionario ....
Non solo il padre è inguaiatato con la giustizia: anche il figlio, Gaetano Bassolino, a Milano, per la questione dei derivati.
Liguria: il regno del reuccio Antonio Burlando (DS oggi PD). Quello della speculazione edilizia bipartisan assieme al centrodesrta e ai peggiori palazzinari italiani. Caltagirone, Zunino e ci sarebbe dovuto essere anche Fiorani. Leggetevi "Il partito del cemento" (chiarelettere) per farvi un'idea.
"Il Partito del Cemento", di Marco Preve e Ferruccio Sansa spiega quanto sia invasiva e distruttiva la commistione d'interessi che piega l'interesse pubblico a quello privato. Si parla del cemento (tre milioni di metri cubi di colate programmate) che coprirà il poco che resta della costa e della collina ligure.
Porticcioli, grattaceli, complessi residenziali e box, strade e riempimenti, cambieranno per sempre il volto della Liguria, dove già, per l'Istat, dal 1995 al 2005 è stato cancellato il 45,55% del territorio libero da costruzioni, mentre il turismo è in crisi perché la "bellezza" del paesaggio svanisce.
Speculazioni che avvengono con il completo asservimento delle Pubbliche Amministrazioni agli interessi dei faccendieri. I Piani Urbanistici come i Piani di Bacino o di tutela del paesaggio e della costa sono di fatto cancellati e riscritti direttamente sotto dettatura dagli speculatori, sulla base delle loro esigenze, spesso ignorando i rischi per il dissesto idrogeologico di ampie zone del territorio.
Basilicata: la regione governata dal DS Filippo Bubbico (DS, oggi PD). La regione dei comitati d'affari, raccontati dall'inchiesta Toghe Lucane nel libro "Roba nostra".
Roma: il comune ha un buco di qualche miliardo di euro. Eredità rutelliana, si dice. Ma il buco, e tutto ciò che ne consegue politicamente, lì rimane.
Calabria: la regione degli inquisiti, almeno nel consiglio regionale, come raccontò mesi fa Iacona in "Pane e politica".
La regione governata da Agazio Loiero (anche lui indagato in Why Not), dell'omicidio Fortugno ancora da risolvere.
Devo raccontare anche il caso Mastella, e tutto l'appoggio che il centrosinistra (escluso IdV) gli ha dato?
La vicenda delle scalate bancarie, che ha coinvolto esponenti DS/PD da Latorre, D'Alema, Fassino?
Con la crocifissione del Gip Forleo, poi assolta dalla Cassazione?
La sinistra non ha perso per l'antipolitica. Per gli insulti (?) di Beppe Grillo, le accuse di Di Pietro, le battute della Guzzanti.
Ha perso perchè i suoi elettori storici hanno perso la fiducia i questa classe dirigente. Che non ha saputo rinnovarsi.
10 commenti:
Ti do ragione Aldo una parte della non vittoria è riconducibilem proprio a questo, ma la storia stà cambiando, e la dobbiamo cambiare noi dal basso muovendoci e dando indicazioni verso l'alto e progressivamente cambiare le persone dirigenti. Buon inizio settimana nda Tiziano
Vedi, il tuo ragionamento ha una falla piuttosto grande. Ha vinto la destra, "questa" destra che non ha fatto dei valori etici e morali in politica il suo cavallo di battaglia.
In Parlamento, per "questa" destra, siedono condannati con sentenza passata in giudicato, condannati in attesa di giudizio definitivo, inquisiti ecc. La "gente" evidentemente, all'atto del voto, era interessata a ben altre faccende.
Saluti, Leftorium
Mettiamola da parte allora la fedina penale, se la gente è stata ben educata (dlla telelvisione,dai media, dalla campagna elettorale fatta su stupri e rapine) a guardare ad altri problemi.
Col risultato che abbiamo inquisiti (da ambo el parti) in Parlamento e che i problemi reali che la gente voleva risolti sono ancora da risolvere.
Lavoro, salari, ambiente e una speranza per il futuro.
Questa destra si sta ffossando dietro a Berlusconi: ma come sinistra non possiamo continuare ad andargli dietro.
Aldo
@leftourium:
in parlamento i condannati non siedono per "questa destra", ma per "quella sinistra" che a suo tempo, nel '94, non impedì a Berlusconi di candidarsi in quanto concessionario di bene pubblico (le frequenze tv).
Nel PD c'è il sig. Massimino D'Alema che svendendo Telecom aveva trasformato Palazzo Chigi in una merchant bank ("l'unica differenza è che non si parla inglese" copyright G.Rossi)
Oggi una Telecom prosciugata è costretta a licenziare.
I difensori dei lavoratori....
Purtroppo... e sottolineo "purtroppo" perchè non mi fa piacere per nulla ammetterlo, ma ha ragione Grillo.
"Forza DS" andatevene a 'fanculo!
Musica per le mie orecchie..
Aldo
Quindi l'attuale crisi di Telecom è colpa di D'Alema? :)
Telecom all'epoca del governo D'Alema era privatizzata da tre anni (lo fece Ciampi) e andava benissimo, il suo capo era lo stesso di cui riporti il copyright che provò, peraltro, a venderla sottocosto a Deutsche Telekom.
Quello che fece D'Alema è stato "non fare niente": lasciare che una delle rarissime OPA regolari
avesse il suo corso naturale, a beneficio sopratutto dei piccoli azionisti.
Constato, ancora una volta, il fatto che i più critici verso d'Alema sono quasi sempre dei disinformati oppure dei parolai in totale malafede.
"La sinistra non ha perso per l'antipolitica. Per gli insulti (?) di Beppe Grillo, le accuse di Di Pietro, le battute della Guzzanti.
Ha perso perchè i suoi elettori storici hanno perso la fiducia i questa classe dirigente."
Ti do ragione.
Forse il problema principale e' proprio quello Morale. Ma ovviamente non e' cosi' per i politici, che vincano o perdano sono sempre li, a spese nostre...
@leftorium:
D'Alema non si è limitato a non fare niente, ha venduto Telecom, che era un'azienda sana, costruita con denaro pubblico, quindi nostra, senza neanche scorporare la rete dai servizi!
suvvia, siete indifendibili. avete permesso che venisse spolpata!
fa' una cosa: vai fuori dalla sede Telecom a chiedere i voti per Massimino difensore dei lavoratori.... vacci e poi mi dici.
tanti tanti auguri!
Giusto per chiudere, uso le parole della Forleo su D'alema "complice di un disegno criminale"....
Tanto basta
1994 (Governo Ciampi, ndr) Il 30 giugno il Consiglio di Amministrazione dell'IRI approva il "Piano di riassetto delle telecomunicazioni" nel quadro delle disposizioni contenute
nella legge del 29 gennaio 1992 e dei criteri generali fissati dal CIPE. Il Piano prevede la fusione delle cinque società del gruppo IRI-STET impegnate nel settore telefonico (SIP, IRITEL, ITALCABLE, TELESPAZIO e SIRM) e la nascita di una nuova società che assume la denominazione sociale di TELECOM ITALIA. E' approvato il 30 luglio dal Ministro delle Poste e Telecomunicazioni e il 27-28 settembre dai Consigli di Amministrazione delle cinque società interessate.
Ovvero sei un disinformato. Grazie per averlo ribadito.
Saluti, Leftorium
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