07 marzo 2012

Effetto normalizzazione

Una delle critiche che si può sollevare a questo governo è l'effetto normalizzatore che si porta dietro.
Non una critica politica, escluse quelle svagate della lega, poche note di dissenso sui giornali che comunque vengono sommerse dal coro di chi elogia la sua azione.
Governo che gode di alto consenso dei sondaggi (se uno si fida): consenso che nasce però più dal contrasto col precedente esecutivo (imabarazzante? inconpetente?) più che dalle vere capacità o dalle leggi proposte.
Una normalizzazione che spegne il dissenso nel paese, perchè comunque quella parte di linea politica che si può riconoscere è in continuità col passato.
Sulle televisioni, sulla giustizia, sulle spese militari, sulle grandi opere (e nel frattempo l'Aquila rimane un deserto). 
Certo ci sono i tagli ai voli di stato, le proposte di livellare gli stipendi dei supermanager, i redditi online di ministri e sottosegretari.
Ci sono i blitz antievasione: servono, ma servirebbero ancora di più delle pene più severe.


Rimane da capire se tutti questi sforzi salveranno il malato: il malato va curato adesso e se ne farà poco delle cure a lungo termine (come le magnifiche riforme istituzionali di cui si parlava ieri).
Che idea politica hanno questi qui? Su lavoro, sviluppo, sanità, cultura, istruzione.
Quello che abbiamo capito, dalle proposte fatte uscire sui giornali, dalle interviste, è che l'idea iniziale di equità non si è trasformata poi in una idea di giustizia sociale. 
Se già oggi la distanza parlamento paese è sempre più larga, figuriamoci cosa succederebbe se veramente si prorogasse l'azione del governo dei tecnici.


L'effetto normalizzazione, porta a dimenticare non solo il concetto di destra e sinistra, ma anche quelli che sono i diritti scritti nella Costituzione.

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