27 marzo 2012

La “Santissima trinità” di Nicola Tranfaglia


La “Santissima Trinità”.
Mafia, Vaticano e servizi segreti all'assalto dell'Italia nel 1943-1947. Di Nicola Tranfaglia, con la collaborazione di Giuseppe Casarrubea e Mario José Cereghino

Aula del Tribunale di Viterbo, processo per l'eccidio di Portella della Ginestra: Gaspare Pisciotta luogotenente di Salvatore Giuliano e imputato per la strage, dopo essere stato condannato, urla alla giuria e ai giornalisti presenti in aula

Banditi, mafiosi e polizia eravamo tutti come una cosa sola, come la Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo”, urla.
La stessa scena è stata inserita nel bellissimo film di Francesco Rosi “Salvatore Giuliano”. (*)

La santissima Trinità racconta la storia dell'Italia tra gli anni 1943 e 1947: dagli ultimi anni della guerra, i dubbi di papa Pacelli nei confronti dell'impegno anticomunista degli alleati, fino alla cacciata dei comunisti dal governo di coalizione di De Gasperi, nel 1947.
Lo storico Nicola Tranfaglia, (con l'aiuto di Giuseppe Casarrubea e Mario Jose Cereghino) “ha ricostruito [i retroscena di quegli anni fondamentali della nostra democrazia], attraverso ricerche negli archivi inglesi e americani aperti dopo il decreto del presidente Clinton nel 2000 e liberati dal segreto di Stato che invece in Italia domina ancora. La ricerca storica ha dimostrato che nel nostro paese le resistenze alla democrazia repubblicana sono state più forti dei partiti politici e delle correnti culturali che volevano fondare un nuovo Stato, democratico e repubblicano”.Mafia banditi e polizia, la trinità che ha forzato la storia del nostro paese in una ben precisa direzione: quella anticomunista, favorevole agli interessi politici del Vaticano e delle potenze alleate. Quella reazionaria del latifondismo agrario appoggiato dalla mafia rurale (prima che questa diventasse Cosa Nostra) che si voleva opporre alle spinte riformiste in Sicilia e nel resto del paese.
Una storia ancora da raccontare di spie, agenti doppi, ex fascisti e neofascisti, il papa e i suoi cardinali, le sue spie nel Vaticano, le SS e la “rete di invasione”, l'aristocrazia terriera, terroristi passati alla storia come banditi (come il bandito Giuliano,addestrato dalla RSI come agente della Rete invasione che le SS volevano innestare nei territori occupati dagli angloamericani).

Gli eventi di quegli anni: come nasce una Repubblica
Il libro inizia col rapporto del 23 febbraio 1943, diretto dal diplomatico tedesco van Bargen (Bruxelles) al ministero degli esteri di Berlino “Il papa è turbato dai successi miliari dei russi e dalla possibilità di un crollo della Germania, che apirebbe la strada al bolscevismo in Europa.[..] Il papa è angosciato innanzitutto dalla minaccia sovietica” .

Contestualmente Don Sturzo dall'esilio americano mette in guardia l'intelligence americana dall'atteggiamento di Pio XII.
Il papa detta la linea politica a De Gasperi, futuro capo del governo, al momento dentro una coalizione assieme a socialisti e comunisti: la DC “dovrà spostarsi verso destra e prepararsi a nuovi sviluppi politici”. In caso contrario il Vaticano è pronto a spostare il suo appoggio (e i suoi soldi) alla formazione dell'Uomo Qualunque.

In Sicilia, sotto il comando del governatore Charles Poletti riassegnano incarichi direttivi ad ex mafiosi, creando sconcerto nella popolazione (che sperava con la liberazione di liberarsi dei fascisti e dei capimafia), e l'intelligence USA registra che “il terrore mafioso sta rapidamente ritornando in auge”, suggerendo di abbandonare piano piano ogni tentativo di controllare militarmente l'isola.
Un ministro italiano, decenni dopo, arriverà alla stessa convinzione.
La mafia inizia ad uscire dal feudo.
Nel 1946 in Italia sbarca Lucky Luciano (con le credenziali del Controspionaggio americano), che importerà nel paese i germi della nuova mafia, che a breve col commercio della droga si trasformerà in “Cosa nostra”.

Le SS su ordini di Himmler , Herbert Kappler e Karl Hass mettono in piedi la “rete invasione”, un piano di sovversione militare nel sud d'Italia: per contrastare l'avanzata americana e preparare la lotta al comunismo (che tanto assillava il papa , ma che assillerà anche il futuro presidente americano Truman).
Gli agenti dell'OSS arrestano il principe Pignatelli che si dice convinto come “la sua classe sociale in Italia sarebbe certamente destinata alla catastrofe se un regime di tipo comunista dovesse conquistare il potere”.
Gruppi di resistenza si crenao in Sicilia, Puglia, Sardegna e in Calabria, con l'aiuto della RSI e dei tedeschi che fornisco le radio per far comunicare questi nuclei col nord'Italia, addestramento (tramite il battaglione Vega della X Mas) e soldi.

La banda di Salvatore Giuliano partecipa ai “Moti del non si parte” in Sicilia nel 1945: fioriscono altre formazioni neofasciste come le Squadre Azione Mussolini (SAM) e i Fasci D'azione rivoluzionaria (FAR) nell'esercito, mentre i carabinieri promuovono la creazione di bande armate nel sud da usare al momento opportuno, in funzione anticomunista.
Momento opportuno che sembra arrivare nel 1946, con i piani (lo dicono le carte da Londra) di un golpe dei militari, in contatto coi servizi americani e De Gasperi: mettere fuori legge il PCI, instaurare una dittatura e bloccare i lavori della Costituente.

L'intentona viene bloccata, dal “lago di sangue” di Portella della Ginestra che, alla luce di queste nuove carte, prende una luce nuova e più sinistra. Un messaggio terroristico e stragistico (alla stregua della bomba alla Banca dell'Agricoltura di Piazza Fontana nel 1969).
E anche il ruolo del bandito Giuliano, del luogotenente Pisciotta, dell'agente della polizia Fra Diavolo assume un nuovo significato. Spostare il baricentro politico del paese (o minacciare di volerlo fare con un golpe), secondo binari più consoni alla santissima trinità.
Da pochi mesi il fronte delle sinistre aveva vinto le elezioni regionali in Sicilia e si stava proseguendo con l'occupazione delle terre.
Il messaggio viene capito: il PCI esce dal governo e De Gasperi torna dagli Usa con l'assegno coi soldi per la ricostruzione.
Il sud rimane in mano alla mafia e al nord iniziano a formarsi le formazioni clandestine: a capo delle forze anticomuniste (ex militi, copri speciali di polizia, partigiani bianchi...) è messo il maresciallo Giovanni Messe per presidiare la pianura Padana dall'invasione che non avverrà mai.
Sarà il nucleo della Stay Behind italiana, la Gladio, che nel seguito della storia italiana rimarrà operativa nel nostro paese.

Il blog di Nicola Tranfaglia.
Lupara nera , di Giuseppe Casarrubea e Mario Cereghino.
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(*) Condannato all’ergatolo con altri 11 per la strage di Portella Della Ginestra – la sentenza di primo grado è del maggio 1952- Pisciotta chiede, nel febbraio del 1954, di parlare con un magistrato.
L’allora sostituto procuratore Pietro Scaglione va a trovarlo in carcere. Pisciotta gli comunica la sua decisione di smascherare una volta per tutte i mandanti della strage.
Il magistrato gli dà un appuntamento al giorno successivo, quando tornerà con un cancelliere per verbalizzare il tutto.
La mattina dopo Pisciotta muore nella sua cella all’Ucciardone per una dose di stricnina versatagli da qualcuno nel caffè o, molto più probabilmente, nella medicina che è solito prendere per la tubercolosi.

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