Guido Scorza, sulla richiesta dell'AGCOM al governo di regolamentare la questione dei diritti d'autore:
Roma - "Nel rispetto della legge e nel solco dell'Europa": è questo il sottotitolo che il Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni Corrado Calabrò ha scelto per la propria audizione di questa mattina dinanzi alle commissioni VII e VIII del Senato della Repubblica in relazione all'annosa questione legata al varo del regolamento in materia di Internet e diritto d'autore.
Difficile immaginare una scelta meno indovinata. Lo scenario che il Presidente Calabrò disegna nel testo della propria audizione ha, infatti, ben poco a che vedere con il proclamato "rispetto delle leggi" e si colloca lontano anni luce dal "solco dell'Europa".
La miglior sintesi di questo scenario è contenuta nelle conclusioni dell'audizione.
Eccole: "Il nostro compito, intanto, è quello di applicare le leggi vigenti. Ci rafforza in tale convincimento la norma di legge predisposta dalla Presidenza del Consiglio che ribadisce la legittimazione dell'AGCOM e ne definisce meglio la competenza e i poteri nella materia del diritto d'autore. Attenderemo che tale norma veda la luce prima di adottare il regolamento predisposto. Nel segno della legge e con una sensibile e non banale apertura mentale, come sempre.".
È un passaggio di portata confessoria - direbbe un giudice - circa l'autentico golpe in atto in queste ore e l'assoluta ed imperdonabile - almeno sul piano istituzionale - mancanza di trasparenza da parte dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e di Palazzo Chigi.
Vediamo perché.
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Anche in questo caso, si dirà che lo chiede l'Europa. Ma le industrie italiane ringrazieranno, i cittadini meno.
La quotazione delle azioni del Governo dei professori - già bassa per la scarsa attenzione sin qui dimostrata ai temi dell'innovazione - precipita ai minimi storici, facendo, forse, persino rimpiangere il Governo del tele-potere che non si era spinto a tanto: un Esecutivo che si precipita a legittimare un'azione illegittima di un'Autorità semi-indipendente nella piena consapevolezza che, così facendo, sottrae per sempre la materia della libertà di informazione online al dibattito parlamentare.
Siamo al golpe contro la Rete.
Siamo agli interessi economici di pochi che riescono ad appropriarsi dei centri di produzione normativa dello Stato ed ad usarli a loro uso e consumo quasi che gli appartenessero e che si trattasse degli uffici legali delle proprie aziende.
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