“Buona sera oggi è un giorno tragico, un giorno di lutto per l'informazione italiana, per la Rai e soprattutto per noi giornalisti e tutti quelli che collaborano nel TG3; la nostra collega, la nostra amica Ilaria Alpi è stata uccisa poche ore fa a Mogadiscio, stava lavorando per noi, stava lavorando per la Rai ; insieme a lei è stato ucciso il suo operatore Miran Hrovatin, Miran aveva 45 anni, una moglie, Patrizia, un figlio di 7 anni, Ian, e.. e così.. ci hanno lasciato e… penso che con questo possiamo concludere. Buona sera.”Di certo c'è che Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin sonostati uccisi, volutamente, per il lavoro giornalistico che stavano svolgendo in Somalia, in quegli anni di guerra civile. Anche in Italia.
Flavio Fusi - giornalista del TG3, nell'edizione straordinaria del 20 marzo 1994
Di certo c'è che lo stato italiano fin'ora ha fatto molto poco contro i responsabili della loro morte: tralasciamo per carità di patria le affermazioni dell'avvocato Taormina, presidente della prima commissione di inchiesta che aveva derubricato le morti ad un incidente durante quella che era per loro solo una vacanza.
C'è ben altro dietro l'esecuzione della giornalista: c'è un traffico di rifiuti e armi tra Italia e paesi del terzo mondo nascosto dietro il velo ipocrita delle missioni umanitarie.
Rifiuti anche radioattivi da far finire sotto terra (o anche nelle navi a perdere su cui indagava il capitano De Grazia) in cambio di armi per le guerre locali.
Un sistema che coinvolge l'ex Gladio, la mafia, la massoneria e la politica che, in quei mesi a cavallo tra prima e seconda repubblica stava trovando nuovi equilibri in attesa del nuovo miracolo italiano.
Luigi Grimaldi e Luciano Scalettari nel libro "1994" hanno cercato di mettere assieme i pezzi di questo puzzle per dare una chiave di lettura dei fatti:
Nairobi, 24 giugno 1992. Nella capitale Keniota tre singolari personaggi – un trafficante, un imprenditore, il console onorario della Somalia - si danno appuntamento per firmare una lettera di intenti riservatissima, un accordo per lo sviluppo del progetto Urano nel corno d'Africa. I loro nomi sono Guido Garelli, Giancarlo Marocchino e Ezio Scaglione. Cos'è Urano? Uno dei più colossali progetti di smaltimento illecito di rifiuti tossico-nocivi e nucleari in Africa.
Roma, 31 ottobre 1993/23 gennaio 1994. Un uomo schiaccia il pulsante di un telecomando a distanza, ma l'auto imbottita di esplosivo non esplode. L'iinesco non ha funzionato. La vettura è intatta, la gente sfila davanti allo stadio Olimpico, i carabinieri del servizio d'ordine fanno il loro lavoor ignari del fatto che potrebbero essere già morti.
Balad, Somalia, 12 novembre 1993. Un mezzo militare sta rientrando al comando dell'operazione Ibis (il nome dell'intervento militare italiano nell'ambito della missione intrernazionale Onu Restore Hope) dopo una breve missione di intelligence. A bordo tre militari e due agenti del servizio segreto. In prossimità di una curva un gruppo di miliziani somali spara sul blindato. Il conflitto a fuoco dura pochi minuti: nessuno dei nostri viene colpito, tranne Vincenzo Li Causi, che morirà poco dopo.
Si dice che anziché una missione di intelligence fosse una battuta di caccia. Un omicidio avvolto nel mistero: versioni discordanti e nessuna autopsia, omissioni di atti d'indagine.
Li Causi faceva parte dell'ufficio K del Sismi, responsabile del centro Scorpione di Trapani, base della Gladio. Li Causi era indagato per l'indagine sulla Falange Armata, si dice che avesse contatti con i giornalisti Rostagno e Ilaria Alpi.
Alessandria 23 novembre 1993. Nell'ambito di una indagine su un giro di furti d'auto e ricettazione la polizia interroga un uomo d'affari che è anche uno dei protagonisti del porgetto Urano, Roberto Ruppen. Indagato a Palmi per traffico di armi, assieme a Licio Gelli e Francesco Pazienza, ma è sopratutto uno dei manager di Publitalia '80, incaricati da Marcello Dell'Utri di trasformare la Holding di Berlusconi in un partito. Traffico di armi, traffico di rifiuti con la Somalia. Dopo questa indagine Ruppen riceve il beneservito da Berlusconi. Perchè?
Mogadiscio, 20 marzo 1994. In un pomeriggio afoso, lungo una strada della capitale somala, il fuoristrada su cui viaggiano i giornalisti del Tg3 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin viene bloccato da un gruppo di uomini armati. Segue un breve conflitto a fuoco: la scorta ne esce illesa ma Ilaria e Miran vengono ritrovati poco dopo morti con un colpo in testa. Il primo a giungere sul posto è Giancarlo Marocchino. Quello dei traffici illeciti del progetto Urano.
Ilaria stava indagando sul traffico di rifiuti tramite le navi della Shifco, sul lato oscuro dei progetti di cooperazione Italia-Somalia, sui rifiuti interrati lungo la strada Garowe Bosaso. Forse aveva avuto contatti con il maresciallo Li Causi, e qualcuno l'aveva mandata sulla pista di Gardo e di Bosaso. Aveva promesso un servizio al caporedattore “qualcosa di grosso, roba che scotta”. Dopo la morte qualcuno trafuga i suoi nastri. La settimana dopo ci sarebbero state le elezioni: cosa avrebbe potuto provocare il suo servizio, un terremoto elettorale?
Roma 29 marzo 1994. Tv, radio e giornali annunciano la svolta italiana: Silvio Berlusconi è il nuovo presidente del Consiglio. Forza Italia, il partito nato dopo 4 mesi, ha vinto le elezioni.
La presidente della Camera ha chiesto ieri al presidente del Consiglio di togliere il segreto di stato sul caso Alpi. L'ennesima foglia di fico dove, per una insana ragione di stato si sono coperte le nostre vergogne.
Perché Renzi dovrebbe fare questo? Cosa ha di diverso da Letta o Berlusconi?
Alcuni link per approfondimenti.
La notizia della morte, del TG3 da parte di Flavio Fusi.
Il sito di Ilaria Alpi.
Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Ilaria e Miran.
Passione Reporter di Daniele Biacchessi.
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