14 marzo 2014

Servizio pubblico - La telesvolta

Le riforme sono grandi, il piano per l'economia è choc, il mercoledì è da leoni.
Attorno a Renzi si sta montando un'attenzione e un'attesa senza precedenti: non siamo San Tommasi e nemmeno quelli del tnato peggio tanto meglio, noi che ci permettiamo di criticare certe uscite.
Ma, semplicemente siamo stufi di salvatori della patria e demiurghi che promettono miliardi con troppa superficialità.
Fino a ieri non sapevamo come coprire il buco dell'IMU e ora abbiamo miliardi per abbassare le tasse, per ristrutturare le scuole, per pagare i debiti della pubblica amministrazione, per abbassare il debito (come chiede l'Europa) e per rispettare le regole del fiscal compact.

Non è Ufo robot, Renzi, come dice Porro: nella copertina  di Servizio pubblico, Santoro ha fatto tutti gli auguri al neo presidente del consiglio, ma ha voluto pure ricordare le analogie con le promesse di Berlusconi nel 2001.
Anche allora, nel contratto con gli italiani, B. aveva detto che se avesse fallito, avrebbe lasciato la politica.
E ora Renzi rincara la dose: datemi del buffone se a fine maggio non ci saranno gli 80 euro.
Ecco, che almeno questa promessa la mantenga, per una questione di rispetto per gli italiani: quelli che la crisi l'hanno vissuta e pagata sulla loro pelle.

Il servizio principale della prima parte della puntata parlava infatti dei nuovi poveri: non solo operai ed ex operai. La crisi si è mangiata anche buona parte del ceto medio, composto anche da professionisti, partite iva che oggi nemmeno si possono permettere le cure odontoiatriche.
Avvocati, grafici, pubblicitari: anche loro oggi fanno parte dei nuovi poveri, quelli che con grande vergogna fanno la fila per prendere il pane alla Caritas e altri generi alimentari.
Che si vergognano non solo per i denti che non si possono curare, ma perché non hanno nulla da offrire ai figli.

Gli ospiti in studio: Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia ed Irene Tinagli, deputata di Scelta Civica, partito della maggioranza di governo, Barbara Lezzi, senatrice del Movimento 5 Stelle e l’economista Giacomo Vaciago in collegamento.
Oltre a questi, la mamma di Vito Caggiano, il ragazzo morto in classe dopo il crollo del soffitto. Crollo dovuto ai detriti accumulati lì sopra, sulle teste degli alunni, perché la provincia non aveva soldi per trovargli una sistemazione migliore.
La signora ha scritto a Renzi per chiedere mai più morti come quella di Vito.

Il primo giro di domande agli ospiti era un commento sulle proposte renziane.
Giorgia Meloni pur condividendo molte delle proposte, ha mostrato i suoi dubbi sulle coperture previste.
Se Renzi bluffa, si prende una grossa responsabilità.

La senatrice Lezzi è stata molto critica: ha criticato le slide che ricordano la stilo di B., il ministro dell'economia scelto da Bruxelles, i tagli di Cottarelli che non saranno per 7 miliardi come dice Renzi ( ma forse solo 3).
Renzi si è dimenticato dei grandi evasori che sono le mafie: per loro si continua ad andare in deroga alle leggi, al sud nella terra dei fuochi, come al nord con l'Expo.
Lezzi si è dimostrata pessimista: se i 10 miliardi arriveranno nelle tasche degli italiani, dovremmo ripagarli con altre tasse o tagli.

Irene Tinagli ha difeso invece la scelta di far salire il rapporto deficit pil dal 2,6 al 3% e usare il tesoretto per fare investimenti.
L'idea è di investire emettere i soldi in circolo, per stimolare la crescita del PIL: anziché sul numeratore si agisce sul denominatore.
E poi c'è tutto il resto, privatizzazioni e dismissioni che Letta aveva iniziato a fare (con scarsi risultato aggiungo io).

L'economista Vaciago ha criticato fortemente la Commissione europea che ha perso di credibilità, specie ora che sta scadendo.
Dobbiamo puntare alle prossime elezioni per far crescere un nuovo spirito europeo: è quello che dovrebbe fare Renzi, per generare fiducia.

L'intervento di Travaglio : dopo le slide di Renzi Corrado Guzzanti ha scritto su Facebook: “Mercoledì Renzi abbasserà le tasse. Il fenomeno sarà visibile per alcuni minuti anche in Italia, verso mezzanotte”.

Da dove prenderemo i soldi?
Dalle pensioni pare di no, dopo il botta e risposta tra Renzi e il commissario alla spending review.
I caccia F35 non si toccano.
I soldi dalla Svizzera? Non scherziamo.
La lotta all'evasione?
Le auto blu?

Vaciago ha fatto notare ieri come i tagli alla spesa pubblica significano tagli ad personam, licenziamenti per gli autisti delle auto, tra le altre cose.
Aspettiamo ancora i dettagli.
Noi non facciamo i gufi, ma almeno risparmiateci dal telegiornale Luce.


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