Due o tre cose sull'intervista al presidente Renzi ieri sera a Bersaglio mobile.
Primo: il problema dei dipendenti di Terni è stato affrontato perché la Fiom e gli operai hanno occupato l'autostrada, hanno preso le manganellate ind diretta TV. E il problema non è stato risolto definitivamente: ci saranno degli esuberi e in ogni caso non è garantita la presenza di Thyssen, che non è interessata all'alluminio.
Secondo: Renzi ha messo Cantone a Milano, ha commissariato il PD di Roma.
Ma ogni volta è un intervento quando i buoi sono scappati. Veramente Renzi non ha nulla da dire sull'autoriciclaggio, sulla prescrizione sulla riforma della giustizia che non c'è?
Terzo: Renzi ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Ma questo non significa che poi si debbano accettare i soldi da chiunque, senza nessun filtro su chi si invita ai pranzi. Come Buzzi a Roma, il signore delle coop rosse finito nell'inchiesta Terra di mezzo.
Quarto (e poi non conto più): ieri per Renzi la notizia più importante non era la retata dei Ros su mafia e politica a Roma. La notizia era il jobs act: cambia il mondo del lavoro. Che era già cambiato con la Fornero.
E ora, senza articolo 18, sarà ancora meglio: l'imprenditore deve essere certo che può licneziare, avendo a carico al massimo una sazione economica. Si riduce la perdita di lavoro alla sola sanzione. Tutto il resto, l'aspetto umano, non esiste più. Come al momento non esistono sicurezze su contratto unico. Solo promesse, sullo stile dell'abolizione delle province.
E sui paracaduti per chi perde il posto, vogliamo prima vedere quanti soldi verranno messi sul piatto.
Renzi non ha scritto la riforma del lavoro col copia e incolla: beh, basta controllare paragrafo per paragrafo.
Renzi: mi contorno da persone bravissime, i numeri uno (riferendosi a Guerra, l'ex Ad di Luxottica che fa il sacrificio di lavorare per il suo paese ..).
A chi si riferisce? Le nomine dei suoi ministri non sembrano così eccezionali.
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