Incipit
E all'improvviso lo senti, il freddo.Ti arriva addosso ed è una mazzata, una consapevolezza.Lo senti mentre sei ancora su di lei, la tua faccia a pochi centimetri dalla sua, e la fissi negli occhi spenti.
Il freddo. Una sensazione pungente sulla pelle scoperta, forte e decisa come se non ci fosse nient'altro, come nient'altro ci fosse stato mai.Lo percepisci con tutti e cinque i sensi, il freddo, lo vedi nel vapore che ti esce dalla bocca, lo avverti nel rantolo del respiro affannato, lo inali come una frustata dalle narici, lo gusti perfino sulla lingua arida. E lo tocchi sul suo corpo.Ti alzi di scatto, quasi ti fossi reso conto solo adesso dove sei e di quello che hai fatto. Ti guardi attorno, disorientato, a mano a mano che la rabbia arretra e lascia il posto alla mente: un voce lontana che cerca di venire a galla, la ragione che prova a farsi ascoltare. Presto. Presto.
Filo comune delle storie del libro, le
due inchieste affidate al commissariato di Pizzofalcone e anche le
loro storie personali, è quello del rapporto padre figlio.
Come quello tra l'ispettore Lojacono e
la figlia Marinella, che lui considera ancora una bambina, senza
rendersi conto di quanto sia cresciuta. E di quanto stia bene a
Napoli.
Figli che vorrebbero essere trattati da
adulti e figli che subiscono il peso di un padre ingombrante. Come
Alex Di Nardo e il padre ex generale. E non sarà solo lui il padre
ingombrante in questo racconto.
Ci sono figli che vorrebbero
allontanarsi dall'ombra del padre e figli, o figlie, che vorrebbero
che fosse il padre ad allontanarsi, come la ragazzina del caso
affidato ad Aragona e Romano.
E, infine, ci sono figli che pagano le colpe dei padri: padri violenti, padri che hanno pure pagato la loro pena e la distanza dalla propria carne.
E, infine, ci sono figli che pagano le colpe dei padri: padri violenti, padri che hanno pure pagato la loro pena e la distanza dalla propria carne.
Tante sono le storie raccontate in Gelo
anche per la scelta di Maurizio De Giovanni di mantenere la struttura
di romanzo corale, in questo terzo capitolo dei Bastardi di
Pizzofalcone. La squadra di agenti, scarti di altri commissariati,
mandati qui dopo un'inchiesta sullo spaccio di droga che ha coinvolto
i loro predecessori.
Ma non sempre gli ultimi sono destinati
a rimanere indietro, a fare una brutta fine. Orgoglio, desiderio di
riscatto, la voglia di vincere la sfida di una seconda possibilità:
alla fine la squadra del commissario Palma è riuscita a risolvere i
casi in cui si è imbattuta e a tenere aperto il commissariato.
“Un siciliano accusato di essere colluso con mafia e mandato a svernare al commissariato di San Gaetano, dove faceva solitari al computer, si era rivelato un fuoriclasse; un energumeno che a Posillipo aveva quasi ammazzato un balordo a mani nude era diventato un poliziotto disciplinato e intelligente; una pazza che aveva esploso un colpo di pistola in commissariato si era trasformata in un'agente sensibile e determinata; una specie di Arlecchino che bob avevano cacciato dalla polizia per incapacità solo perché raccomandato, stava dando la prova di investigatore intuitivo e sagace. E i residuati bellici che la tempesta dei Bastardi veri aveva risparmiato, un vicecommissario lunatico e sognatore e una brava e gentile signora col pallino dell'informatica , sempre considerata poco più di una segretaria, avevano messo su un centro d'informazioni più efficiente dell'intera area metropolitana. Non era facile da digerire, per chi aveva pensato e detto che non si poteva cavare sangue dalle rape.[..] Ma lui, Palma, era convinto di potercela fare. I suoi uomini erano in gamba, e in più volevano dimostrare al mondo che sapevano ancora svolgere il loro lavoro”.
Anche questo volta toccherà loro una
bella gatta da pelare: in una mattinata di gelo intenso (anche a
Napoli fa freddo!) vengono scoperti i cadaveri di due fratelli,
uccisi nel loro appartamento.
Sono Grazia e Biagio Varricchio:
a scoprire i corpi il padrone di casa, Renato Forgione, ricercatore
all'università come Biagio (figlio di un luminare nel campo della
biochimica), suo compagno di corso e anche grande amico. Renato,
infatti, aveva aiutato Biagio facendolo vivere in quell'appartamento
di proprietà della sua famiglia.
La morte di due ragazzi, uccisi nel loro appartamento, attira subito le attenzioni della stampa ma anche dei pezzi grossi in Questura che vorrebbero soffiare il caso ai bastardi.
In particolare ad Alex e Lojacono, il cinese, i primi ad arrivare sul posto.
La morte di due ragazzi, uccisi nel loro appartamento, attira subito le attenzioni della stampa ma anche dei pezzi grossi in Questura che vorrebbero soffiare il caso ai bastardi.
In particolare ad Alex e Lojacono, il cinese, i primi ad arrivare sul posto.
Risolvere il delitto diventa
l'obiettivo comune della squadra, per tenere aperto il commissariato.
Per non perdere la sfida per un riscatto contro tutti quelli che, su
di loro, non avrebbero mai scommesso.
Come in altri romanzi di De Giovanni, a fianco della storia principale, c'è una seconda indagine assegnata alla strana coppia Aragona e Romano, dopo la denuncia di un'insegnante di lettere.
Come in altri romanzi di De Giovanni, a fianco della storia principale, c'è una seconda indagine assegnata alla strana coppia Aragona e Romano, dopo la denuncia di un'insegnante di lettere.
Una studentessa di una scuola media che
nei suoi temi parla di brutte attenzioni da parte del padre: un caso
che, dopo lo scetticismo iniziale, suscita troppi cattivi pensieri
nei due agenti, per essere preso sottogamba.
Perché se anche non hanno avuto la fortuna di essere stati padri, sono comunque persone cui fanno ribrezzo e rabbia queste storie. Tutte da appurare. Tutte da capire da vicino, con molto tatto.
Ma le indagini da chiudere al più presto sono quelle sul duplice omicidio. Biagio era un ricercatore brillante, mentre Grazia era arrivata dal fratello per scappare dal paese e stare a fianco del fidanzato cantante.
Perché se anche non hanno avuto la fortuna di essere stati padri, sono comunque persone cui fanno ribrezzo e rabbia queste storie. Tutte da appurare. Tutte da capire da vicino, con molto tatto.
Ma le indagini da chiudere al più presto sono quelle sul duplice omicidio. Biagio era un ricercatore brillante, mentre Grazia era arrivata dal fratello per scappare dal paese e stare a fianco del fidanzato cantante.
Fidanzato geloso, che non aveva
accettato che lei, una ragazza bellissima, per vivere facesse la
modella. Una che mostra il sedere in costumi succinti ..
E' il ragazzo che l'ha ammazzata, visto
che nei giorni precedenti avevano pure litigato?
Oppure è stato il padre, che era
venuto dal paese a riprendersi la figlia? Padre che aveva pure
precedenti per omicidio..
E che dire allora sull'agente
dell'agenzia che si era invaghito della bellezza di Grazia quando
l'aveva vista per strada? Strano tipo lui, con quella sua passione
per l'eleganza ...
Il successo di questa serie sui
bastardi sta nella coralità delle storie, personali e professionali,
dei protagonisti: persone a cui la vita ha tolto qualcosa. L'amore
prima di tutto. Una vita serena e felice. Che continueremo a seguire nei prossimi romanzi, sperando che de Giovanni dosi meglio aspetti sentimentali delle persone con la parte noir.
Lo speciale sul sito di Einaudi
con l'intervista a Repubblica TV, dove De Giovanni racconta: "La
mia Napoli criminale"
La scheda del libro sul sito di
Einaudi.
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