La battuta più calzante che ho letto,
sulla morte di Licio
Gelli, è che verrà seppellito nel suo armadio in mezzo ai
suoi segreti.
Licio Gelli, l'uomo dei segreti e dei
misteri, rappresenta bene la parte oscura e ambigua della storia del
nostro paese.
Fascista per convinzione, antifascista
per convenienza, vicino agli ambienti ultra-atlantici negli anni 70,
amico di politici e di uomini delle istituzioni ma anche dei generali
golpisti sudamericani.
Con la divisa da SS italiana, quando
dava la caccia ai partigiani ma faceva anche il doppiogioco coi
partigiani, vendendo loro i fascisti a guerra finita.
Licio Gelli è l'uomo che riuscì a
costruire una ragnatela di potere, affari, relazioni con la loggia
Propaganda 2: dentro figuravano i vertici dei servizi, generali e
alti ufficiali dei carabinieri e della finanza, giornalisti come
Costanzo, imprenditori e banchieri. Se volevi fare carriera, nelle
forze dell'ordine o anche nell'imprenditoria, dovevi fare la tessera.
Lo stesso Dalla Chiesa, fece domanda per entrarvi, in questa loggia,
quando la sua nomina nell'arma era in stallo.
Il nome di Gelli è finito dentro
tutte le storie oscure del nostro paese, guerre puniche a parte.
Il golpe dell'Immacolata, la strage di
Bologna (e i depistaggi per cui fu condannato), la bancarotta del
banco Ambrosiano e la morte di Calvi.
Nonostante questo, fece solo pochi
giorni di carcere: in Italia, evidentemente, abbiamo più a cuore la
salute di faccendieri e di intrallazzatori di quella dei suoi
cittadini.
Così come tutti i misteri d'Italia si
sono risolti in farsa (Piazza Fontana coi fascisti assolti ma
responsabili, coi familiari costretti a pagare le spese..), anche la
sua vita si è risolta alla stessa maniera: è morto nel suo letto,
quasi serenamente. Dubito che abbia mai provato rimorso per quello
che ha fatto o organizzato.
Ora che se ne è andato, c'è ancora
modo di fare lui sui nostri segreti? Io credo di si, se ci fosse solo
la volontà.
Anche perché ha lasciato, nelle sue
dimore, molte tracce del suo passato e del passato del nostro paese.
Come l'archivio personale finito a Montevideo.
Quello che forse contiene la lista
completa dei membri della loggia P2 e di altri segreti con cui
persone come Gelli hanno potuto conquistarsi fette di potere, grazie
ai ricatti.
La Repubblica fondata sul ricatto.
Quello dei dossier, delle agende rosse
sparite, degli armadi della vergogna.
Gelli ci ha lasciato anche il futuro
programma politico, quello passato alla storia come “piano
di rinascita nazionale”.
Riforma costituzionale in senso
presidenziale, smantellamento sindacati, controllo informazione,
separazione delle carriere e potere giudiziario sotto controllo della
politica, ovvero dell'esecutivo.
Ai tempi di Berlusconi,
è stato spesso citato (e non a sproposito ) questo piano, come
ispiratore delle sue leggi.
Per fortuna adesso viviamo in un altro
clima, dove le decisioni della politica sono prese in modo palese e
trasparente, dove le porte dei palazzi del potere sono aperte. Dove
la libera stampa può tranquillamente fare le pulci al potere (come
Report con l'Eni), dove i magistrati possono portare avanti la loro
azione senza alcuna interferenza da parte dei giudici.
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