Natale, tempo di regali: le inchieste
di Report di questa sera riguarderanno il mondo dei negozi online
visto da diverse angolazioni.
Le truffe che si annidano sugli store,
le persone che stanno dietro i negozi online nella logistica e,
infine, un punto sullo stato della spending review.
Ma prima l'anteprima, oggi dedicata
al DNA il cui uso come prova a discarico inizia a prendere piede
nei Tribunali.
Mi sembra un po' di tornare ai tempi di
Lombroso, dove si poteva stabilire l'indole criminale delle persone
dall'analisi dei lineamenti.
Non diremo più “guarda che faccia da
ladro”, ma forse “che dna da ladro” ..
La scheda del servizio: L'ASSASSINO
È... IL DNA di Giorgio Mottola
Questa è la frase che potremmo sentire nei film polizieschi del futuro. Nei tribunali italiani sono infatti sempre di più gli imputati che chiedono la prova del dna. Se fino ad oggi è sempre stata usata solo per incastrare i colpevoli, da un po' di tempo può essere usata anche per scagionarli. Secondo alcuni studi, l'aggressività di alcune persone potrebbe dipendere infatti dal loro dna. Il mondo scientifico è molto diviso sulla validità di queste teorie, ma di recente in due differenti processi per omicidio, gli imputati hanno ottenuto uno sconto di pena perché il test del dna dimostrava che avevano una predisposizione genetica a essere aggressivi.
Il mondo della
logistica: chi sta dietro il pacco che riceviamo a casa
Chi sta dietro il
pacco che riceviamo a casa, comprato in rete magari con l'opzione
“Prime” per riceverlo subito?
E dietro i pancali
con le primizie, che qualcuno ha portato dall'agricoltore al
supermercato?
Il servizio di
Alberto Nerazzini racconterà il mondo della logistica: un settore
centrale dell'economia di oggi (il che suona anche paradossale in
mondo governato dagli algoritmi, dal web e in un futuro dai robot.
Il mercato della
logistica in Italia è in esplosione, vale circa 120 miliardi: sono
soldi che non finiscono nelle tasche dei dipendenti di questo settore
che lavorano per turni massacranti e per stipendi che spesso sono da
fame (parliamo di 5 euro l'ora per scaricare prodotti
ortofrutticoli), mentre i profitti arricchiscono pochi (che poi
nemmeno pagano le tasse nel nostro paese).
Quando si parla di
logistica non si intende solo Amazon, ma anche i pomodori che
arrivano sugli scaffali.
Chi paga la nostra
spesa?
I prodotti che
compriamo al supermercato, gli acquisti online che arrivano a casa:
c'è sempre qualcuno che, quelle merci, le ha dovute caricare,
scaricare, trasportare.
La scheda del
servizio:
IL PACCO, LA SOCIETÀ DEL FUTURO di Alberto Nerazzini, in
collaborazione di Lorenzo Di Pietro
"Le multinazionali della distribuzione. La domanda di trasferimento di merci e materiali è impazzita: trasporto via mare, via cielo, via terra. In questo enorme mercato dove produzione e consumo sono globalizzati, il giro d’affari della logistica esplode e i profitti si concentrano nelle mani di pochi. Ciò che conta sono i risultati, non come questi siano stati raggiunti, perché tutti vogliamo consumare e risparmiare, vogliamo essere soddisfatti, vogliamo che tutto sia puntuale. E puntuale, ogni giorno, va in scena lo sfruttamento, senza regole e senza controllo. Negli immensi hub della logistica, ma anche nei magazzini e negli stabilimenti della nostra “eccellenza” alimentare, ovunque la micidiale macchina di appalti e subappalti, tra società e cooperative false, schiaccia i diritti e il costo del lavoro.
Alberto Nerazzini indaga su un settore cruciale dell’economia, dove regnano i soprusi e le illegalità, l’evasione fiscale e gli interessi di un’imprenditoria criminale, spesso espressione diretta della mafia. Un mondo di disuguaglianza e ingiustizia dove si gioca anche il futuro dell’Europa".
I pacchi in rete
Si avvicina Natale e allora stiamo attenti al pacco, ovvero il
prodotto griffato che abbiamo pagato anche a caro prezzo ma che è
falso.
Di
lotta contro la contraffazione del made in Italy se ne era
parlato nell'incontro tra l'ex presidente del Consiglio Renzi con il
presidente di Alibaba, Jack Ma: quest'ultimo era stato chiaro, “non
avremo pietà dei contraffattori”, riferendosi al falso made in
Italy.
Linea dura contro i falsi: “Noi collaboreremo col governo, coi
detentori delle marche, per prenderli (i contraffattori) ed
arrestarli”.
Ad ogni modo, ancora oggi le grandi piattaforme di e-commerce non
fanno alcuna verifica prima di pubblicare un inserzione: si muovono
solo dopo le denunce da parte dei marchi.
Nonostante tutte le promesse, vendere prodotti falsi è ancora troppo
facile: Luca Chianca è andato a Canton per incontrare
un'esperta di contraffazione online: sul sito 1688 (uno della
galassia di Alibaba) ha trovato delle scarpe italiane vendute a 30
euro circa, mentre in Italia costerebbero anche 300.
Scarpe prodotte in Cina, c'è scritto nell'inserzione, mentre quel
marchio produce solo in Italia.
Il giornalista, partendo dal numero di telefono dell'inserzionista, è
arrivato al negozio, nella periferia di Canton, prima in una zona
residenziale e poi, finalmente, in un centro commerciale.
Qui si trovano scarpe simili alle Golden globe, prodotte però
lì Cina, per un venditore coreano: buone imitazioni delle originali
ma sempre imitazioni, che si vendono online, ma solo per il mercato
cinese.
Venderle su siti visibili anche da clienti europei sarebbe troppo
pericoloso, spiega il produttore.
Il mercato dei falsi vale circa 338 miliardi di euro ed è proprio la
Cina a produrne di più.
Dietro i click con cui compriamo online (1000 miliardi di giro
d'affari in Europa) si nasconde evasione, sfruttamento e interessi
mafiosi.
La scheda del
servizio: F
COME FALSO di Luca Chianca
L'inchiesta di Luca Chianca lunedì alle 21.10 su Rai3. In Italia 19 milioni di persone comprano online. Ma su Amazon e Ebay, come anche sulle piattaforme cinesi Alibaba e Taobao gira una quantità incalcolabile di prodotti di marca taroccati.
"In Italia 19 milioni di persone comprano online. Ma su Amazon e Ebay, come anche sulle piattaforme cinesi Alibaba e Taobao gira una quantità incalcolabile di prodotti di marca taroccati. Come si riconoscono? Basta scegliere dei marchi noti e fare una ricerca online. Se esce un prodotto con il prezzo molto diverso da quello originale, è probabile che sia un falso. C’è una gran quantità di prodotti contraffatti anche tra i pezzi di ricambio, che poi si mescolano con il prodotto originale creando danni al consumatore o all’azienda quando deve riparare in garanzia. Dall'inizio dell'anno a oggi dai nostri aeroporti sono entrati in Italia ben 2,6 milioni di pacchetti, ma l'Agenzia delle dogane riesce a controllare solo il 5% della merce. Il nostro viaggio nei falsi inizia a San Marino e finisce in Cina: siamo stati laddove la merce viene prodotta".
Lo stato del
taglio alla spesa (improduttiva)
Facciamo un fact checking sullo stato della spending review,
cominciando dalla domanda: le auto blu sono diminuite davvero?
La scheda del servizio: TAGLIA
E CUCI di Alessandra Borella, in collaborazione di Ilaria Proietti
(qui una anticipazione su Rai
play)
"La spesa pubblica italiana è diminuita, vero o falso? È una domanda per la quale non esiste un'unica risposta. Yoram Gutgeld, da tre anni commissario alla spending review, ci informa che sono stati tagliati capitoli di spesa per 30 miliardi. I risparmi però sono stati reimpiegati in altri capitoli di spesa, dalle pensioni alla sanità e quindi il corpaccione della spesa pubblica è ancora intatto con i suoi 830 miliardi l'anno, di cui ben 327 sono la spesa corrente aggredibile. Cosa c'è lì dentro? Tanto per dire, i costi della politica e della macchina della pubblica amministrazione. E questi sono stati tagliati? Difficile dirlo perché da un lato chi dovrebbe fare i sacrifici riesce con vari trucchi a salvaguardare i propri privilegi, mentre dall'altro lato mancano le informazioni, per esempio sulle spese degli enti locali, su cui il governo centrale non riesce ad avere pieno controllo".
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